Untapped biancoceleste

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Offline Dissi

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #60 il: 19 Set 2017, 17:47 »


Per evitare ciò, gli impianti sono sanitizzati. Spesso alcuni batteri/lieviti sono fondamentali per dare profondità alla birra.
Pensa che in Belgio c'è una tipologia di birra, il lambic, che prevede uno step di fermentazione all'aria, in gigantesche vasche di rame, proprio per sfruttare l'ambiente.

scusami, ma sono curioso

se basta sanitizzare l'impianto perché non lo fanno anche le grosse compagnie?

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #61 il: 19 Set 2017, 17:51 »
scusami, ma sono curioso

se basta sanitizzare l'impianto perché non lo fanno anche le grosse compagnie?

Perché le grosse compagnie non possono permettersi differenze di sapore viste le quantità.
E delle caratteristiche organolettiche non interessa più di tanto.

Offline Dissi

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22212
Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #62 il: 19 Set 2017, 17:56 »
Perché le grosse compagnie non possono permettersi differenze di sapore viste le quantità.
E delle caratteristiche organolettiche non interessa più di tanto.

quindi in sostanza con le birre artigianali è un terno al lotto, lo stesso prodotto potrebbe avere sapori differenti a seconda del lotto

comunque grazie del servizio, mi sto segnando qualche nome, vediamo se riesco ad apprezzare

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #63 il: 19 Set 2017, 18:04 »
quindi in sostanza con le birre artigianali è un terno al lotto, lo stesso prodotto potrebbe avere sapori differenti a seconda del lotto

comunque grazie del servizio, mi sto segnando qualche nome, vediamo se riesco ad apprezzare

No aspetta, mi rendo conto che non è il massimo della pubblicità :lol:

Parlavo di conduzione familiare/piccole realtà non a caso.

Se bevi una birra di un Lambrate, di un Baladin (che a me non fa impazzire), di extraomnes* e compagnia cantante raramente rimani deluso. Sono bravissimi e supercompetenti.

*faccio un esempio su di lui. EO è un birrificio di punta nella scena italiana, caratterizzato da birre di stampo belga. Ebbene, lui è solito fare una birra di Natale, come da tradizione belga appunto, la kerst. Durante il procedimento, alcuni esemplari sono passati in botte per aumentarne la complessità, la kerst riserva. Ebbene, può capitare che durante il processo qualcosa vada storto. In quel caso, semplicemente, non la mette proprio sul mercato (perdendoci soldi). Fu così ad esempio per la kerst 2015 se non erro.
Perché un birraio 'non vende una birra che non berrebbe lui stesso, mai' (parole sue)

Offline trax_2400

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #64 il: 19 Set 2017, 18:35 »
@vaz grazie per la risposta esauriente.
Approfitto per un'altra domanda:
Ma le birre belghe d'abbazia che mi piacciono tanto (chimay Leffe ecc) quella è produzione industriale giusto? O rientrano in una categoria a parte?

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #65 il: 19 Set 2017, 18:53 »
@vaz grazie per la risposta esauriente.
Approfitto per un'altra domanda:
Ma le birre belghe d'abbazia che mi piacciono tanto (chimay Leffe ecc) quella è produzione industriale giusto? O rientrano in una categoria a parte?

Ni. nel senso: Leffe è sicuramente industriale (è stata acquisita da AB-Inbev). e infatti non ha il marchio di "Birra Trappista". Leffe è una birra d'abbazia, ossia  prevede l’esistenza di un legame con il monastero o l’abbazia che inizialmente la produceva.
oggi, nel mondo ci sono 12 birre a marchio ATP (Authentic Trappist Product) e una, pensa, è vicino Roma  :)

Achel - Belgio
Chimay - Belgio
La Trappe - Olanda
Orval - Belgio
Rochefort -Belgio
Westvleteren - Belgio
Westmalle - Belgio
Engelszell - Austria
Zundert - Olanda
Spencer - U.S.A.
Tre Fontane - Italia


Offline syrinx

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #66 il: 19 Set 2017, 19:19 »

Sulla fdm: c'è stato overbooking (55 sterline a biglietto per giornata), alle 15 più del 70% dei birrifici erano sold out. Gente inviperita, mi avevano invitato meno male che non ci sono andato.

