Io sono del '91, manco lo conoscevo... di quel mondiale in realtà conosco solo "Notti magiche", il logo, gli sprechi, l'uscita a cazzo di Zenga, e i napoletani che tifavano Argentina in semifinale.
Bellissima nazionale, bellissima stagione. Da lì a poco si è sputtanato tutto, in Italia con Tangentopoli, e poi nel mondo come sappiamo.
Io e il gruppo degli amici con cui giocavo a palle passammo nel 1989 tutta la notte fuori dalla banca dove vendevano tagliandi per le partite. Fummo i primi e riuscimmo a comprarli. Per tutte le partite. Senza raccomandazioni o lecchinaggi.
Si andava allo stadio, messo a posto per puzza, e poi tutta la notte a fare festa. Senza telefonini, senza connessione, senza pensieri. Una figata.
E quella nazionale univa, era proprio di tutti. Perché non c'erano raccomandati o papponi e si giocava - bene e con coraggio - per la maglia azzurra. Orgogliosamente. Pensate un po', io riuscivo persino a non vomitare tifando Peppe Giannini.
Il collante, l'artefice principale, il catalizzatore era il grande Azeglio. Comandante gentile, grande intenditore di calcio, uomo fermo e educato, gentile e vigoroso. Tutto meno che ruffiano e opportunista. Simile nei modi a mio padre.
L'allenatore della nazionale che ho amato di più. Spero che il suo ricordo resti vivido per molto, molto tempo.