Parigi sotto attacco!

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Offline FatDanny

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #920 il: 24 Nov 2015, 21:24 »
aprirei un topic chiamandolo TERZA GUERRA MONDIALE.(OT pensa se noi italiani entriamo in guerra verso aprile-maggio con la Roma prima in classifica con 5-6 punti di vantaggio e per cause belliche decidono di sospendere i campionati sportivi...)
Alice, ma tu non seguivi il basket?

Offline anderz

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #921 il: 24 Nov 2015, 22:25 »
Si ma considerando quello che fa Ankara le dichiarazioni di Obama sono scandalose oltre che ipocrite.

Fatta eccezione per i curdi mi fanno letteralmente ribrezzo tutte le parti in causa (ovviamente parlo di quelle armate).

Ma sono d'accordo Fat. E la Russia non è meno ipocrita degli Stati Uniti, almeno a chiacchiere.
Ci stanno facendo un lavaggio del cervello mediatico da paura, ci continuano a raccontare di San Putin terrore dell'IS quando in realtà sta facendo semplicemente il lavoro che Assad non riesce più a fare. Non è la prima volta che la Turchia abbatte aerei al confine, solo che questo era russo.
Stavano bombardano le milizie turcomanne per conto di Assad, milizie che per motivi etnici sono legate ad Ankara fin dall'inizio dell'insurrezione. Non sono l'ISIS, non hanno niente che possa lontanamente ricondurli a quello che è accaduto nel Sinai o a Parigi.

Che poi Erdogan sia un criminale non ci piove, ma i russi se la sono cercata.

Offline anderz

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #922 il: 24 Nov 2015, 22:40 »
Segnalo questo editoriale di Federico Rampini:

Bruxelles, jihad e "teoria del ghetto"

Ci ho vissuto 15 anni – infanzia e adolescenza – in quella Bruxelles che oggi è il covo dei jihadisti d’Europa. Non ho mai smesso di frequentarla visto che ci sono rimasti sempre i miei genitori, ora mia mamma da sola.
A Parigi frequentai, ventenne, i seminari di Raymond Aron; lì cominciai il mestiere di corrispondente estero 30 anni fa; ci tornò mio figlio Jacopo a fare la Sorbona. Per anni la nostra famiglia sparpagliata tra la California e la Cina o tra l’Europa e New York, si riuniva a Parigi per Natale.
Quando conosci così le città, quando sono i luoghi dove vivono i tuoi migliori amici, e pezzi della tua vita sono incollati al paesaggio locale, diventi allergico alle superficialità, agli stereotipi. A tutte le idiozie che vengono dette in queste settimane da chi cerca una spiegazione facile e rassicurante alle tragedie. Per esempio, per non stancare il cervello di fronte a fatti terribili, angosciosi e complessi, molti diventano di colpo marxisti. Nella versione “bignamino” del marxismo, quella per cui ogni cosa deve spiegarsi con la realtà economica sottostante, i rapporti sociali, le classi, lo sfruttamento capitalistico. Ecco che la jihad penetra perché i giovani di origini arabe o nordafricane sarebbero prigionieri di ghetti, marginalizzati, intrappolati in condizioni economiche disagiate.
Ma davvero? I ghetti per immigrati a Bruxelles io li ricordo bene. Ci vivevano gli italiani. Anni Cinquanta, anni Sessanta: allora sì, il Belgio era un paese razzista. I nostri immigrati andavano a morire per estrarre il carbone nelle miniere della Vallonia. I figli non riuscivano a finire la scuola dell’obbligo. Nessuno di loro imbracciò mai un kalashnikov per farsi giustizia contro i belgi. Non c’erano in circolazione fra loro ideologie di vendetta e di morte. Un sacerdote a cui sono rimasto legato, Bruno Ducoli, portava qualche liceale come me a lavorare nelle scuole serali. Si discuteva di politica, con chi ne aveva voglia. I coraggiosi osavano iscriversi alle Acli, cattolicesimo di sinistra; i comunisti, se c’erano, non si dichiaravano facilmente. Quando arrivò in Italia e in Francia il terrorismo rosso, i nostri immigrati diffidarono subito; era roba per giovani borghesi, universitari, figli di papà.
Oggi, la jihad nascerebbe dalle ingiustizie sociali? Non certo quella di Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, uno dei capi della strage a Parigi. Cittadino belga, di origine marocchina. Suo padre era benestante, aveva fatto ottimi affari in Belgio come commerciante. Mise il figlio in una delle migliori scuole private di Bruxelles, un liceo per ricchi.
Sfruttamento, emarginazione, disagio sociale? I guru dei talkshow usano queste formulette come dei passe-partout, per pigrizia intellettuale. I jihadisti no. Di quei problemi, loro non parlano mai. Eppure non mancano i loro proclami ideologici, i documenti di propaganda dello Stato Islamico dilagano “virali” nei social media. Mai che trattino della disoccupazione tra giovani immigrati; mai che denuncino qualche problema sociale nelle banlieues. Sono temi completamente estranei al loro orizzonte ideologico. Non gliene può importare di meno. Quel che odiano dell’Occidente non è lo sfruttamento capitalistico né le diseguaglianze sociali; ciò che denunciano è lo Stato laico che mette tutte le religioni sullo stesso piano; la libertà di espressione; la libertà dei costumi; l’emancipazione femminile; il fatto che le donne possano studiare e lavorare, vestirsi come preferiscono, sposare chi vogliono loro.
Se fosse vero che le nostre ingiustizie sociali generano malessere e ribellione violenta, il brigatismo rosso dovrebbe esistere nell’Italia di oggi, dove gli indicatori della disoccupazione giovanile e del precariato sono decisamente peggiori rispetto agli anni Settanta. Le ideologie di terrore, di sopraffazione e di morte, hanno vita autonoma come i virus. E’ sul piano delle idee che vanno analizzate, contrastate e sconfitte. Oltre, ovviamente, al ruolo indispensabile della magistratura e delle forze delle ordine: quelle che in Belgio in queste ore stanno balbettando paurosamente.

