DOGMAN.
Che pezza!
Il film è fatto benissimo: Garrone torna alle atmosfere cupe e inquietanti di Gomorra e sopratutto L'imbalsamatore ( e infatti sceglie come location una spiaggia deturpata a Castel Volturno, spacciandola però per una suburbia romana ).
Luci e scenografia magistrali, sceneggiatura essenziale, interpretazioni di livello altissimo (ben sopra la media del canone italiano) : Fonte è perfetto per il ruolo ( e se è un grande attore lo sapremo solo quando farà un ruolo lontano da questo ) ma anche Edoardo Pesce nel ruolo del pugile microcriminale di borgata è stato una scoperta.
A voler trovare proprio un difetto: le scene di lui con la figlia e la ex sono molto abbozzate e stonano col resto del film, la bimba parla italiano forbito in un ambiente ignorante, la ex che quasi non si vede in volto.
Ah la storia per chi non lo sapesse è quella del canaro della magliana, l'uomo che torturò e uccise il suo amico/persecutore nel 1988.
Dogman prende spunto quasi alla lettera dalla vicenda ma ambienta la storia nel 2017, ovvero oggi, costringendoci a riflettere amaramente su argomenti come la non definitezza dei confini tra amicizia e subalternità, sulla paura, sul sadismo e sulla vendetta, evitando giudizi moralistici e concentrandosi sull'umanità di tali sentimenti.