Non c'è scudetto non c'è Birmingham non c'è niente che tiene al confronto. Neanche Fabio Poli.
L'ho scritto su questo topico, quell'urlo, chi non lo ha vissuto non lo potrà mai capire.
Pero' non bisogna neanche farlo diventare come un totem.
Mille volte meglio lottare per l'EL piuttosto che rivivere quel giorno. Quegli anni.
Furono anni terribili, anni in cui c'era la consapevolezza (sensazione sconosciuta a chi non c'era) che la Lazio sarebbe finita quel giorno. 8 minuti. Non mancava molto.
Giuliano Fiorini segno' quando sullo stadio era già scesa una certa rassegnazione. Questo ne esaltó in qualche modo la forza prorompente.
A me, a 17 anni, me stavano a toglie la Lazio. Era finita, sarebbe finita quel giorno.
Come la Pro Patria, come la Pro Vercelli, come la Fortitudo. Mettevamo tutto nel libro dei ricordi e avremmo proseguito la nostra vita. Come un lutto da metabolizzare. Il tempo l'avrebbe fatto.
Giuliano Fiorini c'ha ridato la vita, meritiamocela. Anche per lui.
Ogni santo giorno. Ogni santissima partita, quando ci viene voglia di fischiare un giocatore della Lazio, di insultare la nostra maglia, di mandarli affanculo, ricordiamolo.
La Lazio si merita.
Questo ci ha insegnato Giuliano Fiorini.