Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« il: 13 Feb 2017, 17:12 »
Caro Warp e tutti, apro questo topic per piantare un po' di chiodi che possano tornare d'aiuto al fine di affrontare le pareti scoscese dell'elettronica, come da titolo.
Non so bene come ci si potrebbe muovere, magari prendere alcuni Artisti e dargli la dignità di Pianeti, con tutta una serie di Satelliti (altri Artisti) a ruotargli intorno.
Oppure procedere per decadi, gli '80, i '90 etc
Faccio un esempio, trovo Incunabula un lavoro eccezionale e centrale, di la si potrebbe partire per disegnare una cartina con i pianeti, i satelliti, le meteore, che lo hanno circondato negli anni a venire, e che hanno ridefinito l'astronomia della musica elettronica (ma non solo).

Oppure fate voi...
 :)

 


Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #1 il: 13 Feb 2017, 19:05 »
Difficile effettivamente trovare un netodo di classificazione visto che l'elettronica  (in senso generale) coinvolge più un metodo produttivo che uno stile. Gli stili sono innumerevoli e oggi anche un fedez qualunque potrebbe definirsi elettronico.
Io in generale farei una classificazione per 4 fasi storiche più che per decenni
Partendo dalla elettronica/elettrica delle avanguardie degli anni 40 e 50 per poi passare agli anni 60 e alla prima commercializzazione di 'strumenti di massa" come il moog.xhe ha generato la popolarizzazione della musica elettronica unitamente alle nuove tecniche produttive per poi seguire le esplosioni del periodo 70/80 dove l'albero di è diramato in tante vie diverse che bene o male proseguono anche oggi uguali.La quarta fase iniziata verso fine anni 90 è il dissolvimento, la digitalizzaxione e la spersonalizzazione della musica che nasce direttamente in mp3 concetti come album, titolo artista e produttore non hanno nessun aenso tanti dj ormai non si portano neanche più i dischi dietro ma con i cdj i virtuali dj e software vari riescono a gestire migliaia di tracce.fare musica non necessita neanche piu degli strumenti

Come pianeti dovrei pensarci e trovare 10 pianeti è arduo 
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #2 il: 14 Feb 2017, 12:22 »
Procediamo per Phasi?

Phase One [...]
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #3 il: 14 Feb 2017, 21:25 »
Ah, ma è un ginepraio mica da ridere, l'etichetta elettronica si può applicare a un'infinità di roba estremamente eterogenea.
Per quanto mi riguarda si passa dall'ambient più isolazionista a certa discomusic fino alla trance dei 90
In più, almeno per me, l'ascolto il giudizio e l'eventuale gradimento sono molto legati allo stato d'animo del momento, molto più del formato tradizionale della canzone.
Ci sono dischi che mi erano sembrati chissà cosa anni fa e riascoltati a distanza sono imbarazzanti. E viceversa.
Cito a memoria alcune cose che non mi hanno mai tradito, partendo dalla scoperta in discoteca del binomio Giorgio Moroder/Donna Summer, pensate un pò.
Poi tutta la parte più "cosmica" del krautrock dei 70, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Edgar Froese, Cluster quella roba lì. E se ce n'è uno da cui partire prendo "Phaedra" dei TD, ideale anello di congiunzione tra gli esordi del genere, che per tanti possono risultare davvero ostici, e un'elettronica più fruibile (anche per via dei progressi nella strumentazione).
Poi, dato che citi "Incunabula" degli Autechre, bè quel periodo è ricchissimo di album invecchiati bene. Doveroso citare almeno The Orb's Adventures Beyond The Ultraworld, Lifeforms dei Future Sound of London, Substrata di Biosphere. O i primi Orbital. E un paio di titoli che forse qua in Italia non sono abbastanza conosciuti, 76:14 e Pentamerous Metamorphosis dei Global Communication.
Infine, per non farla troppo lunga, qualche cosa che mi ha davvero preso nel secolo in corso
"The rhythm of snow" di Yagya, "Sadly, the future is no longer what it was" (magnifico titolo) di Leyland Kirby, e "The Tired Sounds of the Stars Of The Lid"
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #4 il: 15 Feb 2017, 11:36 »
Come pianeti dovrei pensarci e trovare 10 pianeti è arduo