Mortacci!

Offline zorba

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #67 il: 20 Set 2017, 07:41 »
Ni. nel senso: Leffe è sicuramente industriale (è stata acquisita da AB-Inbev). e infatti non ha il marchio di "Birra Trappista". Leffe è una birra d'abbazia, ossia  prevede l’esistenza di un legame con il monastero o l’abbazia che inizialmente la produceva.
oggi, nel mondo ci sono 12 birre a marchio ATP (Authentic Trappist Product) e una, pensa, è vicino Roma  :)

Achel - Belgio
Chimay - Belgio
La Trappe - Olanda
Orval - Belgio
Rochefort -Belgio
Westvleteren - Belgio
Westmalle - Belgio
Engelszell - Austria
Zundert - Olanda
Spencer - U.S.A.
Tre Fontane - Italia

Anvedi i frati mastri birrai...

 :=)) :=)) :=))

http://www.abbaziatrefontane.it/negozio-monastico/


Questa andrebbe sul topic "Dio non è morto - gloria a Dio"!!!

 :p

Offline trax_2400

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #68 il: 20 Set 2017, 13:51 »
Ni. nel senso: Leffe è sicuramente industriale (è stata acquisita da AB-Inbev). e infatti non ha il marchio di "Birra Trappista". Leffe è una birra d'abbazia, ossia  prevede l’esistenza di un legame con il monastero o l’abbazia che inizialmente la produceva.
oggi, nel mondo ci sono 12 birre a marchio ATP (Authentic Trappist Product) e una, pensa, è vicino Roma  :)

Achel - Belgio
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La Trappe - Olanda
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Leffe mi era sfuggita. Però la qualità com'è? Tipo birra artigianale oppure industriale?

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #69 il: 20 Set 2017, 14:29 »
dipende dai gusti, a me non piace granché (la trovo troppo pesante)  :beer:

Offline syrinx

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #70 il: 20 Set 2017, 17:06 »
Dipende pure di quale Leffe parliamo. La bruna a me piace.

Offline Magnum

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #71 il: 24 Set 2017, 21:37 »
Anvedi i frati mastri birrai...

 :=)) :=)) :=))

http://www.abbaziatrefontane.it/negozio-monastico/


Questa andrebbe sul topic "Dio non è morto - gloria a Dio"!!!

 :p

ma pensa...

da ragazzo ci sono stato diverse volte a comprare cioccolata miele e pappa reale, ma non ricordavo il reparto alcolici  :guin:

devo dire però che una birra aromatizzata all'eucalipto non mi attira affatto

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #72 il: 28 Set 2017, 13:23 »
ho un po' di tempo, quindi uppo dopo Londra:

Brew By Numbers  - 01/13 Saison - Citra
Luogo - Brew By Numbers TapRoom
Servizio - Shaker (in realtà servirebbe Snifter o Tulip)
Voto - 3.5/5
Commenti: Saison che in realtà è più una Vieille Saison, colore giallo pallido. In bocca prima presenta cereale tipico Saison, poi lascia spazio a gusto di limone (dovuto al Citra) e infine leggerissimo brettato che finisce in acidulo. Birra defaticante.

Anspach & Hobday - The Porter
Luogo - Anspach & Hobday TapRoom
Servizio - Shaker
Voto - 4.5/5
Commenti: Una Porter de Cristo. Nera nera, aroma di caffè tostato e cioccolato. In bocca caffè, liquirizia e cioccolato, finale leggermente amarognolo e cacaoso. ne berrei un secchio.

