Fair Play finanziario

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Offline Tyler87

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4506
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #20 il: 12 Mar 2015, 11:02 »
Questa è la tabella correlata all'articolo



Ma sinceramente non ho la minima idea di come leggere tali valori.
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #21 il: 12 Mar 2015, 11:05 »
Nell'indebitamento finanziario netto della Lazio è incluso il debito rinegoziato con l'erario?

Se sì, allora la Lazio è dentro in due parametri su tre.

E attenzione alla Sampdoria........ 8)

Offline Torakiki

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1330
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #22 il: 12 Mar 2015, 11:09 »
L'articolo di tuttosport è basato su un pezzo molto più lungo e approfondito postato nei giorni scorsi da quelli di Tifoso Bilanciato. Se volete approfondire l'articolo originale è qui.

Offline PARISsn

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20806
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #23 il: 12 Mar 2015, 11:13 »
Nell'indebitamento finanziario netto della Lazio è incluso il debito rinegoziato con l'erario?

Se sì, allora la Lazio è dentro in due parametri su tre.

E attenzione alla Sampdoria........ 8)

l'ho gia' scritto anche  io...ferrero e' un buffarolo e protestato storico...e' stato appena condannato per bancarotta fraudolenta per la vicenda Livingstone....a tutti sti giornalari prezzolati...che so stati pronti  a dare addosso a lotito ...e che gli piace tanto intervistare e farsi prendere per  il culo da sto' giullare...poi se la samp fa  il botto ..non vengano a fa' il pianto che nessuno sapeva  niente..come per  il parma..che la colpa e' della federazione e della lega...la rava e la fava...ma ndo' stavano quando manenti pijava  er parma con una societa' che ha sede in una cammera e cucina ??

p.s. : ho visto un siparietto di ferrero con varriale alla rai da paura...ferrero che canticchiava.." varriale..varriale...vieni in curva che ti facciamo male "....tutti a ridere..immagino se la faceva  lotito una cosa del genere..lo denunciavano al tribunale internazionale dell' Aia  8)

Offline bak

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20168
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #24 il: 12 Mar 2015, 11:34 »
l'ho gia' scritto anche  io...ferrero e' un buffarolo e protestato storico...e' stato appena condannato per bancarotta fraudolenta per la vicenda Livingstone....a tutti sti giornalari prezzolati...che so stati pronti  a dare addosso a lotito ...e che gli piace tanto intervistare e farsi prendere per  il culo da sto' giullare...poi se la samp fa  il botto ..non vengano a fa' il pianto che nessuno sapeva  niente..come per  il parma..che la colpa e' della federazione e della lega...la rava e la fava...ma ndo' stavano quando manenti pijava  er parma con una societa' che ha sede in una cammera e cucina ??

p.s. : ho visto un siparietto di ferrero con varriale alla rai da paura...ferrero che canticchiava.." varriale..varriale...vieni in curva che ti facciamo male "....tutti a ridere..immagino se la faceva  lotito una cosa del genere..lo denunciavano al tribunale internazionale dell' Aia  8)
L'unico che mi risulta lo abbia denunciato è Mario Giordano, quello di rete4 e di Libero

Strani giri e una compagnia aerea fallita: il lato meno divertente di Massimo Ferrero

Al suo primo incontro con i tifosi della Sampdoria fece scalpore perché gridò: «Non sono venuto qui a contare le macchie di leopardo». Alla prima intervista da presidente fece scalpore perché propose di mettere delle miss a bordo campo, al posto dei raccattapalle. Al primo intervento tv nel dopo partita fece scalpore perché si comportò da cascamorto con la conduttrice Ilaria D’Amico: «C’ho er mosquito, vorrei portarla a Ostia Lido...». L’arrivo di Massimo Ferrero, detto Er Viperetta, nel mondo del calcio è passato tutt’altro che inosservato. È subito diventato uno dei protagonisti dello show pallonaro con le corse folli sotto la curva, i balletti, la bandana della Samp sulla testa, i capelli arruffati,la cravatta molle e le scarpe bicolori, toni sempre sopra le righe, «me so’ rotto li [...]» e «non c’ho l’anello ar naso», frasi incompiute e gaffe micidiali. Anche Maurizio Crozza l’ha subito prescelto per il suo zoo di personaggi meritevoli di imitazione. Indimenticabili le macchiette in cui il comico veste i panni d’Er Viperetta: annuncia di essersi innamorato della «città di Sampdoria», storpia i nomi, cita i suoi amici attori «Roberto Sordi» e «Dina Lollobrigida». E non sapendo che la maglia della squadra di cui è presidente è blucerchiata, dice: mi metto la divisa «bruciacchiata».

Roba da ridere, roba da show. Ma anche nella realtà le gaffe di Ferrero non sono da meno. Come quando ha definito il presidente indonesiano dell’Inter un «filippino». Come quando ha scritto un tweet sgrammaticato: «A Roma per lasciare hai laziali un bel dolore» (e poi ha commentato: «Era voluto»). O come quando a un giornalista di Panorama, che gli parlava di filantropi, ha chiesto: «So’ quelli che si comprano i francobolli?». Ma, in verità, non si capisce se quella del personaggio popolano, tutto caciotta e passione, zotico furbo e geniale, slang coatto e idee da Hollywood, sia davvero la sua natura. O se è soltanto una parte che recita perché gli fa assai comodo poter dire quel che gli pare in assoluta libertà, con la scusa del «so’ fatto così». Appena arrivato a Genova, per esempio, ha lanciato l’idea di costruire un nuovo stadio: lo vorrebbe sul mare, futuristico, avveniristico, unico al mondo, con l’imprinting di Renzo Piano, un porticciolo come parcheggio, gli yacht che attraccano sotto le tribune. «Non sarà solo per il calcio, ma sarà un luogo di intartaiment» dice. E quando sarà costruito («Io aspico ’sto progetto di portarlo in vita...») sarà battezzato “Balena Bianca” mentre la Samp per festeggiare cambierà inno, adottando “Una rotonda sul mare”.

Tutto perfetto, a parte la grammatica: ci sono pure il nome e la canzone. Ma resta un problema: chi paga? Ovvio: «Pantalone» risponde lui, fra una smorfia e una strizzata d’occhio alla D’Amico. «C’è sempre un Pantalone che paga». C’è sempre un Pantalone che paga, si capisce. E pazienza se Er Viperetta, con il suo accento da coda alla vaccinara, sta a Genova più o meno come Totò stava a Cuneo: quello che conta è il business, dove c’è, bisogna buttarsi. La Sampdoria, in effetti, per Ferrero è la vetrina importante, la grande occasione di popolarità: eredita una società gestita da anni dai petrolieri, prima i Mantovani, poi i Garrone, gente seria, con il birignao alla ligure, establishment della Lanterna, rigore e riservatezza, e ci catapulta dentro lo spirito burino della suburra romana. Un cocktail devastante. Qualcuno dice che la società gliel’hanno regalata, lui sostiene di averci investito 50 milioni. Chi lo sa. Di sicuro il giorno in cui a Genova diventa presidente dei «bruciacchiati», a Busto Arsizio chiede il patteggiamento per bancarotta fraudolenta. Proprio nelle stesse ore. Da una parte il trampolino della celebrità. Dall’altra un’oscura vicenda legata al fallimento della compagnia aerea Livingston per cui Massimo Ferrero entra a tutto diritto nella nostra galleria dei pescecani.

