Ciao Azzurra, ho iniziato ad avere attacchi di panico circa tre anni fa ed ormai fanno parte della mia quotidianeità.
I primi sono stati così violenti che per due settimane non sono nè andato al lavoro nè uscito di casa perchè credevo che stavo per morire..deglutizione impossibile, mancanza di respiro, malessere generale, tachicardia, impossibilità di vedere la tv (questo è stato un bene), di leggere, di intraprendere un discorso costruttivo con chicchessia..
Ma tutti questi sintomi non erano la cosa peggiore; ciò che mi devastava era l'impossibilità di comunicare a chi mi stava vicino ciò che provavo, sentivo e di conseguenza la loro "indifferenza " e talvolta "fastidio" verso il mio stato..
Mi ha aiutato, anzi forse è più corretto "salvato", una mia amica..anche lei soffriva di questa patologia e mi è stata vicina, mi ha rassicurato, coccolato.
A distanza di tempo, passata la fase peggiore, ho preso coscienza che il suo impegno mi ha salvato la vita.
Allora ho deciso di farmi aiutare, sono stato per due anni da uno psicologo e contemporaneamente assumevo dei farmaci (antidepressivi e sedanti) e debbo dire che mi hanno aiutato..poi per paura di diventarne dipendente ho smesso di assumerli.
Oggi ancora si ripresentano questi attacchi però ho imparato a conviverci, ad accettarli senza combatterli, a veicolarli verso strade meno dannose; è vero che adesso invece di durare qualche minuto o qualche ora durano interni giorni, durante i quali ho il respiro affannato o piuttosto ho difficoltà a deglutire o mi sveglio la mattina totalmente dolorante a causa dell'irrigidimento dei muscoli durante il sonno, ma sono sintomi più gestibili, non violenti, che con il tempo si stanno "addolcendo"..
Comunque ho imparato che parlarne, con qualcuno che sa ascoltare, è la migliore terapia..parlarne con la mia amica è valso tanto quanto parlarne con lo psicologo..
Un abbraccio forte forte.