UBREW - Mangose
Luogo - UBREW TapRoom
Servizio - Lattina messa in Shaker
Voto - 3/5
Commenti: una Gose senza infam.ia né lode. Aroma di Mango. In bocca un po' pastosa, sapore di Mango e sale. Niente di che.

Dark Star - Hop Head
Luogo - The Harp     <3
Voto - 4/5
Servizio: Shaker
Commenti: Real Golden Ale, rigorosamente servita a pompa. Aroma secco e floreale. In bocca parte secca, poi aromi di pompelmo e luppoli che diventano persistenti verso la fine, ma mai di troppo. 3.8 gradi. Portatemene un barile.

Dark Star - American Pale Ale
Luogo - The Harp     <3
Voto - 4/5
Servizio: Shaker
Commenti: APA, cugina della precedente. Riflessi Ramati poetici. Aroma secco e caramellato. In bocca super bilanciamento di malti (dolci) e luppoli (amari). chiudono note di pesca piacevoli. 4.7 gradi di bevibilità.

Offline syrinx

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #73 il: 03 Ott 2017, 15:17 »
Canediguerra American Pale Ale (ITA)
Luogo - Ristorante a Firenze
Voto - 4/5
Servizio: Spina
Commenti: Ottima. Fruttata e amara al punto giusto. Cerchero' di procurarmene altre il prima possibile.

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #74 il: 09 Ott 2017, 11:50 »

Offline syrinx

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #75 il: 09 Ott 2017, 12:08 »

Offline vaz

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #76 il: 09 Ott 2017, 12:11 »
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianaliLe crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
Dopo l'esplosione del movimento della birra artigianale la grande industria cambia la sua comunicazione, strizzando l'occhio al mondo della produzione indipendente. Seguici anche su Facebook

di ALESSANDRA DI DIO
TagsArgomenti:birraproduttoriProtagonisti:
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09 ottobre 2017
In Italia è impossibile capire a colpo d'occhio se una birra è artigianale. La legge del luglio 2016 ha stabilito che la birra artigianale è una bevanda non microfiltrata, non pastorizzata e prodotta da un birrificio indipendente in una quantità massima annua di 200mila ettolitri e, di fatto, ha segnato la distinzione tra artigianato e industria. Eppure nel momento in cui abbiamo davanti una birra questi parametri aiutano poco.

A creare confusione è anche un certo tipo di comunicazione adottata dalle multinazionali della birra. In Italia e nel mondo, sono molti i birrifici industriali che si sono accorti di dover prestare maggiore cura alla comunicazione del prodotto e che lo hanno fatto riprendendo le peculiarità del settore artigianale.
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
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Non capita di rado, infatti, che qualcuno confonda una birra industriale per una artigianale proprio a causa di alcuni dettagli riportati in etichetta: lo stile birrario dichiarato e ben in evidenza, la precisione con cui sono riportati alcuni ingredienti, per esempio la qualità dei luppoli usati, oltre alla grafica dell'etichetta e ai colori. Sin dalla nascita del movimento, i birrifici artigianali hanno parlato al consumatore attraverso questi dettagli, riuscendo così bene nel loro intento da creare una nuova fetta di pubblico che ha ingolosito l'industria.

La reazione delle multinazionali è stata quella di incrementare la produzione di nuove birre, le cosiddette "speciali" che hanno avuto un'impennata nelle vendite, e di comunicare in modo spiccatamente diverso. In gergo, le birre che pur appartenendo a grandi gruppi industriali adottano una comunicazione simile a quella delle artigianali si chiamano crafty; occorre specificare che crafty non significa di scarsa qualità né s'intende con questo un prodotto a priori peggiore di quello artigianale, vuole indicare solo che si tratta di prodotti legati alla grande industria anziché al piccolo artigiano.
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
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Di seguito trovate alcune birre da supermercato che sono al 100% industriali ma che spesso un consumatore disattento può confondere per artigianali:

Ichnusa Non Filtrata
Creata per celebrare il cinquantesimo compleanno dello stabilimento di Assemini, in Sardegna. Questa birra "a fine processo, invece di essere filtrata, viene lasciata decantare naturalmente nei tini di fermentazione" ma questo non significa che è artigianale, né viene scritto da qualche parte che lo sia. Si sottolinea poi la "gettata finale di luppolo, fatta a mano come un tempo" per cui è chiaro che l'intento sia quello di fare riferimento a una dimensione più ristretta e artigianale, ma la produzione in ettolitri del solo stabilimento di Assemini è enorme, se comparata a quella di un artigiano italiano medio. È una lager che, come riporta l'etichetta, utilizza malto d'orzo chiaro e malto d'orzo caramello. Birra Ichnusa nasce a Cagliari nel 1912, grazie ad Amsicora Capra, un commerciante proprietario di diverse imbarcazioni, per cui il dna sardo è innegabile. Nel 1986, Heineken Italia S.p.A. (allora Birra Dreher S.p.A.) acquista marchio e stabilimento di Assemini e inizia a produrre, oltre alle birre Ichnusa, anche tutte le altre del marchio.

Moretti La Bianca
Anche questa di proprietà del gruppo Heineken, per cui si tratta assolutamente di birra industriale, è una weiss fatta "al 100% con malti italiani". Come aveva già fatto in passato con Le Regionali, Moretti ha voluto consolidare l'immagine di birra degli italiani, puntando ancora di più sulla territorialità. Il marchio nasce nel 1859 a Udine e diventa nel tempo la birra dei friulani. Dopo un passaggio di proprietà, nel 1992 viene chiuso lo storico stabilimento di Udine e nel 1996 il marchio, che quindi non era già più di proprietà della famiglia Moretti, passa nelle mani di Heineken. L'anno successivo, accusata dall'Antitrust di detenere una posizione dominante sul mercato, Heineken è costretta a chiudere l'unico stabilimento friulano ancora in produzione e di continuare negli altri sparsi per l'Italia.

Poretti: Le oltreconfine 9 luppoli
Già da qualche anno il Birrificio Angelo Poretti strizza l'occhio al mondo craft classificando le sue birre per il numero di luppoli utilizzati nella ricetta. L'intento è di attirare una nuova fetta di consumatori che viene proprio dal mondo delle artigianali, che è abituata a sentire parlare di luppoli e magari ne sa riconoscere anche alcune varietà. Specificare il tipo di luppolo usato indica una comunicazione rivolta soprattutto a queste persone. Senza dimenticare poi che proprio questo ingrediente è stato il cardine sul quale si è fondata la Craft Beer Revolution in paesi fondamentali per il movimento, come gli Stati Uniti. In ogni caso, si tratta di birra industriale, infatti il gruppo danese Carlsberg ha iniziato l'acquisizione del Birrificio Angelo Poretti nel 1975, dopo quasi 100 anni di attività, e l'ha terminata nel 2002 ottenendo il 100% della proprietà.

Peroni Gran Riserva Puro Malto
Un'altra birra speciale e industriale, questa volta della famiglia Peroni, dichiaratamente pensata per accompagnare "tutti i momenti importanti della nostra vita". Non la lager quotidiana, quindi, ma una birra particolare creata "con il tempo necessario". Con un minimo di conoscenza del segmento craft, dal nome ci aspetteremmo una grande birra da invecchiamento e con già qualche annetto sulle spalle, un batch speciale o almeno un'alta fermentazione, ma la Gran Riserva Puro Malto è una premium lager da 5,2 % gradi alcolici. Il marchio italiano Peroni era passato al gruppo britannico SABMiller già nel 2003. Nel 2015 Ab InBev acquista il gruppo e per ottenere il via libera dalle autorità Antitrust a questa megafusione cede Peroni alla holding giapponese Asahi.

