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(trad.: esimio direttore di gara, le rivolgo questo accorato appello in quanto mi sembra di rilevare nel suo operato il non utilizzo del medesimo metro di giudizio di cui invece si avvalgono i suoi altrettanto esimi colleghi, i quali esaudiscono prontamente il desiderio di ogni nostro calciatore ogniqualvolta richieda una sanzione disciplinare ai danni dell'avversario, quale che sia il fallo commesso.
d'altronde non è possibile, in tutte le partite, operare le abituali, tollerate, accattivanti pantomime, che i componenti della nostra compagine adottano tutte le volte che sentono il risultato in bilico, come gli svenimenti improvvisi in area di rigore, il procurarsi ferite lacero contuse sugli stinchi mentre un avversario tenta di impedirgli un passaggio o un tiro, l'enucleazione del bulbo oculare durante i calci d’angolo quando un opponente cerca di svettare con le braccia larghe, la simulazione dello stato di morte apparente quando l’avversario gli porge la mano in un impeto decoubertiniano.
questo perché a volte possono risultare fastidiose, ridondanti ed alcune addirittura dolorose, si ricorderà certo del tuffo di totti durante Roma Empoli di qualche anno fa, in occasione dell'intervento innocuo da parte di Vanigli, messinscena che gli causò una distorsione alla caviglia e ben 3 mesi di stop.
per questo sono qui ad invitarla ad una più attenta osservanza di tutte le garanzie sanzionatorie a carcio degli avversari che noi sostenitori della compagine indossante la livrea vomito/merdosa di solito sollecitiamo stentoreamente durante partite difficili col risultato in equilibrio o addirittura (!!!) a nostro svantaggio, garanzie che normalmente vengono elargite senza alcuna difficoltà dai suoi colleghi.
certo di aver catturato la sua attenzione, le porgo distinti saluti. in fede Caccamo Gennaro, romanista doc)