Serie A, asta diritti tv a rischio flop: Sky e Mediaset vogliono la trattativa privataQuesta volta il bando per i diritti tv della Serie A non andrà deserto – come a giugno dello scorso anno -, ma per sapere chi trasmetterà cosa a partire da settembre bisognerà aspettare ancora. Con ogni probabilità l’asta organizzata da Infront per il 22 gennaio si risolverà in un nulla di fatto aprendo la strada a una trattativa privata. La Lega convocherà tutti gli attori che hanno presentato un’offerta per il 26 gennaio con l’obiettivo di chiudere il cerchio entro fine mese.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, il clima è teso. L’advisor Infront e la Lega hanno ricevuto diverse manifestazioni d’interesse, ma le richieste di chiarimenti non per forza si trasformano in offerte milionarie. Luigi De Siervo, amministratore delegato di Infront, è stato in giro per l’Europa a promuovere il prodotto, ma l’ormai conclamata crisi del calcio italiano rende più complicata la partita del manager.
Le ultime indagini demoscopiche realizzate per la stessa Lega, mostrano con chiarezza il calo delle presenze allo stadio e delle intenzioni di rinnovare l’abbonamento alle pay tv per seguire la Serie A. Secondo un’elaborazione dello studio Frasi, alla fine del girone di andata del campionato 2011-2012 gli spettatori a pagamento di Juve, Inter, Milan, zecche e Napoli erano stati poco più di 165 milioni; alla stessa giornata del campionato in corso sono 135 milioni: il 18% in meno.In una condizione del genere è difficile chiedere più soldi a Sky e Mediaset (per il campionato in corso pagano rispettivamente 575 e 375 milioni) o pensare che dall’estero possano arrivare operatori pronti a scommettere a scatola chiusa sul nostro campionato. Anche per questo in una recente analisi Francesco Siliato ha spiegato di non aver motivo “per immaginare che Amazon, Apple o Netflix considerino proprio quello italiano il campionato da cui iniziare le loro offerte di dirette sportive”. Come a dire che si tratta di colossi che giocano solo per vincere, ma in settori che garantiscono importanti ritorni. Twitter, per esempio, ha avviato la sua campagna con l’Nfl, il campionato di football americano: l’evento che grazie al Superbowl genera il più alto numero di ascolti al mondo. Insomma difficile che i giganti dell’Ott decidano di investire forte sul campionato europeo che oggi vale meno di tutti.
Sky e Mediaset ne sono consapevoli: sanno che toccherà a loro – in misura diversa – tenere in piedi un sistema a pezzi e vogliono sfruttare la situazione. Per questo puntano entrambi ad arrivare a trattativa privata: in questo modo sperano di ottenere lo stesso prodotto di tre anni fa un prezzo appena superiore. A loro favore giocano i diritti esteri già venduti per 371 milioni di euro a Img: se Sky comprasse tutte le partite (pacchetti A, D1 e D2 per 570 milioni di euro) e Mediaset quelle di 8 squadre a sua scelta (pacchetto B a 260 milioni) offrendo la base d’asta, nella casse della Lega entrerebbero 1,2 miliardi. Andando a trattativa privata – invece – le due emittenti sperano di far rientrare nel pacchetto i diritti per la trasmissione online (Now Tv per Sky e Infinity per Mediaset) senza sborsare i 160 milioni di euro richiesti per il pacchetto C che al momento rischia di restare invenduto.
Di certo la Lega e Infront si trovano una situazione delicata. A complicare la situazione c’è il nodo degli ascolti che andranno a incidere sulla ripartizione dei ricavi tra le squadre: più un club genera audience, più incasserà. Per aver dati comparabili, però, servirà una maggiore rotazione tra le finestre delle partite. Come a dire che anticipi e posticipi serali non potranno più essere appannaggio dei soli incontri di cartello. Un principio sacrosanto, ma in conflitto con i desiderata di Sky e Mediaset che intorno ai match delle grandi squadre costruiscono intere trasmissioni capaci di intrattenere abbonati e attirare investitori pubblicitari. Tutti temi che verranno affrontati in trattativa privata. A meno di improbabili sorprese.
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