Nesta è il nuovo allenatore del Perugia

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #60 il: 16 Mag 2018, 11:51 »
A mia memoria, solo lui e Ugo Longo hanno rinunciato ai loro legittimi crediti che vantavano verso la Lazio. Un paio di milioni Alessando, 500.000 euro l'Avvocato. Non so quanto di noi avrebbero fatto lo stesso. E non venitemi a dire che tanto erano "ricchi" lo stesso entrambi.
Io a Sandro auguro tutto il bene del mondo: è un modello di correttezza e sportività, lui, altro che certe merde d'oltretevere. Solo noi Laziali, notoriamente tifoseria di seguaci di Seneca e di Hegel siamo riusciti a spalargli letame addosso.

100%
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #61 il: 16 Mag 2018, 12:06 »
Io sono affezionato ad Alessandro come a nessun altro laziale. Non mi capacito di come si faccia ad attribuirgli una qualsiasi colpa. Gli voglio bene, non c'è altro modo per dirlo e gli auguro il meglio, a costo di dover un po' "tifare" il suo Perugia.
E sì, ovviamente sogno un giorno, in qualche modo, un suo ritorno a casa.

Questo è uno stralcio di una sua intervista di qualche giorno fa a Perugia. Sentite come ricorda quel 14 maggio. Sentite quando parla di quegli anni: nonostante i tanti anni al milanmerda, quando dice "noi" non può che parlare della sua squadra, della Lazio. Chi mette in dubbio la sua lazialità non sa quello che dice.

https://video.gazzetta.it/nesta-ecco-battuta-perugia-juve/ee83d05a-58d9-11e8-94c2-275f0a70a408

Offline A.Nesta (c)

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #62 il: 16 Mag 2018, 14:18 »
Io sono affezionato ad Alessandro come a nessun altro laziale. Non mi capacito di come si faccia ad attribuirgli una qualsiasi colpa. Gli voglio bene, non c'è altro modo per dirlo e gli auguro il meglio, a costo di dover un po' "tifare" il suo Perugia.
E sì, ovviamente sogno un giorno, in qualche modo, un suo ritorno a casa.

Questo è uno stralcio di una sua intervista di qualche giorno fa a Perugia. Sentite come ricorda quel 14 maggio. Sentite quando parla di quegli anni: nonostante i tanti anni al milanmerda, quando dice "noi" non può che parlare della sua squadra, della Lazio. Chi mette in dubbio la sua lazialità non sa quello che dice.

https://video.gazzetta.it/nesta-ecco-battuta-perugia-juve/ee83d05a-58d9-11e8-94c2-275f0a70a408

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Offline vaz

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #63 il: 16 Mag 2018, 14:20 »
allora diciamo che quando si augurava un pareggiotto tra Lazio e milan manco lui sapeva che diceva.
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #64 il: 16 Mag 2018, 14:39 »
allora diciamo che quando si augurava un pareggiotto tra Lazio e milan manco lui sapeva che diceva.

Vabbè ma da giocatore del Milan  che cazzo doveva di ... E annamo su

Online Ranxerox

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #65 il: 16 Mag 2018, 19:29 »
MA QUANTO CORRI, LEO?”

15 MAGGIO 2018 DA ALESSANDRO AQUILINO


Il Mister è teso. Cerca di spronarci ma si vede lontano un miglio che non vede l’ora che finisca la partita. In un modo o nell’altro. Eppure noi siamo il Milan, la squadra più titolata d’Italia. Accanto a me ci sono ragazzi come Zlatan, Clarence, Massimo, Christian. Gente abituata a stare sotto pressione. E a vincere. Ma lui è Massimiliano Allegri. È un Mister senza la giusta esperienza. E noi lo sentiamo che sta per confrontarsi con un avversario più grande di lui. Il Barcellona. La squadra più forte del mondo. Dove gioca Leo Messi. Il giocatore più forte del mondo. Io sono Alessandro Nesta. E sono stato il difensore più forte del mondo.

Scendiamo in campo con ancora nelle orecchie le ultime parole del Mister: “È importante non prendere goal, ragazzi…”

Questo deve essere il nostro credo, oggi. Per noi che siamo cresciuti dominando, è un passo indietro. Mentale più che tattico. Perché noi siamo il Milan.

“…e mi raccomando il raddoppio di marcatura su Messi. È fondamentale.”

Fondamentale. Fondamentale. Fondamentale. E i suoi occhi attraversano i miei, quelli di Philippe, Antonio, Daniele, Massimo, Luca. Sei uomini. Dodici occhi per due gambe. Argentine e corte. Ma imprendibili.

