Il congresso della Lazio. "Il tempo" propone di convocare gli "Stati generali"
C’è ancora qualcuno che vuole bene alla Lazio? Di sicuro non un presidente dispotico e incapace di comunicare messaggi positivi alla sua tifoseria. Per non parlare di una squadra che dalla contestazione trova alibi preziosi per consegnarsi alla modesta Atalanta. Per finire ai tifosi che in qualche occasione si sono dimenticati del bene supremo: la Lazio, 114 anni di storia.
Tutti colpevoli, naturalmente il padrone del vapore ne ha di più per aver sottovalutato o minimizzato una protesta ormai generalizzata. Il giorno dopo la nuova contestazione, tutti a chiedersi che succederà ora perché il muro contro muro continua. E allora «Il Tempo» prova a lanciare un’idea per trovare una mediazione soddisfacente ed evitare ipotesi da brivido. Tipo quella prospettata di acquistare la «Lupa», squadra che gioca in serie D e sta cercando di salire in Lega Pro. Sarebbe rinominata tra qualche mese «Polisportiva Lazio», una parte dei tifosi biancocelesti prenderebbero questo piccolo club ripetendo quanto fatto a Manchester da colleghi inglesi che mal digerivano la gestione dello United e ora ha un discreto seguito. Insomma i laziali abbandonerebbero la Lazio, l’aquila, la storia, per ripartire da zero. Una boutade? Forse, ma il progetto non va sottovalutato perché togliersi la passione per una squadra di calcio per colpa di un presidente, anche il peggiore possibile, sembra solo una mossa alla Tafazi.
Ecco quindi un’ultima chiance, la voglia di convocare gli stati generali, tutti i laziali di buona volontà, tutti quelli che hanno a cuore le sorti del più antico club della Capitale per far capire a Lotito i suoi errori, per spiegargli il significato della parola empatia. Perché i laziali possono anche mangiare tutte le sere un piatto di lenticchie basta non prenderli in giro, basta dirglielo. È sufficiente evitare qualche inutile causa di principio con giocatori e procuratori, evitare interviste nelle quali il presidente della Lazio viene preso in giro dallo studio televisivo di turno per ricomporre almeno in parte lo strappo.
Nel corso dell’assemblea che potra tenersi a Formello ma anche in un cinema o teatro cittadino (diretta radiofonica e televisiva obbligatoria), domande dirette al presidente, tutti insieme chiusi dentro per non mollare mai, come recita l’inno. Alla fine sono andati all’Olimpico 6.548 tifosi domenica per una partita dove in palio c’era l’ingresso in Europa League, una cosa troppo brutta per la Lazio, una manifestazione quasi plebiscitaria e il presidente non può e non deve mettere la polvere sotto il tappeto. Tutti invitati, da vip ad attori, ex dirigenti e una rappresentanza della curva Nord. Sembra un’utopia, può anche esserlo ma non si può continuare ad uccidere la Lazio facendo godere i dirimpettai cittadini.
Intanto la protesta non si ferma. Nella prossima partita interna, in programma domenica sera 23 marzo all’Olimpico contro il Milan la Nord prepara una nuova iniziativa. Stavolta si andrà allo stadio con la speranza di riempirlo come accaduto col Sassuolo ma in curva ci saranno dieci striscioni contenenti domande polemiche per Lotito. In passato era successo lo stesso a Moratti che aveva ricevuto lo stesso trattamento dagli interisti. I punti toccati saranno i soliti, dagli aquisti mancati, al salto di qualità mai visto, alla cessione di Hernanes oltre alle molteplici cause perse in tribunale. Il presidente risponderà? Difficile. Di certo dovrà farlo se andrà in porto l’idea di convocare tutti intorno a un tavolo per provare a rimettere insieme i cocci. Solo per il bene della Lazio, sia chiaro. (Luigi Salomone - IlTempo.it)
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