Questo è quello che vi racconteremo tra poco: la pagina meno nota di un presidente che è diventato assai noto. Fin troppo. Perché le sue follie, nel frattempo, si sono trasformate in agiografia, le sue sparate sono accolte ovunque da applausi. Si capisce: la coperta del ridicolo rende tutto simpatico, anche i crac, i buchi neri, la condanna giovanile per abuso edilizio, i dipendenti della Livingston lasciati a casa, i debiti non pagati, i fallimenti finanziari, i soldi intascati in modo fraudolento... Fa tutto ridere, come quando il comico Crozza gli fa dire, mescolando fede sampdoriana e accento romano: «Forza Doria, forza lupi, sono sepolto da li mutui...». Com’è divertente, com’è pittoresco. Il grande circo del calcio ci gode a correre dietro al nuovo personaggio, che promette: «Basta con la noia, vi farò divertire». E che riporta alla luce i fasti dei mitici presidenti dei tempi d’oro, gli Anconetani, i Rozzi, i Massimino, quelli che quando l’allenatore diceva loro: «Presidente, la squadra c’è, manca solo un po’ d’amalgama», rispondevano: «Amalgama? Lo compriamo al prossimo calciomercato...».

Ma certo: come non guardare con simpatia la storia di Massimo Ferrero, il ragazzo del Testaccio, figlio della Roma popolare, papà tramviere della linea 95, mamma con banco ambulante all’Esquilino, che da adolescente come sommo divertimento aveva quello di fare il bagno nel fontanone di piazza Navona? Come non sorridere quando racconta di aver cominciato come galoppino sui set di Luciano Salce e Tinto Brass? Come non invidiarlo quando si compiace nel ricordare Serena Grandi e Stefania Sandrelli, viste dal camerino? Lui, fra l’altro, è proprio bravo a costruire l’agiografia del popolano che ha avuto fortuna. Ogni volta un dettaglio nuovo. Come quando ricorda l’origine della sua passione per il cinema: accadde quel giorno in cui il nonno, distratto da non si sa che, lo dimenticò a Cinecittà. «Per fortuna che c’era mia nonna...». La stessa nonna cui fregava 50 lire ogni volta che le dava un bacetto: «Teneva i soldi sotto il cuscino, santa donna...». E se una santa donna tiene i soldi sotto il cuscino, perché non fregarglieli, no?

La nuova star del mondo pallonaro nasce, così, fregando i soldi alla nonna. Facendo i bagni nel fontanone. Prendendosi una condanna per abuso edilizio. E ci tiene tanto a questo suo passato. Ci tiene alla carriera che comincia dal basso. Racconta: «Mi presentavo e dicevo: buongiorno sono Massimo Ferrero, mi pija a lavorà? Nun so fa’ un cazzo». Gli è andata bene. Semplice autista, poi segretario di produzione, poi organizzatore, direttore di produzione. Lavora con tutti i grandi registi da Luigi Comencini a Bernardo Bertolucci, da Damiano Damiani a Mario Monicelli, diventa amico personale di Sylvester Stallone e di Ricky Tognazzi (che ancora oggi lo accompagna sempre in tribuna a Marassi), fa pure piccole parti da attore in “Ultrà” (del medesimo Ricky Tognazzi) e in “Camerieri” di Leone Pompucci, fa la controfigura di Giancarlo Giannini in “Travolti da un insolito destino...” di Lina Wertmüller. E si guadagna il soprannome di Er Viperetta, che pare sia stato inventato niente meno che da Monica Vitti. Poi si mette a produrre in proprio, ma gli va assai meno bene. Il debutto con “Testimoni d’amore” di tal Giacomo Campiotti è deludente: non riesce neppure a ripagare le spese. E così con tutti gli altri film: fa esordire in regia Sergio Castellitto (“Libero Burro”), assolda per l’amico Ricky grandi star come Bob Hopkins, fa fare un film anche alla moglie di Ricky, Simona Izzo, e alla cognata, Rossella Izzo. Ma come produttore proprio non sfonda: il grande successo gira al largo da lui, almeno quanto l’Accademia della Crusca dal suo eloquio...

Per fortuna c’è l’azienda della moglie. Lei è Laura Sini,quella dei Buonatavola Sini, l’azienda di Nepi, provincia di Viterbo, che esporta formaggi tipici in tutto il mondo, specialmente Stati Uniti: caciotte, pecorino romano, pecorino pepato, gran cacio etrusco, gran cacio de Roma, ricotta, ricotta romana, ricotta nostrana e ricotta Terminillo. Ferrero ha collaborato a lungo con questa azienda guadagnandosi, oltre al soprannome di Er Viperetta, quello di Caciottaro. Ma che importa? Con le caciotte si fanno i soldi e si possono produrre film in perdita. Dalla moglie ha avuto cinque figli: la più grande, Vanessa («Ma io la chiamo Misciò Impossibol»), è entrata nel consiglio d’amministrazione della Sampdoria, l’ultimo l’ha voluto chiamare Rocco Contento perché «la felicità è un attimo, la contentezza dura sempre», come ha spiegato in una delle sue travolgenti interviste. E siccome la felicità è un attimo e la contentezza dura sempre, ora si presenta in tribuna a Marassi al fianco della nuova compagna, un’appariscente truccatrice.

Da sempre vicino alla sinistra, simpatizzante di D’Alema, Ferrero ci tiene a ricordare ai suoi agiografi altri due passaggi fondamentali: l’esperienza a Cuba («Fidel Castro è un amico!») dove è stato incaricato dal governo di promuovere la cinematografia, ponendo le basi della costituzione dell’Icaic (l’Istituto cubano di arte e industria cinematografica). E l’acquisto di 60 sale cinematografiche, di cui 11 dal gruppo Cecchi Gori, compreso il mitico cinema Adriano di Roma. Ma qui le pagine dell’agiografia cominciano a confondersi e a dimenticare i buchi neri, come il maxisconto ottenuto da Ferrero sul pagamento (doveva dare 59 milioni, ne ha versati solo 25) o il fatto che alcuni di questi cinema appena comprati sono stati chiusi, venduti e trasformati in uffici (è il caso del Volturno, sempre a Roma). E viene nascosto, soprattutto, il reticolo di società che aprono, chiudono, spariscono, si scambiano beni e proprietà, falliscono e rinascono sotto nuova veste. Intrighi e pasticci, finanza ardita e spregiudicata. Alla faccia della macchietta del Viperetta ingenuo, quello che storpia i nomi, non conclude le frasi e prende casa «proprio nel centro di Sampdoria». Far ridere per non far piangere, insomma. E qui veniamo alla pagina meno nota, mai raccontata fino in fondo: il fallimento della Livingston. La vergogna che non si può dire. La vergogna che viene cancellata per non rovinare il Viperetta Show.

