Si ma noi qui potemo gesti' un problema per volta, abbiate pazienza.
Quindi, riassumendo, due anni e mezzo di matrimonio ma nessuna evidenza di un "unmet need", per quanto ne sappiamo questa potrebbe sta una favola.
La prima domanda da farsi è quindi di origine morale, nel malaugurato caso tu sia fra coloro che hanno principi etici da rispettare. Vogliamo veramente prenderci la responsabilità di andare a rompere un qualcosa di potenzialmente idilliaco? La risposta è ovviamente sì, sia perché tanto se non lo facciamo noi lo farà qualcun altro, sia perché così c'è ancora più gusto, sia, in conclusione, per il senso del dovere che ci impone di ricordare a chi potrebbe iniziare a credere il contrario che la vita è una merda e i nostri progetti non vanno mai come speravamo che andassero.
Il problema diventa ora strategico. Che fare? Le possibilità sono due e dipendono in partepartdalla dalla tua indole, in parte dalle informazioni a disposizione. Approccio "gutta cavat lapidem", o approccio "Big Bang"? Se l'unmet need è già latente (ma non si vedono segnali in questa direzione) il Big Bang può funzionare. Se invece bisogna crearlo il primo approccio diventa l'unico percorribile, cercando di scavare con puntigliosa e certosina attività fino a trovare possibili crepe nel rapporto che la lega al marito e sfruttarle con le tecniche a noi note fino a farla cedere.
Una volta scelta la strategia si potrà passare alla SWOT analysis (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats). Ma servono più dati.