Beh un pianeta è sicuramente il pianeta Kraftwerk, perchè è il crocevia perfetto per le fasi che tu identifichi.
I Kraftwerk provengono da una formazione avanguardistica/sperimentale e pero' sono i primi ad avere l'intuizione di applicare il linguaggio pop alla musica elettronica.
Possiamo dire che dai Kraftwerk nasce una linea ereditaria che va dal post punk elettronico a tutte le musiche "dance" ovvero house techno e derivati.
A chi obietta che anche Moroder faccio notare che Moroder arriva dopo di qualche anno, e sebbene sia il primo ad applicare drum machine e sintetizzatori al genere disco music, a livello di "macroregione" avevano sdoganato il processo già i quattro di Dusseldorf.

Rispetto a Incunabula secondo me per quanto importante come album risente ancora troppo dell'influenza Aphex Twin.
Ecco un altro pianeta dovrebbe essere quello Aphexiano e in ogni collezione che si rispetti non dovrebbero mai mancare i due volumi dei Selected Ambient Works, che per me sono la Bellezza.
Tornando ad Autechre il disco che secondo me è il loro più bello, e sopratutto segna la loro assoluta originalità è TRI-REPETAE del 1995, e in particolare l'edizione americana che comprende anche gli ep Anvil Vapre e Garbage ep.
Da qui in poi saranno tutti lavori eccelsi dove la formula cambierà in realtà poco, ma la capacità di composizione ( o meglio: di assemblaggio ) rimarrà ineguagliata.

E comunque il decennio d'oro secondo me restano i 90's.
Lo spirito di ricerca misto al divertimento e alla contaminazione di quegli anni
in cui c'erano rimaste le ultimissime cose da dire me lo ricordo come magico.
Pan Sonic, Sabres of paradise, Bandulu, l'immenso Luke Vibert/Wagon Christ, i coattoni alla Squarepusher, i negri ddella Underground Resistance : che tempi!

Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #5 il: 15 Feb 2017, 13:16 »
Concordo, ovviamente, sui Kraftwerk. Ma è tutta la scena "kosmica" tedesca di quegli anni che sdogana l'elettronica al grande pubblico, non solo del rock.
E va anche ricordato il fenomeno synth-pop dei primi '80, io ero in pieno periodo punk/postpunk e all'epoca gran parte di quella roba.. insomma.
Ma alcuni di quei dischi sono invecchiati benissimo, penso ai primi Soft Cell o ai primi Tears For Fears.
Oppure, savasandir, ai New Order.

ps. i primi tre Autechre sono tutti notevoli, il mio preferito è il secondo, Amber.
Ma, kellyslater e nandoviola, provate ad ascoltare una traccia a caso da quei primi tre e ditemi se riuscite a identificare da quale viene.

Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #6 il: 15 Feb 2017, 17:24 »

Concordo ovviamente su kraftwerk e il gemello aphex
E anche sulla centralità  degli anni 90
Dei primi autechre il mio preferito è Amber insieme ai 2 ep citati da kelly

Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #7 il: 15 Feb 2017, 18:30 »
Come punti centrali mi sentirei di inserirne 2 o forse 3.
Certamente i throbbing gristle inventori del cosiddetto industrial i quali inserendo per la prima volta in ambito musicale elettronico, fino a quel momento considerato un divertissement o un esotismo un po freak, pesanti e numerosi segni e significati  hanno dato vita alla ramificazione piu politica, incompromissoria e disturbante del suono elettronico.

Il secondo è  Brian Eni che è inutile riassumere qui di cosa sia stato capace di fare e su cosa abbia messo le mani.
Rosy music.bowie.talking heads. Fripp. Harmonia. No wave . La serie ambient e i dischi solisti. L'ultima fase warp e i migliori dischi di quei tromboni di u2 di tutto e di più.