Fino a qualche anno fa, lo avrei fermato da solo. Magari lasciandolo andare via per poi riprenderlo in scivolata. E pettinarmi subito dopo. Fino a qualche anno fa. Certo. Il tempo passa, però. Per tutti.

Entriamo a San Siro. C’è il pubblico delle grandi occasioni. Record assoluto di presenze. Ce lo ha detto il dottor Galliani prima del match. Ma quello non è un problema. Mi preoccupano solo quelle gambe argentine e corte.

Il Barcellona è perfetto nel suo blaugrana. Elegante e storico. Noi abbiamo la maglia bianca delle grandi occasioni e dei grandi trionfi. Quella degli Invincibili.

Suona l’inno della Champions League e mi guardo intorno. San Siro può far paura. Ti può uccidere ed esaltare. Io sono morto e risorto varie volte. Non mi fa più paura. È casa mia, ormai. E la mente vola via. A quel pomeriggio d’aprile di diciotto anni fa. Il campo di calcetto dove stavamo facendo una partitella di allenamento. Io, giovane, talentuoso difensore della Primavera laziale. E Paul Gascoigne. L’idolo di una tifoseria intera. Lui mi entra male. Duro. E si rompe tibia e perone. Io sto sotto shock. La Lazio e i Laziali perdono il suo idolo. Il giorno dopo, finisco su tutti i giornali. “Il giovane Nesta rompe Gazza”. Amen.

Salutiamo gli avversari. Incrocio i suoi occhi. Lui è un finto umile. Consapevole della propria forza e della propria superiorità. Mi saluta con il capo. Ci conosciamo già. Ma questo è un duello definitivo. Quelli di qualche mese fa erano solo scontri tra due squadre consapevoli di superare entrambe il girone a braccetto.

Ci sistemiamo in campo. Mi sistemo i capelli lunghi. Quei capelli che mi hanno accompagnato per una carriera. Mi abbraccio con Ambro. Cerco lo sguardo di Philippe. Scambio un cenno d’intesa con Antonini e con Bonera. Faccio il pollice a Christian in porta. Sono pronto. E dove non arrivo io, sono sicuro che arriverà un mio compagno.

A raddoppiare. Raddoppiare. Raddoppiare. Come vuole il Mister. L’arbitro fischia l’inizio. E il Barcellona comincia il suo giochetto di passaggi. Che mi snervano. Xavi, Keita, Xavi, Iniesta, Xavi, Busquets, Iniesta, Xavi. E palla a Messi che fa il primo scatto della sua partita. Veloce. Imprendibile.

“Ma quanto corri, Leo?”

Lo fermo non senza difficoltà. Passo la palla a Massimo. Mi pettino. E una è andata.

Attacchiamo noi. E la carriera mi passa davanti. La Lazio mi passa davanti. Finale di Coppa Italia, quattordici anni prima. Lazio contro Milan. Strano il destino. Abbiamo perso uno a zero all’andata con un goal di Weah all’ultimo minuto. Al ritorno, Albertini segna su punizione dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo. Zero a uno. E tutti a casa. Poi, però, si accende il Mancio. Che è sempre stato come quegli amici più grandi che ti risolvono le situazioni più difficili e sanno sempre ciò che fare nei momenti di difficoltà. Mancio fa segnare Gottardi. Poi, Jugovic lancia Guerino che viene steso da Maldini. Calcio di rigore. Vladimir non sbaglia mai un colpo. Non per niente, lo chiamiamo “Mezzasquadra”. Lo Stadio diventa una bolgia. C’è un calcio d’angolo. Io vado in area di rigore. Anche se non ho mai segnato. C’è una mischia. Fuser prova a buttarla dentro. C’è una respinta, la palla resta lì. Arrivo io. E gonfio la rete. Capitano, io capitano. Che sarò, dopo quella sera. Esulto con il dito alzato e non ci capisco più niente. Diego alza la Coppa Italia al cielo. E settantamila tifosi la alzano con noi. È il primo trofeo di una lunga serie. Ma Xavi ruba palla. E io torno collegato a San Siro. Xavi, Iniesta, Busquets, Sanchez, Messi, Iniesta, Xavi. Poi Messi che riparte. Ma lo chiudiamo in due. Philippe e io. Il Mister ci dice bravi. Perché abbiamo chiuso bene gli spazi. Cominciamo a soffrirlo. Ma resta innocuo. Due per uno. Nemmeno al supermercato del calcio, fanno offerte così. Christian rilancia. Massimo salta di testa. Kevin Prince la prende e imposta l’azione. Io volo a Birmingham. Villa Park. Lazio contro Maiorca. Ultima finale di Coppa delle Coppe della Storia. Siamo uno pari. Bobo Vieri ha fatto un goal impossibile ma i rossi di Cuper hanno pareggiato poco dopo. Mancano pochi minuti alla fine. Quando Vieri si avventa su un pallone sporco e la prepara per Pavel. Che la infila all’angolo. E mi fa alzare l’ennesimo trofeo. Con la maglia gialla e nera.