Offline Sonni Boi

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #923 il: 24 Nov 2015, 23:27 »
Riflessioni di una banalità sconcertante, in linea con l'autore del resto.

Offline GGW

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Offline GGW

Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #924 il: 25 Nov 2015, 01:22 »
Riflessioni di una banalità sconcertante, in linea con l'autore del resto.
giornalista di potere e del potere.che in piu' da' lezioni di vita.rivoltante il paragone tra il suo bravo bambino che va alla Sorbona e il figlio di papa' islamico terrorista.tutto per dire nenache troppo velatamente che lui e' stato un ottimo padre e  l'altro no (sottinteso perché islamico ma questa e' piu' sottile da capire).se la canta e se la suona da solo

Offline Eagle78

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #925 il: 25 Nov 2015, 03:46 »
In just the first month of 2014 Turkish jets are claimed to have violated Greek airspace 1,017 times

http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2015/01/turkey-greece-cyprus-aegean-air-space-nato.html#

Offline FatDanny

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #926 il: 25 Nov 2015, 06:40 »
Riflessioni di una banalità sconcertante, in linea con l'autore del resto.

Che per altro dimostra non capire assolutamente nulla di fenomeni politici, zero assoluto, quando afferma che se fosse una questione di tensione sociale allora le br dovrebbero esistere oggi in italia.
Io veramente sono allibito di come uno cosi possa essere pagato per esprimere la sua opinione...
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #927 il: 25 Nov 2015, 07:41 »
premetto che sarà sintetico, de più
per cui, anderz, tienilo presente
io odio i post oltre le 20 righe....

la differenza fra le due religioni?
da noi "vele, cannoni e riforma" hanno liberato il danaro consentendo uno sviluppo che seguendo i suoi corsi e i suoi rivoli ci ha regalato l'Illuminismo (che è stato sostanzialmente contro la chiesa). Questo l'elemento che ha "sbloccato" una aderenza ai Testi. Da loro questo non è accaduto, se non in parte e per qualche elite.
E allora? E allora è proprio qui, in Europa, dove vivono quasi 20 milioni di musulmani che potrà nascere una sorta di "Illuminismo" che stacchi una volta e per sempre questioni di stato e questioni di chiesa (la laicità..in sintesi).
Per cui è qui che si giocherà una ipotesi di convivenza futura. Se vinceranno le spinte xenofobe, se si imposta la questione sullo scontro fra religioni/civiltà, be' si porteranno queste masse dalla parte dell'oscurantismo.