La distinzione artigianale/industriale non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto, ma è sacrosanta. E la difficoltà di distinguere tra i due prodotti per un consumatore medio è reale. A giugno 2017, la Brewer Association (l'associazione di categoria negli USA) ha lanciato un simbolo da stampare sulle etichette – Independent Craft Brewer Seal – per far fronte a questa incognita e identificare i birrifici craft statunitensi. Così il consumatore ha la certezza che ciò che sta comprando proviene da un vero birrificio artigianale, piccolo (per gli standard USA) e indipendente. Potrebbe essere una strada percorribile anche in Italia?


:beer:

Offline syrinx

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Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #77 il: 11 Ott 2017, 12:02 »
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianaliLe crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
Dopo l'esplosione del movimento della birra artigianale la grande industria cambia la sua comunicazione, strizzando l'occhio al mondo della produzione indipendente. Seguici anche su Facebook

di ALESSANDRA DI DIO
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09 ottobre 2017
In Italia è impossibile capire a colpo d'occhio se una birra è artigianale. La legge del luglio 2016 ha stabilito che la birra artigianale è una bevanda non microfiltrata, non pastorizzata e prodotta da un birrificio indipendente in una quantità massima annua di 200mila ettolitri e, di fatto, ha segnato la distinzione tra artigianato e industria. Eppure nel momento in cui abbiamo davanti una birra questi parametri aiutano poco.

A creare confusione è anche un certo tipo di comunicazione adottata dalle multinazionali della birra. In Italia e nel mondo, sono molti i birrifici industriali che si sono accorti di dover prestare maggiore cura alla comunicazione del prodotto e che lo hanno fatto riprendendo le peculiarità del settore artigianale.
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
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Non capita di rado, infatti, che qualcuno confonda una birra industriale per una artigianale proprio a causa di alcuni dettagli riportati in etichetta: lo stile birrario dichiarato e ben in evidenza, la precisione con cui sono riportati alcuni ingredienti, per esempio la qualità dei luppoli usati, oltre alla grafica dell'etichetta e ai colori. Sin dalla nascita del movimento, i birrifici artigianali hanno parlato al consumatore attraverso questi dettagli, riuscendo così bene nel loro intento da creare una nuova fetta di pubblico che ha ingolosito l'industria.

La reazione delle multinazionali è stata quella di incrementare la produzione di nuove birre, le cosiddette "speciali" che hanno avuto un'impennata nelle vendite, e di comunicare in modo spiccatamente diverso. In gergo, le birre che pur appartenendo a grandi gruppi industriali adottano una comunicazione simile a quella delle artigianali si chiamano crafty; occorre specificare che crafty non significa di scarsa qualità né s'intende con questo un prodotto a priori peggiore di quello artigianale, vuole indicare solo che si tratta di prodotti legati alla grande industria anziché al piccolo artigiano.
Le crafty beer: quando l'industria strizza l'occhio alle birre artigianali
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Di seguito trovate alcune birre da supermercato che sono al 100% industriali ma che spesso un consumatore disattento può confondere per artigianali:

Ichnusa Non Filtrata
Creata per celebrare il cinquantesimo compleanno dello stabilimento di Assemini, in Sardegna. Questa birra "a fine processo, invece di essere filtrata, viene lasciata decantare naturalmente nei tini di fermentazione" ma questo non significa che è artigianale, né viene scritto da qualche parte che lo sia. Si sottolinea poi la "gettata finale di luppolo, fatta a mano come un tempo" per cui è chiaro che l'intento sia quello di fare riferimento a una dimensione più ristretta e artigianale, ma la produzione in ettolitri del solo stabilimento di Assemini è enorme, se comparata a quella di un artigiano italiano medio. È una lager che, come riporta l'etichetta, utilizza malto d'orzo chiaro e malto d'orzo caramello. Birra Ichnusa nasce a Cagliari nel 1912, grazie ad Amsicora Capra, un commerciante proprietario di diverse imbarcazioni, per cui il dna sardo è innegabile. Nel 1986, Heineken Italia S.p.A. (allora Birra Dreher S.p.A.) acquista marchio e stabilimento di Assemini e inizia a produrre, oltre alle birre Ichnusa, anche tutte le altre del marchio.