Xavi, Iniesta, Busquets, Puyol, Dani Alves, Sanchez, Xavi. Non finiscono più. Keita, Iniesta, Messi, Iniesta, Xavi, Messi, Xavi. Messi. Messi. Messi. Mi fa male la schiena.

“Ma quanto corri, Leo?”



Gli tiro la maglia. È piccolo, veloce. Argentino. E imprendibile. Lo fermo insieme a Daniele. Lo fermo. E mentre passo la palla a Kevin Prince, ripenso a Montecarlo e al goal di Salas contro lo United. Siamo la squadra più forte d’Europa. Ci manca solo lo Scudetto. Io, Capitano di una squadra di Capitani. Sono cose che Capitano. Luca, Paolo, Nestor, Giuseppe, Sinisa, Matias, Diego Pablo, Juan Sebastian, Pavel, Roberto, Dejan, Marcelo, Alen. Carisma, tecnica, ego all’ennesima potenza. Mister Sven che miscela il tutto. Il trionfo è dietro l’angolo. Ma l’arbitro fischia la fine del primo tempo. Zero a zero. Abbiamo tenuto. Chiuso. Raddoppiato. E limitato i danni.

Tanti anni fa, il Milan di Capello ne fece quattro al Barcellona di Crujiff in finale di Coppa Campioni. Ora noi stiamo elemosinando uno zero a zero. E proteggendolo con le unghie. E siamo sempre il Milan e loro sono sempre il Barcellona. Loro erano sempre blaugrana e il Milan aveva sempre la maglia bianca.

Negli spogliatoi, il Mister ci fa i complimenti per la fase difensiva ma dice che dobbiamo essere più incisivi in avanti. Zlatan è nervoso. Vuole segnare a tutti i costi. E chiudere il suo conto personale con Guardiola.

Mentre il Mister parla, ripenso a quel giorno di Maggio. Ai tre goal alla Reggina. Al diluvio di Perugia. Al goal di Calori. All’Olimpico invaso e in estasi. A me che sono il Capitano dello Scudetto. Romano e Laziale. Il massimo della vita. Penso al Mister in lacrime che dice: “Si deve credere sempre”. Al trionfo di una vita. A noi nudi nello spogliatoio che saltiamo e cantiamo. Penso che un sogno così non ritorni mai più.

“L’arbitro fischia l’inizio del secondo tempo. E loro ricominciano. Lo chiamano “tiki-taka” ma sembra una goccia cinese. È una tortura lenta e costante. Xavi, Iniesta, Xavi, Busquets, Sanchez, Keita, Puyol, Alves, Xavi, Messi. E poi ancora Xavi, Iniesta, Busquets, Xavi. San Siro li applaude e li teme. Dottor Jeckyll sportivo e Mr. Hyde tifoso. Pubblico esigente e mai sazio di vittorie e trionfi.

Attacchiamo noi. Zlatan vuole lasciare il suo segno. La sua Zeta sulla partita. Mentre io ripenso al Derby. Non ai quattro derby consecutivi. Non alla punizione di Veron. No. A “quel” Derby. E a quella difesa a tre mai provata. A Dino esterno di centrocampo. A noi che ci guardiamo intorno stupiti. A Montella che mi vola intorno tre volte in pochi minuti. E mi uccide. Lui piccolo aeroplano giallorosso. Io kamikaze biancazzurro. Mi costringe alla resa nell’intervallo. Scappo. E sbaglio. Fernando mi aggredisce. Io sto sotto shock. Ho la fascia al braccio. Ma non la sento mia. Non quel giorno. E sbaglio. Sbaglio. Sbaglio. Ma chi non sbaglia? Pure Messi sbaglia uno stop e la palla finisce in fallo laterale. Io ritorno sulla terra.

Leo è un UFO. Da vicino ancora di più. Mi costringe a scatti che il mio fisico non può più permettersi. La schiena mi chiede aiuto. Le gambe vanno da sole. Ma non ce la fanno a stargli appresso. Nonostante tutto lo contengo. Con la malizia e l’esperienza. E con l’aiuto dei compagni.

“Ma quanto corri, Leo?”