In sintesi.  :D

 

Offline Tornado

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #928 il: 25 Nov 2015, 07:58 »
Rampini: dall'iscrizione al Partito Comunista Italiano e giornalista di Citta futura fino al Giornale, passando per vicedirettore del Sole 24 Ore e inviato di Repubblica. Sarà banale ma la teoria del ghetto non convince neanche a me.

Offline scignia

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #929 il: 25 Nov 2015, 08:41 »
Segnalo questo editoriale di Federico Rampini:

Bruxelles, jihad e "teoria del ghetto"

Ci ho vissuto 15 anni – infanzia e adolescenza – in quella Bruxelles che oggi è il covo dei jihadisti d’Europa. Non ho mai smesso di frequentarla visto che ci sono rimasti sempre i miei genitori, ora mia mamma da sola.
A Parigi frequentai, ventenne, i seminari di Raymond Aron; lì cominciai il mestiere di corrispondente estero 30 anni fa; ci tornò mio figlio Jacopo a fare la Sorbona. Per anni la nostra famiglia sparpagliata tra la California e la Cina o tra l’Europa e New York, si riuniva a Parigi per Natale.
Quando conosci così le città, quando sono i luoghi dove vivono i tuoi migliori amici, e pezzi della tua vita sono incollati al paesaggio locale, diventi allergico alle superficialità, agli stereotipi. A tutte le idiozie che vengono dette in queste settimane da chi cerca una spiegazione facile e rassicurante alle tragedie. Per esempio, per non stancare il cervello di fronte a fatti terribili, angosciosi e complessi, molti diventano di colpo marxisti. Nella versione “bignamino” del marxismo, quella per cui ogni cosa deve spiegarsi con la realtà economica sottostante, i rapporti sociali, le classi, lo sfruttamento capitalistico. Ecco che la jihad penetra perché i giovani di origini arabe o nordafricane sarebbero prigionieri di ghetti, marginalizzati, intrappolati in condizioni economiche disagiate.
Ma davvero? I ghetti per immigrati a Bruxelles io li ricordo bene. Ci vivevano gli italiani. Anni Cinquanta, anni Sessanta: allora sì, il Belgio era un paese razzista. I nostri immigrati andavano a morire per estrarre il carbone nelle miniere della Vallonia. I figli non riuscivano a finire la scuola dell’obbligo. Nessuno di loro imbracciò mai un kalashnikov per farsi giustizia contro i belgi. Non c’erano in circolazione fra loro ideologie di vendetta e di morte. Un sacerdote a cui sono rimasto legato, Bruno Ducoli, portava qualche liceale come me a lavorare nelle scuole serali. Si discuteva di politica, con chi ne aveva voglia. I coraggiosi osavano iscriversi alle Acli, cattolicesimo di sinistra; i comunisti, se c’erano, non si dichiaravano facilmente. Quando arrivò in Italia e in Francia il terrorismo rosso, i nostri immigrati diffidarono subito; era roba per giovani borghesi, universitari, figli di papà.
Oggi, la jihad nascerebbe dalle ingiustizie sociali? Non certo quella di Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, uno dei capi della strage a Parigi. Cittadino belga, di origine marocchina. Suo padre era benestante, aveva fatto ottimi affari in Belgio come commerciante. Mise il figlio in una delle migliori scuole private di Bruxelles, un liceo per ricchi.
Sfruttamento, emarginazione, disagio sociale? I guru dei talkshow usano queste formulette come dei passe-partout, per pigrizia intellettuale. I jihadisti no. Di quei problemi, loro non parlano mai. Eppure non mancano i loro proclami ideologici, i documenti di propaganda dello Stato Islamico dilagano “virali” nei social media. Mai che trattino della disoccupazione tra giovani immigrati; mai che denuncino qualche problema sociale nelle banlieues. Sono temi completamente estranei al loro orizzonte ideologico. Non gliene può importare di meno. Quel che odiano dell’Occidente non è lo sfruttamento capitalistico né le diseguaglianze sociali; ciò che denunciano è lo Stato laico che mette tutte le religioni sullo stesso piano; la libertà di espressione; la libertà dei costumi; l’emancipazione femminile; il fatto che le donne possano studiare e lavorare, vestirsi come preferiscono, sposare chi vogliono loro.
Se fosse vero che le nostre ingiustizie sociali generano malessere e ribellione violenta, il brigatismo rosso dovrebbe esistere nell’Italia di oggi, dove gli indicatori della disoccupazione giovanile e del precariato sono decisamente peggiori rispetto agli anni Settanta. Le ideologie di terrore, di sopraffazione e di morte, hanno vita autonoma come i virus. E’ sul piano delle idee che vanno analizzate, contrastate e sconfitte. Oltre, ovviamente, al ruolo indispensabile della magistratura e delle forze delle ordine: quelle che in Belgio in queste ore stanno balbettando paurosamente.