Ferrero entra nella compagnia aerea nel febbraio 2009, se ne esce nell’ottobre 2010 quando la società fa crac, con un buco da 40 milioni di euro e 500 dipendenti a spasso. Lui patteggia una condanna per bancarotta fraudolenta (un anno e dieci mesi) e si giustifica in un’intervista su Panorama dicendo di essere stato truffato: «Hanno trovato un povero scemo che aveva voglia di diversificare gli investimenti e l’hanno fregato». Sostiene di aver perso nell’operazione 20 milioni di euro e di aver citato per danni la Kpmg, la società di consulenza che l’ha seguito nell’acquisto. Ma è proprio andata così? Basta leggere i documenti ufficiali per capire che la maschera del simpatico giullare serve a nascondere la verità. E la verità è che Ferrero cerca di comprare la Livingston senza sborsare soldi, o meglio: sborsando solo 5 milioni di tasca sua e prendendo la maggior parte del resto dalle medesime casse della società. Si tratta di un’operazione finanziaria azzardata ma possibile, a patto che la società acquistata sia florida. Non si può sperare di pagare una società con gli incassi della stessa, invece, se gli incassi stanno crollando, come accade con la Livingston che vive perlopiù sul rapporto economico con i Viaggi del Ventaglio, tour operator in evidenti e gravi difficoltà economiche, avviato verso il fallimento.

E allora dove pensava di prenderli i soldi Er Viperetta per ripagare l’acquisto? Non sa? Non conosce? Non si rende conto? E uno compra una compagnia aerea con tanta leggerezza? Uno entra in un settore così delicato e complicato, senza denari e con tanta dabbenaggine? E per di più fidandosi ciecamente dei pagamenti di un tour operator che non ha soldi e che sta fallendo? Ai tecnici che esaminano la documentazione salta all’occhio un dettaglio: prima di comprare l’azienda, Ferrero chiede che sia rinnovata proprio la partnership con i Viaggi del Ventaglio, cioè con il cliente che trascinerà la compagnia aerea nel baratro. È l’ignoranza del coatto che si perde nelle brume di Malpensa? O c’è dell’altro? «Cambieremo le divise alle hostess» annuncia lui appena arrivato. Il solito show. Per coprire il resto. Quel che è certo, infatti (e qui vengono i dettagli davvero divertenti, altro che balletti in campo e smorfie alla telecamera), è che nei diciotto mesi in cui Er Viperetta presiede la Livingston riesce a compiere alcune operazioni davvero strane. Come quei 9,5 milioni di euro girati alla Ellemme Group, società del medesimo Ferrero che si occupa di produzioni cinematografiche. Perché una compagnia aerea in grave difficoltà economica, senza una lira in cassa e con 500 dipendenti prossimi alla disoccupazione, fa un contratto per 9,5 milioni di euro con una società che produce film? Per avere cosa, oltre che un vantaggio al medesimo produttore di film? Non è dato sapere. In compenso si sa che il 10 ottobre 2009, nel pieno della sua crisi, la Livingston ne combina un’altra: concede un finanziamento di un milione e mezzo (1.499.000 euro per l’esattezza) a Farvem Real Estate, immobiliare sempre del gruppo Ferrero. Soldi che, ovviamente, non saranno mai restituiti alla compagnia aerea.

Non è tutto. Il 6 agosto 2010 la Livingston firma un contratto di 350.000 euro a una società, la Film 9 Srl, di proprietà dell’autista di Massimo Ferrero e della sua assistente. Il contratto dovrebbe servire a far comparire il marchio della compagnia aerea in due film. È il cosiddetto “product placement”. Peccato che i due film indicati nel contratto non siano mai stati prodotti. Un problema? Un guaio? Qualcosa di cui vergognarsi? Macché. Er Viperetta, evidentemente, è molto soddisfatto di come sta pilotando gli aerei Livingston. Tanto è vero che il 10 novembre 2009 si concede una gratifica una tantum, di 800.000 euro, con la motivazione scritta nel verbale di assemblea: «Per l’impegno profuso in questo primo anno di attività...». L’impegno profuso? In diciotto mesi la compagnia aerea salta per aria, 500 dipendenti sono sulla strada, in compenso Ferrero ha dirottato 9,5 milioni a una sua società cinematografica, un milione e mezzo a una sua società immobiliare, 350.000 euro al suo autista e alla sua assistente. Poi si è dato un premio da 800.000 euro. «Non l’ho mai incassato» mi ha detto il presidente Ferrero in un colloquio telefonico dell’11 febbraio 2015. «Ribadisco: in quella vicenda sono stato solo truffato». Con tutta la simpatia che ispira il personaggio, il dubbio resta. Ecco perché diciamo che la maschera rischia di essere un inganno, la satira una coperta pericolosa: perché rende accettabile tutto, anche la bancarotta fraudolenta, così come ha reso accettabili, quasi divertenti, i furtarelli alla nonna (com’è ruspante), i bagni in piazza Navona (com’è popolare), la prima condanna giovanile per abuso edilizio (com’è caciottaro).

Quando entrò nella Livingston, Er Viperetta disse: «Per me l’aereo è un teatro di posa, il viaggio un film». Se ci pensate potrebbe ripetere le stesse parole a proposito del calcio. «Lo stadio è un teatro di posa, la partita è un film...». Applausi. Sorrisi. Dal «cambiamo la divisa alle hostess» al «cambiamo lo stadio»: ma speriamo non finisca allo stesso modo. Il calcio, già di per sé piuttosto mal ridotto, ha bisogno di tutto, meno che di altri bancarottieri fraudolenti travestiti da showman.