Il terzo lo sottopongo a codesta giuria ed è un nome che mi sta a cuore. Quello di Franco Battiato.un altro che ha ribaltato la musica elettronica e non a 360 .gradi

Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #8 il: 15 Feb 2017, 18:36 »
Brian eni 
Uno pieno di energia
Maledetti correttori automatici
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #9 il: 15 Feb 2017, 19:06 »
Concordo, ovviamente, sui Kraftwerk. Ma è tutta la scena "kosmica" tedesca di quegli anni che sdogana l'elettronica al grande pubblico, non solo del rock.
E va anche ricordato il fenomeno synth-pop dei primi '80, io ero in pieno periodo punk/postpunk e all'epoca gran parte di quella roba.. insomma.

La scena "cosmica" in realtà è molto eterogenea e comprende vari sottofiloni, tra cui alcuni per niente elettronici, anzi in fondo in linea con la tradizione "rock": parlo di Faust, Can, Neu, Ash Ra Tempel, gli stessi Amon Duul 2.

Il cotè elettronico è però effettivamente importante: Tangerine dream ma sopratutto la saga Harmonia/Cluster che io personalmente adoro alla follia e che ha aperte strade inesplorate ( tra l'altro lo stesso Eno in vena di trip teutonici ci fece insieme 2 o 3 dischi strepitosi ).
Si tratta di elettronica comunque non di facilissimo ascolto.

Il synth pop inglese che tu ricordi invece è ramificazione diretta dei Kraftwerk e basta.
I Kraftwerk sono stati i primi a fare synth pop: gli inglesi l'hanno solo depurato della glacialita'
robotica e del serio futurismo e li hanno rimpiazzati con la frociaggine dei make-up e delle melodie.
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #10 il: 15 Feb 2017, 20:07 »
La scena tedesca dei 70 in realtà si definisce meglio come "krautrock" all'interno del quale il filone "kosmische" è quello più imparentato con l'elettronica.
Imperdibile, per chi non avesse ancora fatto l'esperienza, la lettura di "Krautrocksampler" di Julian Cope.
Certo l'ascolto non è per tutti, e ancora oggi Zeit dei Tangerine Dream o Cyborg di Klaus Schulze sono delle specie di manufatti alieni di ostica interpretazione. Eppure non mi hanno mai stancato, anzi sono sempre in heavy-rotation nella chiavetta usb sul furgone e in autostrada di notte tengono sveglio più di tanto noiosissimo rock.

L'estensore del topic è partito dagli Autechre, non esattamente robetta facile.

Per quanto riguarda il synth-pop, forse sono un pò ot perchè quando parlo di elettronica penso a qualcosa di diverso dalla forma canzone.
Ma inviterei a rivalutare con le orecchie di adesso certe cose (no i duran duran per es.), sta di fatto che Harmonia/Cluster/Eno vengono oggi visti come i padri nobili del genere. 
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #11 il: 15 Feb 2017, 20:17 »
@Warp che ci chiama a giudicare

Brian Eno un grande.
Un vero visionario, avanti agli altri.
Uno dei filoni più importanti di quello che si definisce elettronica, la musica ambient, l'ha praticamente codificato. Tra tutte le altre cose.

Su Battiato, mhe.
Da adolescente intrippato col progressive degli anni d'oro, anche italiano, Fetus e Pollution restano indimenticabili (sono un vdm docg)
Crescendo, direi che abbiamo preso strade diverse.
Il musicista lo conosco poco e mi dice ancora meno, l'uomo lo conosco meno ancora ma quel poco mi basta e avanza.

Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #12 il: 15 Feb 2017, 21:29 »
David Tudor e John Cage - Indeterminacy:
Tony Conrad -
Early Minimalism
2 album importanti della primissima elettonica presente  soprattutto in fase di sovraincisioni e nastri
Poi citerei il BBC Radiophonic workshop e Delia Darbyshire autrice oltre che della sigla originale di dr.Who dei primi effetti elettronici  della radio inglese nonché di un album capitale come the Dreams un disco che ancora più di 50 anni dopo spaventa e inquieta
In ambito tedesco non dimenticatevi la proto-house di E2-E4 di M.Gottsching e non dimentichiamo Lui sua eminenza  Lee Scratch Perry senza la sua arca nera non avremmo avuto tutto dall' OnU Sound in poi fino a dubstep passando per la Jungle e il drum'n' bass
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #13 il: 16 Feb 2017, 10:14 »
Lui sua eminenza  Lee Scratch Perry senza la sua arca nera non avremmo avuto tutto dall' OnU Sound in poi fino a dubstep passando per la Jungle e il drum'n' bass

Non vorei fare il cacacaxxi  :=)) ma non si parlava di musica elettronica?
LSP è stato un grande perchè è stato il primo ( insieme a king tubby )  a usare il banco mixer
come vero  proprio strumento, e al contempo il primo a usare massivamente
gli effetti ma i suoni che elaborava non erano elettronici ( a parte qualche weird synth qua e la ) : erano i cari vecchi basso batteria percussioni e chitarra.

Il dub elettronico vero e proprio (cioè realizzato con le drum machine e i synth ) è cosa inglese dei primi 80': ON-U Sound appunto e Mad Professor tra i primi e piu' importanti.
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #14 il: 16 Feb 2017, 10:19 »

Imperdibile, per chi non avesse ancora fatto l'esperienza, la lettura di "Krautrocksampler" di Julian Cope.


Fino a qualche anno fa un tipo lo aveva reso disponibile per la consultazione in versione scannerizzata ma non scaricabile.
Poi i detentori dei diritti gliel'hanno fatto togliere dicendo che stavano finalmente preparando la ristampa ufficiale, e stiamo ancora tutti aspettando...
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #15 il: 16 Feb 2017, 13:18 »
Azzz... non credevo fosse fuori catalogo



Ristampatelo, sciocchi!
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #16 il: 16 Feb 2017, 13:26 »


http://www.anobii.com/books/Elettronica/01f0143a1426caea8f

Questo era un libriccino ben fatto e un utile punto di partenza, vent'anni fa.
Girando su internet o tra l'usato si potrebbe trovare ancora

"A ben guardare, la quasi totalità della musica in circolazione oggi può dirsi a maggiore o minore titolo "elettronica".Da Marco Masini a Tom Verlaine fino al coltissimo compositore dell'IRCAM, sono pochissimi gli artisti che -non foss'altro per quanto pertiene le tecniche di registrazione- non ricorrrono agli artifici messi a disposizione dalla tecnologia.Quello che intrigava noi di Rumore, però, più che trovare un minimo comun denominatore tecnologico, era la possibilità di indagare la continuità, il fil-rouge che collega Aphex Twin ai Can, Stockhausen ai Throbbing Gristle. O ancora il modo in cui certi strumenti "avveniristici" ed i loro manovratori fantasticarono di futuri possibili e lontanissimi (ancora non hanno smesso, se è vero che le vecchie macchine analogiche sono le preferite dalle giovani generazioni techno e post-rock). Un piccolo racconto di fantascienza, insomma. E come i migliori racconti di fantascienza anche la storia della musica elettronica può essere, a seconda dei casi, un fumettone ottimista (il techno-pop) oppure in incubo orwelliano (la generazione industriale).Lo spazio coperto da questo libretto è follemente esteso per le sue misere 100 paginette: novant'anni di storia o giù di lì. Molti degli artisti di cui leggerete qui dentro potevano tranquillamente occupare da soli il medesimo spazio; lo sappiamo, ma siamo stati abbastanza folli da non fermarci nemmeno di fronte a questo. Nella speranza che il presente bignamino, come i due che l'hanno preceduto, vi torni utile come guida orientativa alla materia, vi auguriamo un'estate piena di modulazioni, rumori e radiofrequenze. Bleep!"

