Sento, leggo, guardo in giro. Giornali, radio, siti, televisioni che parlano solo di Lazio-Inter. Siamo alla resa dei conti. Oggi un giornalista che sia un Giornalista, più che perdere tempo a descrivere la farsa che tutti abbiamo visto, più che sprecare facile indignazione per una delle tante partite finte cui abbiamo assistito nella nostra vita di tifosi, dovrebbe cercare di capire e poi spiegare al lettore PERCHÉ è successo quello che è successo. Perché un popolo, nella sua quasi totalità, ha deciso di dire BASTA essendo pronto a sacrificare il suo stesso ideale. La risposta è Cicchitto, Gasparri, Capezzone, Ruotolo quello di Santoro, Alemanno, Veltroni, la Polverini, Vocalelli, Repubblica.it, l'ex prefetto Serra, Amendola, gli spot Vodafone, le magliette 'Vi ho purgato', i pollici versi, De Rossi che piange di gioia dopo Lazio-Catania 0-1, gli editoriali di Renga, la Ferilli, la Cuccarini, il mio edicolante, il mio macellaio, le radio romane e i loro conduttori pregiudicati, i vecchi dei bar, Unicredit che non esige 400 milioni a Italpetroli consentendo alla Roma di prosperare, laddove la Lazio sta pagando i suoi debiti a rate fino al 2027, e un calcio che non è finto da ieri sera. Noi ci siamo sputtanati per sputtanare il Sistema, i Mughini che ci condannano da pulpiti moggiani. Io oggi sono fiero della mia coerenza e della mia squadra. Cristian Brocchi è il mio capitano, e oggi, soli contro tutti, è il giorno più bello per i laziali come me.