Libertà di pensiero e insegnamento

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Offline FatDanny

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #80 il: 25 Ott 2019, 08:17 »
Discorso complesso appunto. E difficile da sviluppare su un forum.
La divisione della realtà umana in razze gerarchicamente ordinate non é stata però peculiare dei grandi totalitarismi del XX° secolo. L'inghilterra coloniale ne era intrisa, cosi come la Germania guglielmina che con gli ottentotti aveva largamente sperimentato l'uso del gas quando Hitler era ancora un imbianchino.
Complesso discorso che non vuole giustificare nulla. Ca va sans dire.

Sai che mentre scrivevo stavo pensando anche a questa cosa? In effetti hai pienamente ragione. Ma l'essenziale demarcazione mi sembra essere che nessuno degli esempi fatti ha utilizzato il razzismo come elemento cardine del proprio discorso politico e della propria propaganda.
Erano certamente razzisti, ma non si costruivano principalmente su quello. Il colonialismo inglese si giustificava col razzismo, ma non si basava su di esso.

È la stessa differenza che passa, con tutte le differenze del caso, tra un Minniti e un salvini.

E nonostante è giusto e anche doveroso parlare di razzismo in ambedue i contesti, nel secondo avviene un salto qualitativo inarrivabile, per citare carib.

Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #81 il: 25 Ott 2019, 09:33 »
Penso, anzi credo, che la differenza decisiva con il razzismo coloniale consista nel fatto che nazisti e fascisti elaborarono una teoria della razza e la misero nero su bianco. Di lì in poi, per chi vi aderisce, qualsiasi sterminio, persecuzione, segregazione o porto chiuso trova un suo perché prima di tutto "culturale e scientifico". E questo ha conseguenze devastanti se non viene neutralizzato (in qualsiasi modo, direi)

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #82 il: 25 Ott 2019, 09:44 »
Il nazismo fece dello sterminio di una razza un processo sistematico. Incluso i tanti esperimenti.

Non si trattava semplicemente di eliminarli, ma di farlo in maniera 'scientifica'.

Nessuno tratterà gli hutu, per fare un esempio recente di genocidio,  alla stessa maniera proprio per questo motivo.

Oltre al fatto che quanto avvenuto in Rwanda non si può definire razzismo.
Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #83 il: 25 Ott 2019, 11:45 »
Penso, anzi credo, che la differenza decisiva con il razzismo coloniale consista nel fatto che nazisti e fascisti elaborarono una teoria della razza e la misero nero su bianco. Di lì in poi, per chi vi aderisce, qualsiasi sterminio, persecuzione, segregazione o porto chiuso trova un suo perché prima di tutto "culturale e scientifico". E questo ha conseguenze devastanti se non viene neutralizzato (in qualsiasi modo, direi)
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Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #84 il: 25 Ott 2019, 12:06 »
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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #85 il: 25 Ott 2019, 12:19 »
Penso, anzi credo, che la differenza decisiva con il razzismo coloniale consista nel fatto che nazisti e fascisti elaborarono una teoria della razza e la misero nero su bianco. Di lì in poi, per chi vi aderisce, qualsiasi sterminio, persecuzione, segregazione o porto chiuso trova un suo perché prima di tutto "culturale e scientifico". E questo ha conseguenze devastanti se non viene neutralizzato (in qualsiasi modo, direi)

Beh, la quasi totalità delle opere di Rudyard Kipling, cantore del colonialismo inglese, esprimono in maniera anche diretta la superiorità dell'uomo bianco rispetto alle altre razze.
Tipo la poesia "The White Man's Burden".
Poi, se vogliamo, a mio avviso, sul concetto di razza e sulla sua teorizzazione il fascismo italiano é stato più "suiveur" che leader.

Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #86 il: 25 Ott 2019, 13:12 »
Beh, la quasi totalità delle opere di Rudyard Kipling, cantore del colonialismo inglese, esprimono in maniera anche diretta la superiorità dell'uomo bianco rispetto alle altre razze.
Tipo la poesia "The White Man's Burden".
Poi, se vogliamo, a mio avviso, sul concetto di razza e sulla sua teorizzazione il fascismo italiano é stato più "suiveur" che leader.
Io penso però che un conto è la letteratura intrisa di razzismo, un conto è la teorizzazione "scientifica" della razza superiore e pura. Nella prosa c'è sempre una vena di irrealtà - prodotta dalla fantasia dell'autore - che depotenzia gli effetti venefici in chi legge. Nel secondo caso, l'irrealtà è prodotta dal delirio. Ma, essendo un delirio, chi la teorizza la "vede" e la "crede" realtà. E la violenza di un delirio del genere - specie se veicolato a livello istituzionale h24 (propaganda...) - ha la capacità di terrorizzare, annichilire, immobilizzare le menti di tutti coloro che non lo rifiutano. E finiscono per aderirvi contribuendo a propagarlo.