Offline Warp

*
10045
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #17 il: 16 Feb 2017, 13:44 »

Su Lee Perry non concordo. L'utilizzo del mixer in modo creativo gli effetti le scomposizioni e ricomposizioni delle tracce, gli overdub, le tracce mandare all'indietro, le voci pitchate e quant'altro sono farina del suo sacco. È anche se giustamente come dici la materia prima è elettrica o acustica un tale riprocessamento stilistico del brano originale senza l'utilizzo di apparecchiature elettroniche non sarebbe stato possibile anni prima. Ovvuamente parliamo di elettronica analogica primitiva nastri magnetici, tastierame
Secondo me ci sta come ci stanno i Residents Maderna, Luc Ferrari o Lucier perché come dicevo nel primo post elettronica per me è uno stato mentale che riguarda la produzione di suono e non solo la composizione
Ma ovviamente si tratta di sensazioni opinioni idee.
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #18 il: 16 Feb 2017, 14:11 »
che spettacolo!
vi lascio tracimare ancora un po', poi se siete d'accordo inizio a sistematizzare e mettere punti fermi.
(e da non strutturato quanto voi, lancio due nomi nello spazio che, personalmente, adoro: Kruder&Dorfmeister e Boards of Canada. quanto sono importanti? perchè? se doveste suggerire altri approdi simili, chi indichereste tra le gemme nascoste magari?)
Re:Elettrorama: chiodi per un'arrampicata sulle pareti scoscese dell'elettronica
« Risposta #19 il: 16 Feb 2017, 14:13 »
Su Lee Perry non concordo. L'utilizzo del mixer in modo creativo gli effetti le scomposizioni e ricomposizioni delle tracce, gli overdub, le tracce mandare all'indietro, le voci pitchate e quant'altro sono farina del suo sacco. È anche se giustamente come dici la materia prima è elettrica o acustica un tale riprocessamento stilistico del brano originale senza l'utilizzo di apparecchiature elettroniche non sarebbe stato possibile anni prima. Ovvuamente parliamo di elettronica analogica primitiva nastri magnetici, tastierame
Secondo me ci sta come ci stanno i Residents Maderna, Luc Ferrari o Lucier perché come dicevo nel primo post elettronica per me è uno stato mentale che riguarda la produzione di suono e non solo la composizione
Ma ovviamente si tratta di sensazioni opinioni idee.

Rispetto il tuo punto di vista ma non lo condivido.
O meglio : procedendo dal tuo assunto dovremmo dire che il 95% della musica contemporanea ( escludendo la classica e il jazz ) è musica elettronica, nella misura in cui gli strumenti elettroacustici in fase di missaggio sono quasi sempre processati con effetti e manipolazioni digitali.
Tu dici Stato dell'anima.
Capisco cosa vuoi dire ma ovviamente è un criterio molto soggettivo.
Per me lo stato dell'anima dell'elettronica sta proprio invece nel medium.
Quando Tubby e Perry inventano i vuoti e i fantasmi grazie ai delay e ai riverberi è vero che stravolgono profondamente il "suonato" dei musicisti, ma lo trasfigurano in qualcosa che pur suonando "alieno" rimane profondamente umano.
E quello che caratterizza cosi' tanto quell'umanità è il Ritmo.
Quando i Kraftwerk cominciano a programmare ritmi meccanici e a usare suoni generati da apparecchi elettronici che di fatto si suonano da soli, quando cioè
la spersonalizzazione del suono da parte delle macchine prende il sopravvento è il momento in cui la musica elettronica prende specificita'.
In altre parole è Stockhausen il padre fondatore ultimo di questa concezione e interpretazione, insieme certo ad altri nobili sperimentatori.
Come dici tu anche le mie ovviamente sono sensazioni ed idee assolutamente personali ed arbitrarie.

 

Powered by SMFPacks Alerts Pro Mod