Comunque non sanno né perdere né vincere.
Sono sempre goffamente sopra le righe in un modo che solo loro reputano simpatico o, Dio mi perdoni, intelligente.
Sono pateticamente infantili, sia quando si giustificano, quando rosicano (e rosicano sempre per abitudine storica), sia quando aggrediscono con il loro pugnetto chiuso di chi sa che, di loro, in realtà non frega niente a nessuno.
Sono ridicoli con quell'imitazione, naive, di una specie di "destino manifesto" che non si concretizza mai ma che è sempre, convenientemente per i [...] che danno loro in pasto bugie e mitologie intinte d'inchiostro scritto sulla carta da uova che viene gettata nella discarica il giorno stesso, dicevamo, che è sempre convenientemente all'orizzonte illuminato da "la luce sui tetti di Roma".
Insomma, come detto, non sanno né vincere, né perdere.
Il primo caso me lo spiego, il secondo no, visto che glielo hanno insegnato tutte le squadre che cominciano con la L (Lecce Liverpool e Lazio)
E molte altre! Setteauni compresi.