Mario Giordano


http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11765988/Strani-giri-e-una-compagnia-aerea.html

Offline BomberMax

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19957
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #25 il: 12 Mar 2015, 11:44 »
L'articolo di tuttosport è basato su un pezzo molto più lungo e approfondito postato nei giorni scorsi da quelli di Tifoso Bilanciato. Se volete approfondire l'articolo originale è qui.


grazie

Offline PARISsn

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20806
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #26 il: 12 Mar 2015, 11:56 »
L'unico che mi risulta lo abbia denunciato è Mario Giordano, quello di rete4 e di Libero

Strani giri e una compagnia aerea fallita: il lato meno divertente di Massimo Ferrero

Al suo primo incontro con i tifosi della Sampdoria fece scalpore perché gridò: «Non sono venuto qui a contare le macchie di leopardo». Alla prima intervista da presidente fece scalpore perché propose di mettere delle miss a bordo campo, al posto dei raccattapalle. Al primo intervento tv nel dopo partita fece scalpore perché si comportò da cascamorto con la conduttrice Ilaria D’Amico: «C’ho er mosquito, vorrei portarla a Ostia Lido...». L’arrivo di Massimo Ferrero, detto Er Viperetta, nel mondo del calcio è passato tutt’altro che inosservato. È subito diventato uno dei protagonisti dello show pallonaro con le corse folli sotto la curva, i balletti, la bandana della Samp sulla testa, i capelli arruffati,la cravatta molle e le scarpe bicolori, toni sempre sopra le righe, «me so’ rotto li [...]» e «non c’ho l’anello ar naso», frasi incompiute e gaffe micidiali. Anche Maurizio Crozza l’ha subito prescelto per il suo zoo di personaggi meritevoli di imitazione. Indimenticabili le macchiette in cui il comico veste i panni d’Er Viperetta: annuncia di essersi innamorato della «città di Sampdoria», storpia i nomi, cita i suoi amici attori «Roberto Sordi» e «Dina Lollobrigida». E non sapendo che la maglia della squadra di cui è presidente è blucerchiata, dice: mi metto la divisa «bruciacchiata».

Roba da ridere, roba da show. Ma anche nella realtà le gaffe di Ferrero non sono da meno. Come quando ha definito il presidente indonesiano dell’Inter un «filippino». Come quando ha scritto un tweet sgrammaticato: «A Roma per lasciare hai laziali un bel dolore» (e poi ha commentato: «Era voluto»). O come quando a un giornalista di Panorama, che gli parlava di filantropi, ha chiesto: «So’ quelli che si comprano i francobolli?». Ma, in verità, non si capisce se quella del personaggio popolano, tutto caciotta e passione, zotico furbo e geniale, slang coatto e idee da Hollywood, sia davvero la sua natura. O se è soltanto una parte che recita perché gli fa assai comodo poter dire quel che gli pare in assoluta libertà, con la scusa del «so’ fatto così». Appena arrivato a Genova, per esempio, ha lanciato l’idea di costruire un nuovo stadio: lo vorrebbe sul mare, futuristico, avveniristico, unico al mondo, con l’imprinting di Renzo Piano, un porticciolo come parcheggio, gli yacht che attraccano sotto le tribune. «Non sarà solo per il calcio, ma sarà un luogo di intartaiment» dice. E quando sarà costruito («Io aspico ’sto progetto di portarlo in vita...») sarà battezzato “Balena Bianca” mentre la Samp per festeggiare cambierà inno, adottando “Una rotonda sul mare”.

Tutto perfetto, a parte la grammatica: ci sono pure il nome e la canzone. Ma resta un problema: chi paga? Ovvio: «Pantalone» risponde lui, fra una smorfia e una strizzata d’occhio alla D’Amico. «C’è sempre un Pantalone che paga». C’è sempre un Pantalone che paga, si capisce. E pazienza se Er Viperetta, con il suo accento da coda alla vaccinara, sta a Genova più o meno come Totò stava a Cuneo: quello che conta è il business, dove c’è, bisogna buttarsi. La Sampdoria, in effetti, per Ferrero è la vetrina importante, la grande occasione di popolarità: eredita una società gestita da anni dai petrolieri, prima i Mantovani, poi i Garrone, gente seria, con il birignao alla ligure, establishment della Lanterna, rigore e riservatezza, e ci catapulta dentro lo spirito burino della suburra romana. Un cocktail devastante. Qualcuno dice che la società gliel’hanno regalata, lui sostiene di averci investito 50 milioni. Chi lo sa. Di sicuro il giorno in cui a Genova diventa presidente dei «bruciacchiati», a Busto Arsizio chiede il patteggiamento per bancarotta fraudolenta. Proprio nelle stesse ore. Da una parte il trampolino della celebrità. Dall’altra un’oscura vicenda legata al fallimento della compagnia aerea Livingston per cui Massimo Ferrero entra a tutto diritto nella nostra galleria dei pescecani.

Questo è quello che vi racconteremo tra poco: la pagina meno nota di un presidente che è diventato assai noto. Fin troppo. Perché le sue follie, nel frattempo, si sono trasformate in agiografia, le sue sparate sono accolte ovunque da applausi. Si capisce: la coperta del ridicolo rende tutto simpatico, anche i crac, i buchi neri, la condanna giovanile per abuso edilizio, i dipendenti della Livingston lasciati a casa, i debiti non pagati, i fallimenti finanziari, i soldi intascati in modo fraudolento... Fa tutto ridere, come quando il comico Crozza gli fa dire, mescolando fede sampdoriana e accento romano: «Forza Doria, forza lupi, sono sepolto da li mutui...». Com’è divertente, com’è pittoresco. Il grande circo del calcio ci gode a correre dietro al nuovo personaggio, che promette: «Basta con la noia, vi farò divertire». E che riporta alla luce i fasti dei mitici presidenti dei tempi d’oro, gli Anconetani, i Rozzi, i Massimino, quelli che quando l’allenatore diceva loro: «Presidente, la squadra c’è, manca solo un po’ d’amalgama», rispondevano: «Amalgama? Lo compriamo al prossimo calciomercato...».

Ma certo: come non guardare con simpatia la storia di Massimo Ferrero, il ragazzo del Testaccio, figlio della Roma popolare, papà tramviere della linea 95, mamma con banco ambulante all’Esquilino, che da adolescente come sommo divertimento aveva quello di fare il bagno nel fontanone di piazza Navona? Come non sorridere quando racconta di aver cominciato come galoppino sui set di Luciano Salce e Tinto Brass? Come non invidiarlo quando si compiace nel ricordare Serena Grandi e Stefania Sandrelli, viste dal camerino? Lui, fra l’altro, è proprio bravo a costruire l’agiografia del popolano che ha avuto fortuna. Ogni volta un dettaglio nuovo. Come quando ricorda l’origine della sua passione per il cinema: accadde quel giorno in cui il nonno, distratto da non si sa che, lo dimenticò a Cinecittà. «Per fortuna che c’era mia nonna...». La stessa nonna cui fregava 50 lire ogni volta che le dava un bacetto: «Teneva i soldi sotto il cuscino, santa donna...». E se una santa donna tiene i soldi sotto il cuscino, perché non fregarglieli, no?

