Ecchime. M'é passata la rabbia. Poi spiego il perché…
Comunque prendo gli spunti dell'amico di Zoppo e rispondo punto per punto…
Il tifo: Bello lo stadio olimpico pieno ma preferisce meno pubblico ma più "preparato". Non gli piace che la maggior parte sia gente che stà lì per godersi uno spettacolo invece di tifare come se fosse la sua squadra di calcio. Non gli piace il clima da festa di paese (obbiettivamente si sentiva una banda suonare per 80 minuti, a me piaceva) invece che da evento sportivo. Nel secondo tempo quando soffrivamo da morire nei nostri 22 è partito un solo coro, in inghilterra o in irlanda, galles si sarebbe fatto casino o un coro simbolo (sweet chariot in inghilterra ecc.) invece da noi non si aiutava molto la squadra. Ok i primi tempi ma adesso si è stufato di questo clima o almeno questo si sentiva dalla TV. Bisogna creare una cultura rugbistica ma anche togliergli questa aria sugli spalti da spettacolo senza competizione. Il rugby è uno sport come tutti gli altri e conta vincere oltre dare il massimo, quindi anche il pubblico dovrebbe avere l'ambizione di vincere e passare questa ambizione alla nazionale. Per farla corta il pubblico dovrebbe essere più incaxxato, più competente e ambizioso…
Da buon rugbysta era nero ai fischi durante i calci avversari...
Assolutamente in disaccordo.
Una partita di rugby é una festa. Di paese o meno poco importa.
Probabilmente non ha mai visto una partita fuori dai confini nazionali. O forse, più probabilmente, soffre dello stesso problema del 70% dei rugbisti italiani. La puzza sotto al naso.
In caso di gente nata nel veneto la percentuale si alza al 100%.
LO scorso natale ho letto un libro sul rugby scritto da un giornalista. Una puttanata cosmica. Gente che si sbrodola come se giocare a rugby renda automaticamente le persone migliori. Gente convinta che chi gioca al rugby é migliore degli altri. Che gli stadi devono restare di non più di 150 spettatori con esame all'ingresso per poter assistere alla partita. Chi non sa cosa é un Tight head non può' entrare.
Una vera puttanata cosmica. L'ho detto.
HO visto giocare l'Italia varie volte. A Parigi, a Londra e a Dublino. Ma il posto più freddo dove l'ho vista giocare é stata Padova.
Tralascio l'organizzazione ignobile di quella partita, ricordo ancora il pubblico tra i più cretini che mi sia mai stato concesso di vedere in una partita di rugby. Giocavamo contro l'Australia, con il risultato in bilico. Entusiasmo zero. Un bergamasco vicino a me smadonnava come una bestia per i commenti che ascoltava. Manco in tevere contro Pancaro ho sentito stronzate simili.
Frequento un altro forum di rugby e parlare di rugby con un veneto é impossibile.
Si credono stocazzo. Vagli a spiegare che il Benetton Treviso o il Rovigo non contano un cazzo assoluto aldiquà del Ticino.
No, sono convinti che il mondo intero, da Wellington a Pretoria stia con le orecchie appizzate per sapere il risultato del Monigo (Stadio di Treviso, 14 spettatori max, 20 se si mettono in piedi).
L'ho scritto già anni fa, il rugby italiano farebbe un salto di qualità importante già solo liberandosi da questo provincialismo molto diffuso tra il Piave e l'Adige.
Quindi ben vengano gli 80 mila dell'Olimpico, con le loro trombe, i loro bambini, la loro voglia di divertirsi. Anche se manco sanno in quanti si gioca a rugby.
Sui fischi che dire. SI fischia ovunque, a parte forse solo in Irlanda. Ma fanno parte del gioco.
Preferisce i ct francesi per la nostra nazionale per cose tecniche che non vi so riportare, ha una parola buona per ogni giocatore (ha conosciuto e giocato con molti di quelli scesi in campo) ma si è incaxxato come una jena quando hanno perso due palloni (il secondo finito in meta) per andare di mano partendo dai 22 invece di calciare e ributtare indietro la scozia. Per lui un errore imperdonabile. Pensa che dopo l'exploit dell'anno scorso quest'anno pecchino un po' di umiltà i giocatori più rappresentativi…
E' storia che il CT francesi siano quelli che hanno portato più fortuna alla nazionale italiana.