Lui mi guarda, capisce e sorride. Il Calcio è una lingua internazionale. Guardo il tabellone e vedo che mancano cinque minuti. Zero a zero. Non abbiamo segnato. Ma non abbiamo nemmeno preso goal. Questo era il nostro obiettivo.

Proviamo l’ultimo affondo. E io mi ritrovo al 31 di agosto del 2002 a Formello. Manca poco alla fine del calcio mercato. Mi chiama il nostro Direttore Sportivo. Sono stato venduto per salvare la Lazio. Salvare la Lazio. Salvare la Lazio.

Shock.

Rewind.

Montella che mi uccide. Lo Scudetto del 2000. La Supercoppa con lo United. La Coppa delle Coppe. La Coppa Italia e il mio goal. La fascia di Capitano. L’esordio in serie A. L’infortunio di Gascoigne. La prima maglia biancoazzurra. La mia vita a ritroso. Tutta davanti in pochi secondi.

Non posso rifiutare. Devo accettare. Per forza. La Lazio è in crisi.

Io al Milan. Hernan all’Inter.

Piango.

Finisce un Amore.

Inizia un lavoro.

E mentre Messi prova l’ultimo allungo della sua partita, trovo la forza chissà dove per fermarlo. Gli tolgo la palla. San Siro mi applaude. Passo la palla a Kevin Prince. E mi sistemo i capelli dietro le orecchie. La schiena mi urla per il dolore. Non ce la fa più. Leo corre troppo. E come lui, corrono troppo in tanti. Me ne rendo conto oggi. Di fronte alla squadra più forte del Mondo. Dico basta. Oggi. Il mio corpo me lo chiede. Me lo urla.

L’arbitro fischia la fine della partita. Zero a zero.

Missione compiuta.

Ancora una volta.

Contro il più forte del mondo.

Perché io sono Alessandro Nesta.

Il difensore più forte del mondo.

Ed ero il Capitano della mia Città.

A) questa cosa che hai postato è bellissima

B) per me Alessandro non è mai stato nel Milan.
Mi ricordo e mi piace ricordare solo che è stato con noi.
Il difensore più forte del mondo e il capitano della mia squadra.
Di quello che è successo dopo la sua cessione, un grandissimo sticazzi.
Niente potrà mai cancellare quanto gli ho voluto bene come tifoso.
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #66 il: 16 Mag 2018, 22:07 »
Francamente è un esordio che mi lascia abbadtanza indifferente.
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #67 il: 17 Mag 2018, 01:38 »
Finisce un amore.
Inizia un lavoro
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #68 il: 17 Mag 2018, 07:47 »

per me Alessandro non è mai stato nel Milan.
Mi ricordo e mi piace ricordare solo che è stato con noi.
Il difensore più forte del mondo e il capitano della mia squadra.
Di quello che è successo dopo la sua cessione, un grandissimo sticazzi.
Niente potrà mai cancellare quanto gli ho voluto bene come tifoso.

paro paro...
eh ma anche te sei un tifoso antico  :p

Offline vaz

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54596
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #69 il: 17 Mag 2018, 08:10 »
La cosa del pareggio l’ha detta da ritirato eh.
Comunque lungi da me toccarvi il totem.

skizzo87

skizzo87

Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #70 il: 17 Mag 2018, 08:10 »
La cosa del pareggio l’ha detta da ritirato eh.
Comunque lungi da me toccarvi il totem.
te meriti Manfredini
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #71 il: 17 Mag 2018, 08:19 »
La cosa del pareggio l’ha detta da ritirato eh.
Comunque lungi da me toccarvi il totem.

Non c'e' nessun totem, capita di affezionarsi a qualche giocatore che in qualche modo ti ricorda momenti a cui sei particolarmente legato, e non c'e' un motivo particolare, capita e basta, non lo comandi a bacchetta, non lo scegli.

poi se te piace chiamarlo totem, fa come te pare... emotivamente stitico che non sei altro

Offline Kobra

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #72 il: 17 Mag 2018, 08:28 »
A mia memoria, solo lui e Ugo Longo hanno rinunciato ai loro legittimi crediti che vantavano verso la Lazio. Un paio di milioni Alessando, 500.000 euro l'Avvocato. Non so quanto di noi avrebbero fatto lo stesso. E non venitemi a dire che tanto erano "ricchi" lo stesso entrambi.
Io a Sandro auguro tutto il bene del mondo: è un modello di correttezza e sportività, lui, altro che certe merde d'oltretevere. Solo noi Laziali, notoriamente tifoseria di seguaci di Seneca e di Hegel siamo riusciti a spalargli letame addosso.