Mi trova completamente daccordo.

Offline FatDanny

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #930 il: 25 Nov 2015, 08:42 »

la differenza fra le due religioni?
da noi "vele, cannoni e riforma" hanno liberato il danaro consentendo uno sviluppo che seguendo i suoi corsi e i suoi rivoli ci ha regalato l'Illuminismo (che è stato sostanzialmente contro la chiesa). Questo l'elemento che ha "sbloccato" una aderenza ai Testi. Da loro questo non è accaduto, se non in parte e per qualche elite.
E allora? E allora è proprio qui, in Europa, dove vivono quasi 20 milioni di musulmani che potrà nascere una sorta di "Illuminismo" che stacchi una volta e per sempre questioni di stato e questioni di chiesa (la laicità..in sintesi).
Per cui è qui che si giocherà una ipotesi di convivenza futura. Se vinceranno le spinte xenofobe, se si imposta la questione sullo scontro fra religioni/civiltà, be' si porteranno queste masse dalla parte dell'oscurantismo.

 

In larga parte condivido, ma perché abbiamo (uso il plurale perchè mi sembra un problema ampiamente condiviso) una lettura tanto neutralizzata dell'Illuminismo, come se da noi avesse avuto come unico prodotto il progresso e la laicità?
Vorrei ricordare che l'Illuminismo elevando la Ragione a Mito ha avuto quali esiti Nazismo e Stalinismo, con qualche decina di milioni di morti. L'Islam radicale deve venire a lezione da noi in quanto ad efficacia.
E ci auguriamo che i musulmani seguano la nostra strada? Ma speriamo di no, cari miei...
Per altro come esito successivo al Novecento e ai suoi mostri la nostra feconda civiltà si ritrova a braghe calate, incapace di produrre pensiero forte perché fondamentalmente si caca sotto di produrre un qualche altro mostro e quindi sul piano della produzione teorica annaspa immersa nel pensiero debole e con la stragrande maggioranza dei suoi cittadini convinta che il pensiero unico, l'ideologia capitalista, sia l'unico sistema di convivenza sociale possibile, con tratti ideologici più rigidi della Sharia (basta leggere qualche discussione qui in board).

Insomma, non me pare sto quadro esaltante eh.
Giusto il nostro eurocentrismo può permetterci di dire che questo sia una prospettiva augurabile.
A me pare che la crisi di civiltà attraversi oggi pesantemente TUTTE le civiltà, compresa quella razionale tardo-illuminista che dopo circa 2500 anni ancora è piantata sulla dicotomia cardine della filosofia occidentale tra noumeno e fenomeno.

Rampini: dall'iscrizione al Partito Comunista Italiano e giornalista di Citta futura fino al Giornale, passando per vicedirettore del Sole 24 Ore e inviato di Repubblica. Sarà banale ma la teoria del ghetto non convince neanche a me.

