Sapore di polvere in bocca.
Teste sotto cappelli che dondolano, lente, come fossero di asini.
Gente che beve, ride, dentro il saloon.
E fuori ancora questa maledetta polvere di terra, in trappola, dentro mulinelli che riempono l'aria.
È tutto scritto, una sceneggiatura noiosa.
L'orologio batte un tempo stanco.
È tutto uguale, sempre, roba da voler cambiare strada.
Poi da lontano, un cumulo immenso porta un rumore grave, continuo, sembra cerchi un qualche effetto di risonanza.
Son cento mila corpi in carica.
E questa polvere di trappola antica,
selvaggia, di veleno,
diverrà sottile, fuggita.
Come polvere di luce, polvere di cielo.
Stanno arrivando gli indiani.