Ma é altrettanto vero che l'alternanza con allenatori dell'emisfero australe ha portato alcuni vantaggi e alcuni avanzamenti nella nostra maniera di vedere il rugby che non vanno dimenticate.
Esiste, in Italia, una visione epica dai 2 anni con Berbizier. Con lui, tra il 2005 e il 2007 abbiamo ottenuto ottimi risultati, 2 vittorie nel torneo del 2007 e i quarti sfiorati ai mondiali dello stesso anno. Tutto giusto, pero', secondo me no va sottovalutato il grande lavoro di scouting del suo predecessore, Kirwan, che coraggiosamente, pagandolo con sconfitte sonore, fece esordire giovanissimi gente del calibro di Parisse, Castro e Masi. Gente che ancora oggi forma l'ossatura della nazionale.
Lo stesso Mallett ha portato una mentalità più fisica, più di contatto che ha dato alla nazionale anche una dimensione più australe. La difesa della nazionale deve molto al lavoro svolto dall'Anglo sudafricano. Senza dimenticare che é stato l'ispiratore dell'ingresso di 2 franchigie nella lega celtica che ha permesso ai nostri giocatori di trovare una nuova dimensione.
Jacques Brunel sta facendo un ottimo lavoro. QUest'anno sta seminando molto facendo giocare giovani promesse che diventeranno la nazionale di domani. Un buon compromesso che prima o poi pagherà.
La stampa: ok i primi anni, ma si è stufato di leggere l'italia perde tot a tot ma bravi lo stesso. Pretende che la stampa in generale cominciasse anch'essa a chiedere di più, ad essere incaxxata per aver perso con una scozia secondo lui abbordabilissima, e di mettere un po' di pepe al cu.lo ad una federazione che sul piano tecnico stà sbagliando molte cose. Dovrebbe essere trattata come tutte le altre, visto che nel basket o nella pallavolo le nazionali sono spesso bastonate quasi quanto al calcio. Sono 15 anni che l'italia fa parte del 6 nazioni, il movimento si è triplicato, non si può continuare a lottare sempre per non prendere il cucchiaio di legno. Insomma vorrebbe un po' di fame da parte di tutti. Sempre secondo lui...
La Stampa italiana, quella si, vive di un problema di preparazione al rugby. Spesso le foto mostrano un giocatore e la didascalia ne indicano un altro. E' un po il discorso inverso rispetto al pubblico. Se quest'ultimo ha tutto il diritto di essere digiuno di rugby, la stampa no. La stampa deve parlare con cognizione di causa. Pero' o ci sono giornalisti che non capiscono un'acca oppure ci sono giornalisti che vengono dal mondo del rugby afflitto dalla puzza sotto al naso di cui parlo sopra. Quindi si scrive criptico o ipercritico.
L'impressione pero' é che comunque la parola "sconfitta onorevole" comincia a sparire anche dai nostri giornali.
Sulla federazione italiana va detto che, come tutte le federazioni che si rispettino ha le sue guerre intestine, i suoi giochi di potere, moltiplicate dal fatto che la federazione rugby é la seconda federazione più ricca dopo quella del calcio. Ogni anno, dal 6 nazioni, le arrivano una montagna di soldi che fanno gola a tutti. E ognuno tira l'acqua al suo mulino.
A mio avviso negli ultimi anni si é lavorato bene, sia facendo entrare 2 squadre nel campionato celtico sia creando le accademie per le giovani promesse che stanno dando frutti interessanti.
E' evidente che tutto é migliorabile, pero' mi sembra che si stia lavorando bene sotto questo aspetto.
Sabato scorso, contro la Scozia, abbiamo perso come solo la Francia sa perdere. Da stronzi. Ce la siamo creduta calda e invece l'abbiamo presa nel culo. Tra noi e la Scozia c'erano 4 categorie di differenza. Abbiamo giocato con sufficienza e supponenza e ci hanno puniti. Giustamente./
Nenche lui si spiega il perche non si riesca a sviluppare un mediano di mischia/calciatore decente...
Il mediano di mischia decente ce l'abbiamo, si chiama Gori. E per l'Irlanda Brunel ha richiamato Tito Tebaldi, che a me piace.
Il calciatore é un discorso che ho già affrontato. Diamo il tempo ad Allan di crescere in questo settore.