Appunto, una "carriera" che dice tutto. Dall'inizio alla fine.
Pensare che Daesh o gli attentatori attacchino la Francia per via dei suoi costumi o per i diritti delle donne è demenziale. Non meriterebbe nemmeno una risposta per la banalità dell'analisi proposta che è smentibile su 7-800 piani diversi.
Talmente demenziale che oltre a sbagliare l'analisi sull'integralismo islamico riesce a sbagliarla anche sulla politica italiana di oggi e degli anni Settanta.
Non lo so, poteva mettece che la roma meriterebbe lo scudetto pe fa bingo.
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #931 il: 25 Nov 2015, 08:53 »
@Fat

se mi hai letto ho scritto una (una sola) cosa: perchè secondo me una religione è "sbloccata" e una no (con indulgenza verso questi termini, che meriterebbero sottili distinguo ma siamo qui e...)

se hai letto con attenzione, ma lo dicono anche le comunità islamiche moderate, è qui in Europa che potrebbe sviluppare un "grande laboratorio" di un islamismo moderno (usiamo questo termine improprio, ma famose a capì..), perchè qui vi sono condizioni di democrazia, laicità e anche benessere altrove assenti (anche qui prendimi con le molle, non è un elogio dell'Occidente quanto meri stati di fatto..)

ma non hai letto, sei più interessato al solito refrain...in attesa del sol dell'avvenire (che è anch'esso un prodotto dei Lumi)

Offline FatDanny

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #932 il: 25 Nov 2015, 09:07 »
Ti ho letto, ma forse tu non leggi me.

So cosa hai scritto, ma io ti dico che non è vero che una società (più che una religione) sia sbloccata.
La nostra società non si è sbloccata affatto. Ha solo sostituito un Mito con un altro. E gli effetti (assoluti) si sono visti durante il '900.

So cosa hai scritto, tuttavia mi sembra che le comunità islamiche moderate non abbiano grandi soluzioni, altrimenti non subirebbero l'offensiva di daesh e soggetti simili sul piano egemonico.
Evidentemente sono tutto fuorché un riferimento teorico possibile al giorno d'oggi. Al massimo sono un utensile relativamente inutile tra incudine e martello.

I tuoi stati di fatto li trovo molto poco dati di fatto, quanto, questi si, refrain linguistici di cui noi (e solo NOI) siamo convinti. Vai in Africa o in Asia e su questi refrain ridono a crepapelle, tanto sull'ipotesi di democrazia che di benessere.

