anticipo di qualche giorno warp, che mi maledirà (oppure no
), nell'aprire il topic dei topic circa la
moosica uscita e da me ascoltata in questo fetido 2016
è stato un anno che ci ha portato via molti protagonisti – molti ancora attivi – della scena musicale ed artistica più in generale, quindi lo ricorderemo con una punta di sofferenza
è stato anche un anno nel quale – forse molto di più di altri – la presenza della Morte si è fatta sentire, si è fatta Arte, ha permeato molti lavori di quelli che poi, alla fine, resteranno come segnalibro delle varie emozioni vissute o patite
ci sono almeno 5 lavori, fra quelli da me indicati che, direttamente o indirettamente possiamo ricondurre a tale ambito: il canto del cigno più trasformista che abbiamo mai potuto ammirare, Bowie; la perdita di un padre o di un figlio, per Manuel Agnelli o Nick Cave; la consapevolezza di aver finalmente cicatrizzato la ferita della perdita di una figlia di tre anni ed aver fatto i conti con l’impossibilità di cantarne la vita, per Niccolò Fabi; ed in ultimo, giusto ieri, la scomparsa di Rachel Owen, per ventitre anni la compagna-musa-ispiratrice di Thom Yorke
è per questo, soprattutto per questo e per i giorni che stiamo vivendo, che per me il disco dell’anno è un concentrato di inclusione, accoglienza, solidarietà, speranza, pazzia, psichedelia, carnalità. In poche parole, Vita
ovvio che ognuno, come da prassi lazionettica, potrà, anzi dovrà, pubblicarne una sua e che questa mia, è sicuramente più orientata verso il mainstream che verso l'elettronica o la sperimentazione più estrema
è uscita molta, forse troppa roba, durante quest'anno, quindi non sarà una top ten ma una top ten e n'anticchia, me lo posso permettere visto che il topo lo apro io
numero 15
MODERAT - III
forse i lavori precedenti sono stati migliori, ma i Moderat sono cresciuti e si impegnano di più per sembrare un nucleo unico e non un insieme di tre – ottimi – creatori di suoni
numero 14
ANDREW BIRD - ARE YOU SERIOUS
Andrew ha fatto molti passi nuovi nella sua vita: una moglie, in bel bagno nel golden state, un figlio…la vita cambia e fischietti con più leggerezza…ci sarà tempo per tornare minimalista
numero 13
NICOLAS JAAR - SIRENS
“abbiamo detto no, ma il si è ovunque”: molto attuale, per noi. Per questo ragazzo cileno, la storia del suo paese dev’essere raccontata con cupezza ed elettronica
numero 12
VINICIO CAPOSSELA - CANZONI DELLA CUPA
ben ritrovato, Vini': bellissimo album, ma prima l'ho dovuto ascoltare 50 volte, 'cci tui
numero 11
THE WEEKND - STARBOY
oh sarà il magic touch dei daft punk, peraltro poco eccessivo, ma che cacchio di disco: e si che io li odio i rapper eh
numero 10
AFTERHOURS – FOLFIRI O FOLFOX
“Tuo padre nel suo letto - Tu guardi la tv - E ti chiedi se hai risposto - Ai suoi occhi con i tuoi - Che sai navigare in un mare d'amore - Anche senza di lui”…basta questo, ma c'è molto altro
numero 9
YANN TIERSEN – EUSA
il ritorno al minimalismo, un pianoforte su una scogliera, l’assenza totale di orpelli e sovrastrutture: bentornato Yann
numero 8
NICCOLO’ FABI – UNA SOMMA DI PICCOLE COSE
miglior disco italiano dell’anno, senza discussione alcuna: fosse stato cantato in inglese, parleremmo di bon iver, damien rice o sufjan stevens. Fare un disco così, suonarlo da solo, in tre mesi, vicino Calcata e metterci dentro tutto quello che per quattro anni non si è riuscito a dire, ha del capolavoro
numero 7
OKKERVIL RIVER - AWAY
capita che, crescendo, si facciano album così belli, o capita quando si muore. Will Sheff seppellisce i vecchi OR e partorisce i nuovi OR, mentre scrive ed assembla un disco bellissimo
numero 6
ROLLING STONES – BLUE & LONESOME
mado’, questi c’hanno 70 anni ed ancora spaccano i culi: ok, non c’è nulla scritto da loro, qui, ma suonano con la freschezza di quando avevano 20 anni dei blues che hanno la loro età
numero 5
RADIOHEAD – A MOON SHAPED POOL
io qui sono sempre di parte e non ammetto discussioni. il fatto che questo disco contenga molti pezzi già conosciuti – almeno in versione live – lo fa apparire slegato e quasi un’antologia, invece ci ridà appieno i RH che abbiamo amato
numero 4
NICK CAVE & THE BAD SEEDS – SKELETON TREE
forse non è il suo migliore, forse è troppo influenzato dalla morte del figlio, sicuramente questa volta l’oggetto delle sue epiche murder ballads è lui stesso
numero 3
KING CREOSOTE – ASTRONAUT MEETS APPLEMAN
Kenny Anderson ha fatto venti dischi in venti anni e non se l’è inculato nessuno: poi fa un disco così, e giù lodi. Sia chiaro, io lo conosco dagli ultimi tre lavori, ma questo è stupendo
numero 2
DAVID BOWIE – BLACKSTAR
non è un tributo alla memoria: questo disco è BOWIE, punto.
numero 1
GOAT – REQUIEM
terzo album per i misteriosi Goat, bello come i precedenti ma molto più aperto e solare. Il mondo è la loro ostrica e loro se la succhiano tutta. C’è una teoria sui Goat: siccome quest’album – Requiem – si chiude con un richiamo al pezzo che apriva il loro primo disco, si vocifera che questa sarà l’ultima opera per il multiensemble svedese…fosse così, beato Vaz che li ha visto dal vivo