se volevo fa l'antifascista non ci sarei potuto stare un giorno, non ventanni come ce so stato.
la questione non è manco questa, benchè l'indignazione del momento derivi da questo rigurgito.
la questione riguarda un accordo con me stesso, mi ero detto che quello dell'anno scorso (lo striscione tirato sui dai soliti geni) sarebbe stato l'ultimo sgarbo che gli concedevo.
se uno vuole tenere la Curva di una squadra i cui tifosi sono di ogni tipo e genere, e non se ne vuole prendere la respionsabiltà, non vuole rispettare questa eterogeneità, neanche nelle forme, se vuoi ipocrite, per me non ha capito un cazzo.
e se uno non capisce un cazzo, è ora che di cambiare, voltare pagina.
Era stata una scommessa fatta sul filo del rasoio. Lo sapevamo.
Noi, ingenui (non è un merito) di pensare che "convenisse anche a "loro" evitare le albe dorate, i manifesti di Borghezio (Borghezio, letame di questa terra, sdoganato senza vergogna), la solidarietà a gente che si è comportata come i romanisti con Paparelli, gli aguzzini di Cucchi, i de.menti che puncicano pischelli in giro mentre hanno un'erezione maschia e italica.
Servi dal lunedi al sabato - con il padrone di turno, il potente, il politico, il mafiosetto di quartiere, lo spacciatore della loro coca - servi anche la domenica, leoni del nulla, omologhi delle tanto odiate "guardie", con cui condividono la stessa idea di mondo, le stesse pratiche e la stessa suoneria "Giovinezza". Felici di gonfiare il petto sorseggiando la peggiore sugna della storia. Una potenza simulata, figlia di frustrazione esistenziale, al servizio sempre di chi sta in alto.
Ecco, pensavamo (ingenui) che la Lazio era un motivo abbastanza nobile per tornare a condividere gli stessi spalti che frequento dalla fine degli anni settanta, allora con mio padre. Una ragione abbastanza solida per tifare i colori e sostenere i ragazzi, lasciarsi alle spalle "incomprensioni" e figure di merda.
Ma non è così, né mai sarà così. Non esiste uno spazio neutro, nemmeno nel calcio, passione popolare che costruisce modelli di vita e di aggregazione. Cultura e forme di vita: bisogna sempre scegliere, se dire [...] all'avversario o usare qualche altra parola goliardica (ebreo, negro, zingaro), ammiccando a tuo figlio di 10 anni con la mano a paletta.
Loro ce lo hanno ricordato per l'ennesima volta sabato sera, inneggiando a vigliacchi simili ai loro antenati, che facevano il lavoro sporco per i padroni di allora.
Siamo noi che ci illudiamo di dimenticare.
Mandarvi affanculo non è consolante, né risolve il problema. Ma è un atto dovuto.