Io tendo a discutere senza banalizzare, il tuo rispondermi sempre in questo modo da bambino delle elementari ha un po' stancato. Io cerco di fare discorsi complessi e te riparti col "sol dell'avvenire" e il bla bla bla. Non è che me devi risponne per forza eh, non credo ti obblighi il medico.
Io tendo a discutere su un certo piano, se questo piano ti stucca ignorami e stamo bene così.
Che gran parte dei tuoi problemi politici sta proprio nel fatto che pensi di risolvere tutto co pane e salame.
Me dispiace ma co pane e salame al massimo te fai un panino. Stacce.
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #933 il: 25 Nov 2015, 09:56 »
Ci ho vissuto 15 anni – infanzia e adolescenza – in quella Bruxelles che oggi è il covo dei jihadisti d’Europa. Non ho mai smesso di frequentarla visto che ci sono rimasti sempre i miei genitori, ora mia mamma da sola.
A Parigi frequentai, ventenne, i seminari di Raymond Aron; lì cominciai il mestiere di corrispondente estero 30 anni fa; ci tornò mio figlio Jacopo a fare la Sorbona. Per anni la nostra famiglia sparpagliata tra la California e la Cina o tra l’Europa e New York, si riuniva a Parigi per Natale.
Quando conosci così le città, quando sono i luoghi dove vivono i tuoi migliori amici, e pezzi della tua vita sono incollati al paesaggio locale, diventi allergico alle superficialità, agli stereotipi. A tutte le idiozie che vengono dette in queste settimane da chi cerca una spiegazione facile e rassicurante alle tragedie. Per esempio, per non stancare il cervello di fronte a fatti terribili, angosciosi e complessi, molti diventano di colpo marxisti. Nella versione “bignamino” del marxismo, quella per cui ogni cosa deve spiegarsi con la realtà economica sottostante, i rapporti sociali, le classi, lo sfruttamento capitalistico. Ecco che la jihad penetra perché i giovani di origini arabe o nordafricane sarebbero prigionieri di ghetti, marginalizzati, intrappolati in condizioni economiche disagiate.
Ma davvero? I ghetti per immigrati a Bruxelles io li ricordo bene. Ci vivevano gli italiani. Anni Cinquanta, anni Sessanta: allora sì, il Belgio era un paese razzista. I nostri immigrati andavano a morire per estrarre il carbone nelle miniere della Vallonia. I figli non riuscivano a finire la scuola dell’obbligo. Nessuno di loro imbracciò mai un kalashnikov per farsi giustizia contro i belgi. Non c’erano in circolazione fra loro ideologie di vendetta e di morte. Un sacerdote a cui sono rimasto legato, Bruno Ducoli, portava qualche liceale come me a lavorare nelle scuole serali. Si discuteva di politica, con chi ne aveva voglia. I coraggiosi osavano iscriversi alle Acli, cattolicesimo di sinistra; i comunisti, se c’erano, non si dichiaravano facilmente. Quando arrivò in Italia e in Francia il terrorismo rosso, i nostri immigrati diffidarono subito; era roba per giovani borghesi, universitari, figli di papà.
Oggi, la jihad nascerebbe dalle ingiustizie sociali? Non certo quella di Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, uno dei capi della strage a Parigi. Cittadino belga, di origine marocchina. Suo padre era benestante, aveva fatto ottimi affari in Belgio come commerciante. Mise il figlio in una delle migliori scuole private di Bruxelles, un liceo per ricchi.
Sfruttamento, emarginazione, disagio sociale? I guru dei talkshow usano queste formulette come dei passe-partout, per pigrizia intellettuale. I jihadisti no. Di quei problemi, loro non parlano mai. Eppure non mancano i loro proclami ideologici, i documenti di propaganda dello Stato Islamico dilagano “virali” nei social media. Mai che trattino della disoccupazione tra giovani immigrati; mai che denuncino qualche problema sociale nelle banlieues. Sono temi completamente estranei al loro orizzonte ideologico. Non gliene può importare di meno. Quel che odiano dell’Occidente non è lo sfruttamento capitalistico né le diseguaglianze sociali; ciò che denunciano è lo Stato laico che mette tutte le religioni sullo stesso piano; la libertà di espressione; la libertà dei costumi; l’emancipazione femminile; il fatto che le donne possano studiare e lavorare, vestirsi come preferiscono, sposare chi vogliono loro.
Se fosse vero che le nostre ingiustizie sociali generano malessere e ribellione violenta, il brigatismo rosso dovrebbe esistere nell’Italia di oggi, dove gli indicatori della disoccupazione giovanile e del precariato sono decisamente peggiori rispetto agli anni Settanta. Le ideologie di terrore, di sopraffazione e di morte, hanno vita autonoma come i virus. E’ sul piano delle idee che vanno analizzate, contrastate e sconfitte. Oltre, ovviamente, al ruolo indispensabile della magistratura e delle forze delle ordine: quelle che in Belgio in queste ore stanno balbettando paurosamente.

Il suo errore di base é che mischia le pere con le mele.
Fare un confronto con gli immigrati nel Belgio degli anni 50 e il sottoproletariato delle periferie francofone di oggi é assai ardito. Ma, al limite, lo puoi anche fare, é un suo diritto.
Quello che stona, come al solito, é la lezioncina dalla sua torre d'avorio in california col figlio alla Sorbona e chi ogni anno si ritrova a passare il Natale a Parigi. Meicojons.
Mavvattenaffanculo va. Te e la california.

Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto
un caro parente, dell’occupazione
che quella gentaglia rinchiusa lì dentro
di libero amore facea professione…

Del resto, mia cara, di che si stupisce?
anche l’operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori:
non c’è più morale, contessa…”


Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #934 il: 25 Nov 2015, 09:58 »
Appunto, una "carriera" che dice tutto. Dall'inizio alla fine.
Pensare che Daesh o gli attentatori attacchino la Francia per via dei suoi costumi o per i diritti delle donne è demenziale. Non meriterebbe nemmeno una risposta per la banalità dell'analisi proposta che è smentibile su 7-800 piani diversi.
Talmente demenziale che oltre a sbagliare l'analisi sull'integralismo islamico riesce a sbagliarla anche sulla politica italiana di oggi e degli anni Settanta.
Non lo so, poteva mettece che la roma meriterebbe lo scudetto pe fa bingo.

Sappi che la tua é "pigrizia mentale".
Che ce l'hai tu la madre che vive a Bruxelles ?
Ce l'hai un figlio alla Sorbona ?
Hai partecipato ai seminari con Raymond Aaron ?
C'hai la famiglia sparsa in Cina ?
No ?

E allora che ne poi sapé ?
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #935 il: 25 Nov 2015, 10:03 »
Ti ho letto, ma forse tu non leggi me.

So cosa hai scritto, ma io ti dico che non è vero che una società (più che una religione) sia sbloccata.
La nostra società non si è sbloccata affatto. Ha solo sostituito un Mito con un altro. E gli effetti (assoluti) si sono visti durante il '900.

So cosa hai scritto, tuttavia mi sembra che le comunità islamiche moderate non abbiano grandi soluzioni, altrimenti non subirebbero l'offensiva di daesh e soggetti simili sul piano egemonico.
Evidentemente sono tutto fuorché un riferimento teorico possibile al giorno d'oggi. Al massimo sono un utensile relativamente inutile tra incudine e martello.

I tuoi stati di fatto li trovo molto poco dati di fatto, quanto, questi si, refrain linguistici di cui noi (e solo NOI) siamo convinti. Vai in Africa o in Asia e su questi refrain ridono a crepapelle, tanto sull'ipotesi di democrazia che di benessere.

Io tendo a discutere senza banalizzare, il tuo rispondermi sempre in questo modo da bambino delle elementari ha un po' stancato. Io cerco di fare discorsi complessi e te riparti col "sol dell'avvenire" e il bla bla bla. Non è che me devi risponne per forza eh, non credo ti obblighi il medico.
Io tendo a discutere su un certo piano, se questo piano ti stucca ignorami e stamo bene così.
Che gran parte dei tuoi problemi politici sta proprio nel fatto che pensi di risolvere tutto co pane e salame.
Me dispiace ma co pane e salame al massimo te fai un panino. Stacce.

azzo, permaloso!

fermate, io ho scritto due righe sulle due religioni e non sulla "storia dell'Occidente" per cui....il Mito della Ragione ha generato mostri e bla..bla..bla..(tutto bello ma molto OT)

la cosa che ti rimprovero, ma credo la pensino tutti: ma ci riesci a stare sul pezzo senza.....tendere a discutere su un certo piano?

la discussione procedeva verso le differneze fra i due moteismi, bene io ho detto mia...tu arrivi e porti la discussione su "campi di papaveri..."
non dici cose sbagliate ma fuori contesto, un topic ha un tema e se non ci si sta dentro si finisce a friggere aria

e nun te la prende!
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #936 il: 25 Nov 2015, 10:12 »


Le coeur lourd, nous avons tenu à mettre en image l'état d'esprit que nous avons ce matin, au réveil.
En un mot : RESISTANCE !
Vive la Tunisie.

Offline Tornado

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #937 il: 25 Nov 2015, 10:30 »
"Ciò che denunciano è lo Stato laico che mette tutte le religioni sullo stesso piano; la libertà di espressione; la libertà dei costumi; l’emancipazione femminile"

Perchè fat pensi che siano demenziali come ragioni?