Moretti La Bianca
Anche questa di proprietà del gruppo Heineken, per cui si tratta assolutamente di birra industriale, è una weiss fatta "al 100% con malti italiani". Come aveva già fatto in passato con Le Regionali, Moretti ha voluto consolidare l'immagine di birra degli italiani, puntando ancora di più sulla territorialità. Il marchio nasce nel 1859 a Udine e diventa nel tempo la birra dei friulani. Dopo un passaggio di proprietà, nel 1992 viene chiuso lo storico stabilimento di Udine e nel 1996 il marchio, che quindi non era già più di proprietà della famiglia Moretti, passa nelle mani di Heineken. L'anno successivo, accusata dall'Antitrust di detenere una posizione dominante sul mercato, Heineken è costretta a chiudere l'unico stabilimento friulano ancora in produzione e di continuare negli altri sparsi per l'Italia.

Poretti: Le oltreconfine 9 luppoli
Già da qualche anno il Birrificio Angelo Poretti strizza l'occhio al mondo craft classificando le sue birre per il numero di luppoli utilizzati nella ricetta. L'intento è di attirare una nuova fetta di consumatori che viene proprio dal mondo delle artigianali, che è abituata a sentire parlare di luppoli e magari ne sa riconoscere anche alcune varietà. Specificare il tipo di luppolo usato indica una comunicazione rivolta soprattutto a queste persone. Senza dimenticare poi che proprio questo ingrediente è stato il cardine sul quale si è fondata la Craft Beer Revolution in paesi fondamentali per il movimento, come gli Stati Uniti. In ogni caso, si tratta di birra industriale, infatti il gruppo danese Carlsberg ha iniziato l'acquisizione del Birrificio Angelo Poretti nel 1975, dopo quasi 100 anni di attività, e l'ha terminata nel 2002 ottenendo il 100% della proprietà.

Peroni Gran Riserva Puro Malto
Un'altra birra speciale e industriale, questa volta della famiglia Peroni, dichiaratamente pensata per accompagnare "tutti i momenti importanti della nostra vita". Non la lager quotidiana, quindi, ma una birra particolare creata "con il tempo necessario". Con un minimo di conoscenza del segmento craft, dal nome ci aspetteremmo una grande birra da invecchiamento e con già qualche annetto sulle spalle, un batch speciale o almeno un'alta fermentazione, ma la Gran Riserva Puro Malto è una premium lager da 5,2 % gradi alcolici. Il marchio italiano Peroni era passato al gruppo britannico SABMiller già nel 2003. Nel 2015 Ab InBev acquista il gruppo e per ottenere il via libera dalle autorità Antitrust a questa megafusione cede Peroni alla holding giapponese Asahi.

La distinzione artigianale/industriale non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto, ma è sacrosanta. E la difficoltà di distinguere tra i due prodotti per un consumatore medio è reale. A giugno 2017, la Brewer Association (l'associazione di categoria negli USA) ha lanciato un simbolo da stampare sulle etichette – Independent Craft Brewer Seal – per far fronte a questa incognita e identificare i birrifici craft statunitensi. Così il consumatore ha la certezza che ciò che sta comprando proviene da un vero birrificio artigianale, piccolo (per gli standard USA) e indipendente. Potrebbe essere una strada percorribile anche in Italia?


:beer:

Ottimo, grazie vaz!

E' praticamente quello che cercavo di dire qualche pagina fa.

Offline vaz

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54418
Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #78 il: 11 Ott 2017, 14:04 »
intanto, partnership tra lemmerde e la peroni.

 :^^

Offline syrinx

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21610
Re:Untapped biancoceleste
« Risposta #79 il: 11 Ott 2017, 16:46 »
intanto, partnership tra lemmerde e la peroni.

 :^^

E addio anche alla peroni, che mi capita di bire una volta all'anno per disperazione.
 

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