La nuova star del mondo pallonaro nasce, così, fregando i soldi alla nonna. Facendo i bagni nel fontanone. Prendendosi una condanna per abuso edilizio. E ci tiene tanto a questo suo passato. Ci tiene alla carriera che comincia dal basso. Racconta: «Mi presentavo e dicevo: buongiorno sono Massimo Ferrero, mi pija a lavorà? Nun so fa’ un cazzo». Gli è andata bene. Semplice autista, poi segretario di produzione, poi organizzatore, direttore di produzione. Lavora con tutti i grandi registi da Luigi Comencini a Bernardo Bertolucci, da Damiano Damiani a Mario Monicelli, diventa amico personale di Sylvester Stallone e di Ricky Tognazzi (che ancora oggi lo accompagna sempre in tribuna a Marassi), fa pure piccole parti da attore in “Ultrà” (del medesimo Ricky Tognazzi) e in “Camerieri” di Leone Pompucci, fa la controfigura di Giancarlo Giannini in “Travolti da un insolito destino...” di Lina Wertmüller. E si guadagna il soprannome di Er Viperetta, che pare sia stato inventato niente meno che da Monica Vitti. Poi si mette a produrre in proprio, ma gli va assai meno bene. Il debutto con “Testimoni d’amore” di tal Giacomo Campiotti è deludente: non riesce neppure a ripagare le spese. E così con tutti gli altri film: fa esordire in regia Sergio Castellitto (“Libero Burro”), assolda per l’amico Ricky grandi star come Bob Hopkins, fa fare un film anche alla moglie di Ricky, Simona Izzo, e alla cognata, Rossella Izzo. Ma come produttore proprio non sfonda: il grande successo gira al largo da lui, almeno quanto l’Accademia della Crusca dal suo eloquio...

Per fortuna c’è l’azienda della moglie. Lei è Laura Sini,quella dei Buonatavola Sini, l’azienda di Nepi, provincia di Viterbo, che esporta formaggi tipici in tutto il mondo, specialmente Stati Uniti: caciotte, pecorino romano, pecorino pepato, gran cacio etrusco, gran cacio de Roma, ricotta, ricotta romana, ricotta nostrana e ricotta Terminillo. Ferrero ha collaborato a lungo con questa azienda guadagnandosi, oltre al soprannome di Er Viperetta, quello di Caciottaro. Ma che importa? Con le caciotte si fanno i soldi e si possono produrre film in perdita. Dalla moglie ha avuto cinque figli: la più grande, Vanessa («Ma io la chiamo Misciò Impossibol»), è entrata nel consiglio d’amministrazione della Sampdoria, l’ultimo l’ha voluto chiamare Rocco Contento perché «la felicità è un attimo, la contentezza dura sempre», come ha spiegato in una delle sue travolgenti interviste. E siccome la felicità è un attimo e la contentezza dura sempre, ora si presenta in tribuna a Marassi al fianco della nuova compagna, un’appariscente truccatrice.

Da sempre vicino alla sinistra, simpatizzante di D’Alema, Ferrero ci tiene a ricordare ai suoi agiografi altri due passaggi fondamentali: l’esperienza a Cuba («Fidel Castro è un amico!») dove è stato incaricato dal governo di promuovere la cinematografia, ponendo le basi della costituzione dell’Icaic (l’Istituto cubano di arte e industria cinematografica). E l’acquisto di 60 sale cinematografiche, di cui 11 dal gruppo Cecchi Gori, compreso il mitico cinema Adriano di Roma. Ma qui le pagine dell’agiografia cominciano a confondersi e a dimenticare i buchi neri, come il maxisconto ottenuto da Ferrero sul pagamento (doveva dare 59 milioni, ne ha versati solo 25) o il fatto che alcuni di questi cinema appena comprati sono stati chiusi, venduti e trasformati in uffici (è il caso del Volturno, sempre a Roma). E viene nascosto, soprattutto, il reticolo di società che aprono, chiudono, spariscono, si scambiano beni e proprietà, falliscono e rinascono sotto nuova veste. Intrighi e pasticci, finanza ardita e spregiudicata. Alla faccia della macchietta del Viperetta ingenuo, quello che storpia i nomi, non conclude le frasi e prende casa «proprio nel centro di Sampdoria». Far ridere per non far piangere, insomma. E qui veniamo alla pagina meno nota, mai raccontata fino in fondo: il fallimento della Livingston. La vergogna che non si può dire. La vergogna che viene cancellata per non rovinare il Viperetta Show.

Ferrero entra nella compagnia aerea nel febbraio 2009, se ne esce nell’ottobre 2010 quando la società fa crac, con un buco da 40 milioni di euro e 500 dipendenti a spasso. Lui patteggia una condanna per bancarotta fraudolenta (un anno e dieci mesi) e si giustifica in un’intervista su Panorama dicendo di essere stato truffato: «Hanno trovato un povero scemo che aveva voglia di diversificare gli investimenti e l’hanno fregato». Sostiene di aver perso nell’operazione 20 milioni di euro e di aver citato per danni la Kpmg, la società di consulenza che l’ha seguito nell’acquisto. Ma è proprio andata così? Basta leggere i documenti ufficiali per capire che la maschera del simpatico giullare serve a nascondere la verità. E la verità è che Ferrero cerca di comprare la Livingston senza sborsare soldi, o meglio: sborsando solo 5 milioni di tasca sua e prendendo la maggior parte del resto dalle medesime casse della società. Si tratta di un’operazione finanziaria azzardata ma possibile, a patto che la società acquistata sia florida. Non si può sperare di pagare una società con gli incassi della stessa, invece, se gli incassi stanno crollando, come accade con la Livingston che vive perlopiù sul rapporto economico con i Viaggi del Ventaglio, tour operator in evidenti e gravi difficoltà economiche, avviato verso il fallimento.

E allora dove pensava di prenderli i soldi Er Viperetta per ripagare l’acquisto? Non sa? Non conosce? Non si rende conto? E uno compra una compagnia aerea con tanta leggerezza? Uno entra in un settore così delicato e complicato, senza denari e con tanta dabbenaggine? E per di più fidandosi ciecamente dei pagamenti di un tour operator che non ha soldi e che sta fallendo? Ai tecnici che esaminano la documentazione salta all’occhio un dettaglio: prima di comprare l’azienda, Ferrero chiede che sia rinnovata proprio la partnership con i Viaggi del Ventaglio, cioè con il cliente che trascinerà la compagnia aerea nel baratro. È l’ignoranza del coatto che si perde nelle brume di Malpensa? O c’è dell’altro? «Cambieremo le divise alle hostess» annuncia lui appena arrivato. Il solito show. Per coprire il resto. Quel che è certo, infatti (e qui vengono i dettagli davvero divertenti, altro che balletti in campo e smorfie alla telecamera), è che nei diciotto mesi in cui Er Viperetta presiede la Livingston riesce a compiere alcune operazioni davvero strane. Come quei 9,5 milioni di euro girati alla Ellemme Group, società del medesimo Ferrero che si occupa di produzioni cinematografiche. Perché una compagnia aerea in grave difficoltà economica, senza una lira in cassa e con 500 dipendenti prossimi alla disoccupazione, fa un contratto per 9,5 milioni di euro con una società che produce film? Per avere cosa, oltre che un vantaggio al medesimo produttore di film? Non è dato sapere. In compenso si sa che il 10 ottobre 2009, nel pieno della sua crisi, la Livingston ne combina un’altra: concede un finanziamento di un milione e mezzo (1.499.000 euro per l’esattezza) a Farvem Real Estate, immobiliare sempre del gruppo Ferrero. Soldi che, ovviamente, non saranno mai restituiti alla compagnia aerea.