Ot: cmq una buona fetta di giornalisti vive così eh. Camminano ad un metro da terra.
Ot2: calmi però non andate sul personale...daje! Per me va bene pure pizza bianca e mortadella...
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #938 il: 25 Nov 2015, 10:42 »
nulla di personale, io mi riferisco ad un metodo di dsicussione

se parlo di "benessere" che consente la laicità (più sintetico di così non posso essere) è ovvio che nel "benessere" si annida ingiustizia, ineguaglianza etc..
se dico che danaro, sviluppo e "benessere" hanno condotto ai Lumi, attraverso un processo di integrazione di settori prima ai margini delle società, non nego gli sviluppi anche negativi di questa cosa

insomma se dico che la percezione religiosa, il peso della stessa nella quotidianità (il comune nostro sentire è più o meno laico, il nostro rapporto col Sacro è sostanzialmente formale..) qui da noi è, sostanzialmente "relativo" rispetto alle società islamiche extra europa, dico una ovvietà

ci sono ragioni storiche e politiche e  nostre gravi responsabilità, ma in questa sede lo do per scontato...resto sul pezzo.... ovviamente, ed è per questo che in Europa può sviluppare un approccio verso i Testi più pragmatico...diciamo così

allora non è che di fronte a due affermazioni scontate, si può rispondere coi sipperò....il nazismo, il colonialismo, come ci percepiscono in Mali o a Sumatra...

no?
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #939 il: 25 Nov 2015, 10:48 »
"Ciò che denunciano è lo Stato laico che mette tutte le religioni sullo stesso piano; la libertà di espressione; la libertà dei costumi; l’emancipazione femminile"

Perchè fat pensi che siano demenziali come ragioni?

Ot: cmq una buona fetta di giornalisti vive così eh. Camminano ad un metro da terra.
Ot2: calmi però non andate sul personale...daje! Per me va bene pure pizza bianca e mortadella...

Tornado, se leggi bene l'articolo di Rampini, oltre ad essere pieno di puzza sotto al naso, é anche uno svolgimento in varie linee e almeno 200 battute della frase stupida che si ripeteva quando si era ragazzini.
"Se sei ricco non puoi essere comunista".
Rampini dice la stessa cosa, "Se sei ricco, o benestante, non puoi essere islamista".
Accusando di bignamismo chi da una ragione economica al radicalismo ma utilizzando lo stesso schema.
Siccome Abaaoud aveva il padre benestante non può' essersi radicalizzato per ragioni sociali. Dimenticando che anche i figli di benestanti possono avere problemi che vanno aldilà del benessere economico. Senno' non si spiega, per fare un esempio spicciolo la parabola umana di Edoardo Agnelli.
Rampini azzera ogni categoria oltre ai soldi o al Corano. Se c'hai i soldi sei perfettamente integrato nella società. l'integrazione in una società, per Rampini é una questione di RIB bancario.
E già questa é una stupidaggine sesquipedale.
Ma la cosa più assurda é il confronto con l'immigrazione italiana in belgio negli anni 50.
Non dovrebbe essere complicato comprendere, anche per Rampini, che é più facile trasformare uno che si chiama Armando in Armand rispetto a uno che si chiama Rachid. Per tante ragioni.
E facile trasformare un Ivo Livi in Yves Montand, molto più complicato se si fosse chiamato Yacine o Mohammed.
E il problema non é economico, ma di appartenenza a una realtà sociale e nazionale.
A Rampini basterebbe verificare se la percentuale di cittadini francesi di confessione mussulmana, ovvero 1 su 10, corrisponda alla percentuale di manager o dirigenti di aziende di origine mussulmana rispetto a quelli che vengono chiamati francesi " de souche". Magari capirebbe che oggi, in Francia, come in Belgio, essere cittadini francesi di confessione mussulmana é e resta una condizione di serie B.
Perché le aziende, a parità ci competenze, scelgono spesso gli Armand e non i Rachid, perché nei licei dove ci sono molti più Rachid che Armand mandano i professioni in punizione, oppure non ce li mandano neanche. Ottenendo disparità di formazione tra gli studenti francesi tra le più alte d"Europa in relazione alla loro origine e al loro luogo di residenza.
Perché, e questa é vita vissuta, se c'hai la faccia un po più scura la polizia ti ferma, anche solo per controlli, almeno 3 o 4 volte più frequentemente che se fossi biondo con gli occhi azzurri.
E la finisco qua, perché di esempi ne potrei portare a centinaia. Di esempi vissuti.
 

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