secondo me puoi fare tutte le iniziative di questo mondo, ma quando in una qualsiasi cosa pubblicizzata sulla pagina ufficiale di qualsiasi Social i commenti sono: "aho, ma l'allenatore?" " chi famo giocà in attacco... Manzini??" "ancora con sta Macron? èmmediocree"
sul sito sono state presentate in questi giorni diverse iniziative, dal "SummerCamp" a "scoprilamaglia" alle amichevoli estive, ci fosse un commento di incitamento a queste cose, solo un marasma di critiche, mal espresse in un italiano becero e dal sarcasmo altamente "riommico"
Questo è il tema centrale della questione che sottolineano alcuni secondo me.
La "comunicazione" o la governi o la subisci.
Dopo tutti questi anni la percezione è che le merde la loro comunicazione la "governino" e la rendono funzionale alle loro strategie ed ai loro obbiettivi di mercato (con qualsiasi mezzo lecito o meno non è importante, conta il risultato).
Noi invece sembra che la subiamo o che non ne abbiamo mai fatto un elemento strategico.
Dopo anni di questa impostazione è perlomeno ovvio che su ogni cosa tutto ciò che non "governi" ti si mangia. Soprattutto con un presidente così come è Lotito.
La comunicazione di una società inoltre e' più efficace se lavora in sinergia profonda con gli altri settori operativi. Da noi, a volte, l'impressione è che ognuno vada per conto proprio e la sinergia non sia così puntuale.
Dal che si evidenzia che l'investimento su questo settore debba essere fatto su professionisti di un certo livello che sappiano governare i rapporti con l'esterno per imporre la propria comunicazione e che sappiano creare, all'interno della società, una organizzazione lineare che operi in tempo reale e che sia capace di dettare tempi, modi e comportamenti comunicativi diversi da quelli odierni.
Quindi, non solo uno bravo ma uno in grado di riorganizzare e guidare una radicale cambiamento strutturale di questo delicato aspetto.
Con tutta la buona volontà De Martino, per quanto possa provare a svolgere il suo lavoro nella maniera migliore possibile, non mi pare una figura di questa caratura.
Per dire, tra Bielsa e Pioli, c'è un mare di distanza.
Da quanto si percepisce uno ha più o meno accondisceso all'organizzazione che ha trovato a Formello e ci si è adeguato, l'altro ha già imposto delle linee guida che andranno a modificare le abitudini precedenti.
Valuteremo più avanti i risultati ma è indubbio che uno, anche per la forza dell sua esperienza, delle sue capacità e del suo peso specifico, sta imponendo scelte a 360° piuttosto che subirle.
Il paragone con la comunicazione è più o meno lo stesso.
Ormai è acclarato che nella Lazio odierna, seppur ben gestita, è arrivato il momento di inserire nei quadri organizzativi gente qualificata che sappia imporre scelte e cambiamenti.
Altrimenti il livello, seppur discreto, non riesci mai ad alzarlo.
Ci vorrebbe un Bielsa anche nella comunicazione.