Sono reduce da una settimana di autoindottrinamento su questo singolare caso della musica pop e, superate le resistenze iniziali, mi si è aperto un mondo.
Per chi già non lo sapesse, nella prima metà degli anni 80 in Italia si decide di fare in proprio la musica disco anziché importarla. E come era accaduto per gli spaghetti-western, l'italo-disco si rivela ben più innovativa, più avanti coi tempi rispetto alla produzione angloamericana.
Era successo che un certo Giorgio Moroder, l'"inventore" di Donna Summer per capirci, aveva pensato, già nel 1977, di far entrare la musica elettronica in discoteca. "I Feel Love" vi dice niente? E poi lo splendido, seminale album "From Here to Eternity" con tanto di baffo spaziale in copertina.
Da lì inizia una produzione sterminata di musica disco nostrana, spesso destinata a raggiungere i primi posti delle charts di tutto il mondo.
Si dirà: è monnezza, e vengono subito in mente i Righeira, Gazebo, "Gioca Jouer"... ed in parte è vero, ma solo in parte, perché pur restando nell'ambito della italo-disco più commerciale esistono perle come questa:
Ma oltre alla produzione più smaccatamente commerciale esiste parallelamente una produzione underground, destinata sì alle discoteche ma non alle classifiche. È lì che si annidano i veri capolavori.
A cominciare dall'ipnotica e straniante "Dirty Talk" che avrebbe furoreggiato nei club underground di Chicago...
...passando per la visionaria "Cybernetic Love"...
...per arrivare a quello che sul web è pressoché unanimemente considerato il più grande brano di italo-disco di sempre:
E di pezzi di questo livello ce ne sono centinaia, quasi totalmente misconosciuti. Come spesso succede, nemo proprietà in patria: altrove acclamata, venerata, da noi sembra che ci si vergogni a ricordare i fasti di quella italo-disco che, nel suo genere, fu un movimento al vertice di innovazione e creatività in tutto il mondo.
Qualche altro
italo-disco-addicted qui in giro?