Non è tutto. Il 6 agosto 2010 la Livingston firma un contratto di 350.000 euro a una società, la Film 9 Srl, di proprietà dell’autista di Massimo Ferrero e della sua assistente. Il contratto dovrebbe servire a far comparire il marchio della compagnia aerea in due film. È il cosiddetto “product placement”. Peccato che i due film indicati nel contratto non siano mai stati prodotti. Un problema? Un guaio? Qualcosa di cui vergognarsi? Macché. Er Viperetta, evidentemente, è molto soddisfatto di come sta pilotando gli aerei Livingston. Tanto è vero che il 10 novembre 2009 si concede una gratifica una tantum, di 800.000 euro, con la motivazione scritta nel verbale di assemblea: «Per l’impegno profuso in questo primo anno di attività...». L’impegno profuso? In diciotto mesi la compagnia aerea salta per aria, 500 dipendenti sono sulla strada, in compenso Ferrero ha dirottato 9,5 milioni a una sua società cinematografica, un milione e mezzo a una sua società immobiliare, 350.000 euro al suo autista e alla sua assistente. Poi si è dato un premio da 800.000 euro. «Non l’ho mai incassato» mi ha detto il presidente Ferrero in un colloquio telefonico dell’11 febbraio 2015. «Ribadisco: in quella vicenda sono stato solo truffato». Con tutta la simpatia che ispira il personaggio, il dubbio resta. Ecco perché diciamo che la maschera rischia di essere un inganno, la satira una coperta pericolosa: perché rende accettabile tutto, anche la bancarotta fraudolenta, così come ha reso accettabili, quasi divertenti, i furtarelli alla nonna (com’è ruspante), i bagni in piazza Navona (com’è popolare), la prima condanna giovanile per abuso edilizio (com’è caciottaro).

Quando entrò nella Livingston, Er Viperetta disse: «Per me l’aereo è un teatro di posa, il viaggio un film». Se ci pensate potrebbe ripetere le stesse parole a proposito del calcio. «Lo stadio è un teatro di posa, la partita è un film...». Applausi. Sorrisi. Dal «cambiamo la divisa alle hostess» al «cambiamo lo stadio»: ma speriamo non finisca allo stesso modo. Il calcio, già di per sé piuttosto mal ridotto, ha bisogno di tutto, meno che di altri bancarottieri fraudolenti travestiti da showman.

Mario Giordano


http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11765988/Strani-giri-e-una-compagnia-aerea.html

ecco allora quando la samp fara' er botto...i vari caressa e compagnia bella..invece di prendersela con federazione e lega che non hanno vigilato..se ricordassero di essere giornalisti...e i giornalisti fanno inchieste...e le dovrebbero fare prima che scoppiano i bubboni..non dopo..dopo so capace pure  io. il giornalista  indaga..scava..fa  inchieste e informa di come stanno le cose  il cittadino qualunque...senno non sei un giornalista..sei un passacarte..un mezzobusto... 8)
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #27 il: 12 Mar 2015, 12:07 »
L'articolo di tuttosport è basato su un pezzo molto più lungo e approfondito postato nei giorni scorsi da quelli di Tifoso Bilanciato. Se volete approfondire l'articolo originale è qui.

E' chiaro che il primo indicatore è quello che più incide nella valutazione complessiva di una azienda.

Il secondo è un parametro (se capisco bene) che dipende molto da come vengono a patrimonio i calciatori. non sempre nella gestione conviene aumentare il patrimonio giocatori, a volte si fanno svalutazioni e ostrani artifici che incidono comunque nel breve tempo.

anche il terzi è un indicatore su un periodo breve dove incidono ad esempio i minori/maggiori ricavi di una partecipazione a una coppa.

In generale, direi che la Lazio è abbastanza sana come società. Con una CL sistemerebbe il bilancio per diversi anni senza dover vendere nessuno, diversamente qualche cessione (speriamo nessun pezzo pregiato) potrebbe essere necessaria assime ad acquisti a zero + un prestito con diritto di riscatto (ex. Immobile). Il discriminante è la CL.

Se non capisco male, il terzo indicatore, che è rispettato solo dall'Udinese, se NON rispettato, inibisce le operazioni di mercato con esborso immediato (senza aver prima venduto o ricapitalizzato), ma allora perché tutti continuano ad acquistare?
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #28 il: 12 Mar 2015, 12:08 »
ecco allora quando la samp fara' er botto...i vari caressa e compagnia bella..invece di prendersela con federazione e lega che non hanno vigilato..se ricordassero di essere giornalisti...e i giornalisti fanno inchieste...e le dovrebbero fare prima che scoppiano i bubboni..non dopo..dopo so capace pure  io. il giornalista  indaga..scava..fa  inchieste e informa di come stanno le cose  il cittadino qualunque...senno non sei un giornalista..sei un passacarte..un mezzobusto... 8)

il massimo sarebbe che il bubbone scoppia fra un paio di settimana e che nel frattempo la samp fa lo scherzetto alla riomma ...
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #29 il: 12 Mar 2015, 12:52 »
Gli acquisti vengono fatti prevalentemente all'estero, per queste operazioni non c'è l'obbligo di fornire la copertura finanziaria contestuale al contratto, in Italia invece passa tutto per la "camera di compensazione" della Lega e quando c'è uno sbilanciamento vige l'obbligo di offrire garanzie tipo le fidejussioni, per aggirare questo obbligo si è fatto largo uso delle plusvalenze fittizie, in alcuni casi aggravate dagli scambi di comproprietà e da quando queste sono state abolite dalle nuove formule di prestito con diritto od obbligo di riscatto, tutti sistemi per gonfiare l'attivo patrimoniale ma che comportano solo l'aumento dei costi correnti se non c'è una reale utilità delle operazioni, oggi la Gazzetta di Parma per esempio mette in evidenza come la comproprietà di Crisetig tra Parma ed Inter è stata valutata 9,5 milioni, qualcuno ha quindi una posta di 19m a bilancio, e 3,8 milioni di ammortamento tra i costi, spulciando nel bilancio del Genoa si scopre che nella primavera figura il nostro ex Tommasone, preso anche lui in comproprietà dall'Inter per 1,5 milioni, un'operazione minore ma assurda dal punto di vista economico e dai risvolti inquietanti se fatta insieme ad altre decine simili.     

