Sono da 8 anni istruttore di scuola calcio e, almeno nella mia realtà, le possibilità e le infrastrutture per far un bel lavoro con i bambini/ragazzi sono molto limitate.
Io credo che sia proprio quella l'età nella quale si capisce se un ragazzo potrà fare della propria passione una professione.
Poi è logicamente più avanti che dovranno essere migliorati, svezzati, seguiti, ma la scuola calcio ha una sua grande importanza.
La linea comune delle varie società, quasi sempre, è di assegnare gli istruttori più qualificati alle categorie dove conta il risultato e lasciare a giovani che gli costano poco o niente i primi calci.
Credo che sia anche questo uno dei motivi per cui il 95% dei ragazzi che passano a società professionistiche dopo poco tempo fanno il percorso inverso: gli mancano le basi, non solo tecniche ma anche mentali, di comportamento, fisiche, per reggere il salto.
Certo, non discuto questo. era solo per dire che dalla scuola calcio ai campi di serie A c'è di mezzo un oceano di esperienza, che fai principalmente nei s.g. le premesse per il cosiddetto "percorso inverso" è qui che vengono gettate.
per quanto riguarda la politica delle scuole calcio, io ritengo che i gruppi in ordine di bravura siano fondamentali: la scuola calcio dovrebbe stimolare e insegnare (perché la tecnica, checché se ne dica, si apprende, nessuno nasce imparato, come si dice. e campioni ci si diventa, nascerci non basta più), tutto questo in un contesto fondamentalmente ludico e ricreativo, in cui la vittoria o la sconfitta sono semplicemente elementi secondari dell'attività.
il contesto ludico è fondamentale perché se il bambino non si diverte, non apprende e si scassa le balle prima di subito. per farlo divertire devi metterlo nelle condizioni di giocare con gente del suo stesso livello. se lo fai giocare con gente molto più forte, non struscerà una palla per mesi, se lo fai giocare con gente molto meno forte, vincerà le partite da solo, comincerà a credere che è un fenomeno (magari fomentato anche dalle aspettative dei genitori, e sai meglio di me quanto possono essere nocive a questa età) e verrà attratto inevitabilmente dal fascino del risultato.
i gruppi omogenei a seconda del livello sono determinanti per un percorso che getti le basi affinché il ragazzo migliori sempre di più e possa diventare un calciatore vero (e per me l'istruttore qualificato è giusto che stia col gruppo più "forte"), ma va stroncato tutto ciò che "distrae" dalla mission di una scuola calcio, a cominciare dalla troppa importanza che si da' all'esito delle partite e dei campionati.