Comunque volevo condividere un pensiero con voi.
Ultimamente mi sono ritrovato di fronte alla fine di una storia d'amore in maniera abbastanza forte, le cui modalità mi hanno fatto molto riflettere sulla natura umana. Il domandone esistenziale è: qual'è il limite tra benessere personale e sofferenza altrui?
Oggi tutti ti dicono "fai quello che ti fa stare bene, fregatene degli altri", che come concetto è giusto se applicato in determinati contesti, ma temo che si stia creando una cultura dell'individuo che punti all'egoismo puro, all'isolamento relazionale, al "non mi interessa delle conseguenze in nessun caso".
Un po' come il concetto distorto di libertà che vedo spesso nei post su facebook, della serie "devo poter fare quello che mi pare".
Io personalmente ho sempre e solo preso inculate perché sono uno che sta attento agli altri, che è disposto a soffrire per gli altri e che cerca sempre di essere cosciente delle proprie azioni.