Grazie a tutti, di cuore. In realtà voleva solo essere una testimonianza di lazialità lunga una vita. Questo sonetto, scritto da papà nel 1975, è stato recitato da me durante l'orazione funebre, assieme ai ricordi di ciò che in definitiva ci ha unito di più, da quando mi portava bambino con la bandierina al Flaminio, alle mille trasferte (papà aveva un pudore tutto suo, trovava sempre qualcosa da fare nella località della partita, come non volesse ammettere che ci andava apposta), per finire uno accanto all'altro sul divano (rubandoci le sigarette a vicenda). Abbiamo avuto mille incomprensioni, mille allontanamenti, ma la Lazio (e non lo ringrazierò mai abbastanza) ha contribuito a tenerci vicini tutta la vita.
Per il suo novantesimo compleanno avevo organizzato la sua presenza allo stadio (c'era Lazio-Frosinone) con la Lazio che - molto disponibile - mi aveva garantito l'ingresso in macchina fin sotto la Monte Mario. Peccato che un banale raffreddore abbia mandato tutto a monte (addirittura volevo far venire anche il gemello - anche lui laziale - ma a quell'età proprio non gli andava. Sarebbe stato bello, due gemelli allo stadio a 90 anni...).
Orgoglioso di far parte di questa comunità.
Guy
PS per meanwhile sì, era fratello di Vittorio, juventino doc e ferocemente antiromanista.