 :since

(direi anche Deki rinunciò a qualcosa o fece in modo di farci avere qualcosa)

Offline NEMICOn.1

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7297
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #73 il: 17 Mag 2018, 08:31 »
Nesta ha fatto quello che ogni tifoso della Lazio sogna da piccolo , giocare per la squadra di cui tifa e vincere lo scudetto , ecco perche rappresenta la Lazialità , su cui non ci possono essere dubbi e vi ricordo quando Castroman segnò al derby e lui lo prese per mano per portarlo sotto la Curva a festeggiare , per un perfetto connubio , squadra-pubblico .
Poi però ci fu la cessione e le conseguenti dichiarazioni subito dopo Lazio-Milan in cui chiudeva ogni rapporto ; che se ne sia andato contro la sua volontà è una barzaletta , se avesse voluto avrebbe detto di no , anche se poi credo che sarebbe stato molto difficile poterlo trattenere per gli anni in seguito , per le condizioni economiche della Lazio .

ps. quell'articolo dove chiude la carriera è bello ma non ci trovo nessuna dichiarazione d'amore per la Lazio ma solo delle tappe della sua carriera , dall'esordio alla vittoria dello scudetto .

skizzo87

skizzo87

Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #74 il: 17 Mag 2018, 08:33 »
:since

(direi anche Deki rinunciò a qualcosa o fece in modo di farci avere qualcosa)
Tranne che Stankovic se ne ando' non proprio benissimo. Con accordi sottobanco prima con la Juve e poi con l'Inter
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #75 il: 17 Mag 2018, 09:57 »
Comfort Vaz.

Offline vaz

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54596
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #76 il: 17 Mag 2018, 10:04 »
emotivamente stitico che non sei altro
:lol:
Ti lovvo anch’io

Seriamente, a me è sempre piaciuta la Lazio come tale. Per me è Lei che rende speciale chi la indossa. Mai avuto trasporto estremo per i giocatori.
Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #77 il: 17 Mag 2018, 10:36 »
:lol:
Ti lovvo anch’io

Seriamente, a me è sempre piaciuta la Lazio come tale. Per me è Lei che rende speciale chi la indossa. Mai avuto trasporto estremo per i giocatori.

Seriamente, se avessi avuto la possibilità di diventare un giocatore di calcio, al netto della professionalità che non può mai mancare per rispetto dei tifosi di tutte le squadre di cui avrei vestito i colori, penso che il mio sogno sarebbe stato quello di giocare nella squadra che tifavo da ragazzo, per la quale scavalcavo la recinsione dello stadio olimpico raggiunto in bicicletta, per la quale marinavo la scuola preferendo le panche di legno del Maestrelli, aggrappato a quella rete con un diario in mano e una penna, quella che mi vedeva in curva ai derby, quella che "Forza Lazio" anche se ero l'unico in classe, quella per cui mi sentivo cosi diverso da tutti...

sta cosa mi impedisce di vedere Alessandro Nesta come qualsiasi altro calciatore, pure più forte, e non ci trovo nulla di male, perché non e' sempre, e' raro, perché non ho pianto quando e' andato via Vieri o Pavel Nedved, ma quando ho visto tirargli le bottigliette addosso, a terra all'Olimpico... e' stato come se le tirassero a me, e chi mi stava vicino quel giorno stava male quanto ci stavo io, amaramente, in silenzio

Ma io so strano eh :)

Offline paolo71

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #78 il: 17 Mag 2018, 10:52 »

Seriamente, a me è sempre piaciuta la Lazio come tale. Per me è Lei che rende speciale chi la indossa. Mai avuto trasporto estremo per i giocatori.

Seriamente.
Anch'io l'ho sempre pensata così, ma è innegabile che ci sono giocatori che fan sì che la Lazio se ne giovi quando indossano la maglia, vuoi per meriti sportivi, per eleganza, per carisma, insomma per quel qualcosa in più che possa agli occhi di un bambino all' atto della scelta fargli dire aah però...
lo è stato Giorgio, lo è stato Bruno, lo è stato Beppe, lo è stato Sandro...
Ora c'è Ciro...
Poi i nomi dietro alla maglia non li ho mai invidiati a nessuno, anzi pure me tira che me la sporchino davanti...c'è solo una cosa là sopra al petto...

Online Splash

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Re:Nesta è il nuovo allenatore del Perugia
« Risposta #79 il: 17 Mag 2018, 11:21 »
Mi ricordo con "affetto" quando disse che per Candreva era arrivato il momento di andare in una grande.
 

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