Offline ES

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Re:Fair Play finanziario
« Risposta #30 il: 12 Mar 2015, 13:46 »
La nostra situazione è perfettamente sotto controllo, chiaro ci sarà da litigare in sezione talk con chi chiede la punta da 20 milioni, ma questo duro lavoro noi "tifosi der bilancio" dobbiamo farlo..  ;)
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #31 il: 12 Mar 2015, 14:15 »
Gli acquisti vengono fatti prevalentemente all'estero, per queste operazioni non c'è l'obbligo di fornire la copertura finanziaria contestuale al contratto, in Italia invece passa tutto per la "camera di compensazione" della Lega e quando c'è uno sbilanciamento vige l'obbligo di offrire garanzie tipo le fidejussioni, per aggirare questo obbligo si è fatto largo uso delle plusvalenze fittizie, in alcuni casi aggravate dagli scambi di comproprietà e da quando queste sono state abolite dalle nuove formule di prestito con diritto od obbligo di riscatto, tutti sistemi per gonfiare l'attivo patrimoniale ma che comportano solo l'aumento dei costi correnti se non c'è una reale utilità delle operazioni, oggi la Gazzetta di Parma per esempio mette in evidenza come la comproprietà di Crisetig tra Parma ed Inter è stata valutata 9,5 milioni, qualcuno ha quindi una posta di 19m a bilancio, e 3,8 milioni di ammortamento tra i costi, spulciando nel bilancio del Genoa si scopre che nella primavera figura il nostro ex Tommasone, preso anche lui in comproprietà dall'Inter per 1,5 milioni, un'operazione minore ma assurda dal punto di vista economico e dai risvolti inquietanti se fatta insieme ad altre decine simili.   

grazie della spiegazione. ma quindi il secondo indicatore che è citato nell'articolo è fortemente influenzato da queste operazioni?
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #32 il: 12 Mar 2015, 14:37 »
l'ho gia' scritto anche  io...ferrero e' un buffarolo e protestato storico...e' stato appena condannato per bancarotta fraudolenta per la vicenda Livingstone....a tutti sti giornalari prezzolati...che so stati pronti  a dare addosso a lotito ...e che gli piace tanto intervistare e farsi prendere per  il culo da sto' giullare...poi se la samp fa  il botto ..non vengano a fa' il pianto che nessuno sapeva  niente..come per  il parma..che la colpa e' della federazione e della lega...la rava e la fava...ma ndo' stavano quando manenti pijava  er parma con una societa' che ha sede in una cammera e cucina ??

p.s. : ho visto un siparietto di ferrero con varriale alla rai da paura...ferrero che canticchiava.." varriale..varriale...vieni in curva che ti facciamo male "....tutti a ridere..immagino se la faceva  lotito una cosa del genere..lo denunciavano al tribunale internazionale dell' Aia  8)
beh nzomma.... di queste cose se ne devono occupare loro, agli altri puoi imputare al massimo di non essersi imformati ma mica so preposti loro a controllare.
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #33 il: 12 Mar 2015, 15:37 »
grazie della spiegazione. ma quindi il secondo indicatore che è citato nell'articolo è fortemente influenzato da queste operazioni?

Decisamente, questo perché "i calciatori" sono per la gran parte l'unico patrimonio delle società, la tabella specifica, anche se non aggiornata, è questa:

le controindicazioni nella ipervalutazione del patrimonio calciatori sono la volatilità dei prezzi e i costi reali che portano nella gestione societaria, un sistema al collasso che non può garantire plusvalenze continue rischia il crollo improvviso, quando ci fu la crisi post 2000 si inventarono gli ammortamenti decennali, il famoso "Spalmadebiti" poi bocciato dall'Unione Europea e per ovviare a questa bocciatura le società scorporarono il Marchio creando le condizioni per riequilibrare i bilanci, http://marcobellinazzo.blog.ilsole24ore.com/2014/02/12/dal-milan-al-genoa-in-serie-a-le-cessioni-dei-marchi-valgono-oltre-600-milioni/
adesso con la nuova crisi i nodi tornano al pettine e chi non ha avuto una gestione "virtuosa" rischia grosso, qualcuno riesce a trovare chi gli finanzia il debito, altri nuovi soci che portano capitali freschi e a chi non può percorrere queste strade non rimane altro che ridimensionare le ambizioni a meno che non riesca a portare in fretta i bilanci in equilibrio e per farlo in Italia vista la stasi dei ricavi da "gestione normale" non rimane che ridurre i costi.   
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #34 il: 26 Mar 2015, 20:15 »

Offline Alexxio

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Re:Fair Play finanziario
« Risposta #35 il: 26 Mar 2015, 22:13 »
Iscrizioni alla Serie A, ecco il fair play finanziario
Il Consiglio Federale approva la riforma delle licenze nazionali: garanzie sulla liquidità, blocco del calciomercato dal 2016-17 per chi sfora, obbligo di pareggio del bilancio

ROMA - Nuovo sistema delle licenze nazionali già approvato la Serie A, mentre il provvedimento per Serie B e Lega Pro slitterà di quindici giorni. Il Consiglio Federale ha varato la nuova norma che mira a ottenere per i club italiani l'equilibrio economico-finanziario con il pareggio di bilancio dal 2018-19.
 
NUOVI INDICATORI - Dalla stagione 2015-16 saranno introdotti tre nuovi indicatori: l'indice di liquidità, calcolato attraverso il rapporto tra attività correnti e passività correnti, che servirà a garantire che il club abbia le risorse per portare a fondo la stagione; l'indicatore dell'indebitamento (debiti rispetto al valore della produzione); il costo del lavoro allargato (non solo i tesserati) rispetto ai ricavi. Nel prossimo Consiglio Federale saranno indicati i "numeri" da rispettare da qui a quattro anni.
 
SANZIONI - Per la prossima stagione questi parametri saranno solo monitorati; dal 2016-17scatterà il blocco al calciomercato, con l'obbligo cioè di chiudere la sessione in attivo (più cessioni e meno acquisti); il rispetto dei nuovi indicatori sarà indispensabile per iscriversi al campionato 2017-18, mentre dal 2018-19 si otterrà la licenza solo in presenza di pareggio di bilancio.
Tra le novità, il pagamento dei debiti nei confronti delle società straniere: è un requisito già previsto per le squadre che intendono partecipare alle coppe europee.
 
ACQUISTO DI CLUB - Chi intende acquisire almeno il 10% di quote di società professionistiche (A, B e Lega Pro) dovrà soddisfare i requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria (certificata da istituto di credito di prima classe), provando la liceità della provenienza delle risorse. In collaborazione con il Ministero degli Interni verrà anche richiesta la certificazione antimafia.
 
TAVECCHIO - «La filosofia è quella di curare il malato», commenta con soddisfazione il presidente Tavecchio. «E' un passo enorme sul mantenimento del sistema calcio, poi toccherà alla riforma dei campionati». Per il dg Michele Uva «un sistema sostenibile, e con regole certe, attrarrà nuovi investimenti anche dall'estero».

Offline vagabond

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Re:Fair Play finanziario
« Risposta #36 il: 26 Mar 2015, 22:30 »
Iscrizioni alla Serie A, ecco il fair play finanziario
Il Consiglio Federale approva la riforma delle licenze nazionali: garanzie sulla liquidità, blocco del calciomercato dal 2016-17 per chi sfora, obbligo di pareggio del bilancio

ROMA - Nuovo sistema delle licenze nazionali già approvato la Serie A, mentre il provvedimento per Serie B e Lega Pro slitterà di quindici giorni. Il Consiglio Federale ha varato la nuova norma che mira a ottenere per i club italiani l'equilibrio economico-finanziario con il pareggio di bilancio dal 2018-19.
 
NUOVI INDICATORI - Dalla stagione 2015-16 saranno introdotti tre nuovi indicatori: l'indice di liquidità, calcolato attraverso il rapporto tra attività correnti e passività correnti, che servirà a garantire che il club abbia le risorse per portare a fondo la stagione; l'indicatore dell'indebitamento (debiti rispetto al valore della produzione); il costo del lavoro allargato (non solo i tesserati) rispetto ai ricavi. Nel prossimo Consiglio Federale saranno indicati i "numeri" da rispettare da qui a quattro anni.
 
SANZIONI - Per la prossima stagione questi parametri saranno solo monitorati; dal 2016-17scatterà il blocco al calciomercato, con l'obbligo cioè di chiudere la sessione in attivo (più cessioni e meno acquisti); il rispetto dei nuovi indicatori sarà indispensabile per iscriversi al campionato 2017-18, mentre dal 2018-19 si otterrà la licenza solo in presenza di pareggio di bilancio.
Tra le novità, il pagamento dei debiti nei confronti delle società straniere: è un requisito già previsto per le squadre che intendono partecipare alle coppe europee.
 
ACQUISTO DI CLUB - Chi intende acquisire almeno il 10% di quote di società professionistiche (A, B e Lega Pro) dovrà soddisfare i requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria (certificata da istituto di credito di prima classe), provando la liceità della provenienza delle risorse. In collaborazione con il Ministero degli Interni verrà anche richiesta la certificazione antimafia.
 
TAVECCHIO - «La filosofia è quella di curare il malato», commenta con soddisfazione il presidente Tavecchio. «E' un passo enorme sul mantenimento del sistema calcio, poi toccherà alla riforma dei campionati». Per il dg Michele Uva «un sistema sostenibile, e con regole certe, attrarrà nuovi investimenti anche dall'estero».

questa è la botta che temevano i diversamente corropolesi.

Offline ES

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Re:Fair Play finanziario
« Risposta #37 il: 26 Mar 2015, 23:45 »
Iscrizioni alla Serie A, ecco il fair play finanziario
Il Consiglio Federale approva la riforma delle licenze nazionali: garanzie sulla liquidità, blocco del calciomercato dal 2016-17 per chi sfora, obbligo di pareggio del bilancio

ROMA - Nuovo sistema delle licenze nazionali già approvato la Serie A, mentre il provvedimento per Serie B e Lega Pro slitterà di quindici giorni. Il Consiglio Federale ha varato la nuova norma che mira a ottenere per i club italiani l'equilibrio economico-finanziario con il pareggio di bilancio dal 2018-19.
 
NUOVI INDICATORI - Dalla stagione 2015-16 saranno introdotti tre nuovi indicatori: l'indice di liquidità, calcolato attraverso il rapporto tra attività correnti e passività correnti, che servirà a garantire che il club abbia le risorse per portare a fondo la stagione; l'indicatore dell'indebitamento (debiti rispetto al valore della produzione); il costo del lavoro allargato (non solo i tesserati) rispetto ai ricavi. Nel prossimo Consiglio Federale saranno indicati i "numeri" da rispettare da qui a quattro anni.
 
SANZIONI - Per la prossima stagione questi parametri saranno solo monitorati; dal 2016-17scatterà il blocco al calciomercato, con l'obbligo cioè di chiudere la sessione in attivo (più cessioni e meno acquisti); il rispetto dei nuovi indicatori sarà indispensabile per iscriversi al campionato 2017-18, mentre dal 2018-19 si otterrà la licenza solo in presenza di pareggio di bilancio.
Tra le novità, il pagamento dei debiti nei confronti delle società straniere: è un requisito già previsto per le squadre che intendono partecipare alle coppe europee.
 
ACQUISTO DI CLUB - Chi intende acquisire almeno il 10% di quote di società professionistiche (A, B e Lega Pro) dovrà soddisfare i requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria (certificata da istituto di credito di prima classe), provando la liceità della provenienza delle risorse. In collaborazione con il Ministero degli Interni verrà anche richiesta la certificazione antimafia.
 
TAVECCHIO - «La filosofia è quella di curare il malato», commenta con soddisfazione il presidente Tavecchio. «E' un passo enorme sul mantenimento del sistema calcio, poi toccherà alla riforma dei campionati». Per il dg Michele Uva «un sistema sostenibile, e con regole certe, attrarrà nuovi investimenti anche dall'estero».
È condizione necessaria ma non sufficiente per salvare questo nostro calcio. Pazienza per il roma, e che ve devo dire? Non è che uno si può preoccupare di tutti, pazienza.
Ne serberemo il ricordo infinito, abbiamo tanti topic su di loro, la letteratura rimarrà.
Pazienza, pazienza.
Re:Fair Play finanziario
« Risposta #38 il: 27 Mar 2015, 00:08 »
In pratica ci sono tre anni per sistemare i conti, chi ha cominciato o l'ha già fatto parte avvantaggiato.
I parametri li stabilirà l'assemblea di Lega e questa volta Lotito se ne rimarrà buono lasciandoli cuocere nel loro brodo, se li impongono leggeri all'inizio se li ritrovano pesanti alla fine, viceversa c'è il  rischio che sforino i conti andando incontro a sorprese.
L'effetto sarà quello di equilibrare i monti ingaggi ed evitare campagne acquisti a debito, non è poco ma neanche una cosa drammatica,
riduzione dei costi ed aumento dei ricavi unica via per pareggiare i bilanci, altrimenti si devono immettere capitali freschi, se li trovano.

http://www.calcioefinanza.it/2015/03/26/caso-parma-figc-approva-fair-play-finanziario-italiano/

Re:Fair Play finanziario
« Risposta #39 il: 27 Mar 2015, 07:54 »
Se veramente l'obietivo è raggiungere il "pareggio", non stanno messi poi così male
i diversamente teramani. 
E' da mesi che il "pareggio" è l'obiettivo più centrato dai ragazzi del
"cervone francese" :) In serie A solo Empoli e Samp stanno facendo meglio.


 

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