Il Manifesto della razza mi fa pensare alla stolidità del delinquente di mezza tacca che vuole conquistarsi la fiducia e le briciole del boss. Sono i più pericolosi. Sono quelli che compiono i crimini più efferati, vigliacchi e privi di senso, superando la ferocia del leader e al tempo stesso divenendone ancora più succubi.
Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #87 il: 25 Ott 2019, 13:28 »
Io penso però che un conto è la letteratura intrisa di razzismo, un conto è la teorizzazione "scientifica" della razza superiore e pura. Nella prosa c'è sempre una vena di irrealtà - prodotta dalla fantasia dell'autore - che depotenzia gli effetti venefici in chi legge.

A mio avviso, soprattutto nel XIX secolo é vero il contrario. La potenzialità del messaggio ne usciva decuplicata. Anche perché il razzismo non era intriso ma fondante.
Ovviamente non é una classifica a chi era più razzista ma il ruolo che questo aspetto aveva nell'azione nazionale.
Il Manifesto della razza mi fa pensare alla stolidità del delinquente di mezza tacca che vuole conquistarsi la fiducia e le briciole del boss. Sono i più pericolosi. Sono quelli che compiono i crimini più efferati, vigliacchi e privi di senso, superando la ferocia del leader e al tempo stesso divenendone ancora più succubi.

Su questo sono d'accordo, ma il messaggio razzista, soprattutto antisemita (per questo ho scritto di razzismi al plurale), non era un pilastro fondamentale del fascismo, che era al potere già da 15 anni quando usci il manifesto della razza. Sicuramente non  quanto lo é nel nazionalsocialismo.
E anche a livello sociale non ebbe la stessa diffusione.

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #88 il: 25 Ott 2019, 13:40 »
Beh, la quasi totalità delle opere di Rudyard Kipling, cantore del colonialismo inglese, esprimono in maniera anche diretta la superiorità dell'uomo bianco rispetto alle altre razze.
Tipo la poesia "The White Man's Burden".
Poi, se vogliamo, a mio avviso, sul concetto di razza e sulla sua teorizzazione il fascismo italiano é stato più "suiveur" che leader.

Se vogliano parlare di un certo tipo di letteratura possiamo cominciare con 'Il Mercante di Venezia' fine 1500 quasi 1600.

Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #89 il: 25 Ott 2019, 13:56 »
A mio avviso, soprattutto nel XIX secolo é vero il contrario. La potenzialità del messaggio ne usciva decuplicata. Anche perché il razzismo non era intriso ma fondante.
Ovviamente non é una classifica a chi era più razzista ma il ruolo che questo aspetto aveva nell'azione nazionale.
No certo. Anche io questo lo dò per scontato :-) Io penso che il razzismo presente in letteratura "confermasse" qualcosa solo a chi razzista lo era già.
La teorizzazione "scientifica" della razza superiore e pura determinò invece un salto di "qualità" (qualità si fa per dire eh) perché andò a pescare - con effetti devastanti - tra i dubbiosi e i qualunquisti. Ai primi tolse i dubbi, ai secondi dette la scusa per manifestarsi per quello che erano: fascisti.


Su questo sono d'accordo, ma il messaggio razzista, soprattutto antisemita (per questo ho scritto di razzismi al plurale), non era un pilastro fondamentale del fascismo, che era al potere già da 15 anni quando usci il manifesto della razza. Sicuramente non  quanto lo é nel nazionalsocialismo.
E anche a livello sociale non ebbe la stessa diffusione.
In Italia, il razzismo antisemita, cioè il razzismo contro dei "bianchi", aveva bisogno di un Manifesto "scientifico" della razza per essere giustificato. E' plausibile come ipotesi?
Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #90 il: 25 Ott 2019, 14:57 »
In Italia, il razzismo antisemita, cioè il razzismo contro dei "bianchi", aveva bisogno di un Manifesto "scientifico" della razza per essere giustificato. E' plausibile come ipotesi?

E' plausibile, anche se più che giustificato parlerei di "appiccicato".
L'antisemitismo mancava al già immondo bagaglio fascista. Gli fu dato.
Resto convinto che sia un discorso complesso e difficile da ridurre alle poche righe che abbiamo il tempo di scrivere. Soprattutto per non essere fraintesi.

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #91 il: 25 Ott 2019, 16:06 »
Con la guerra in Etiopia, Mussolini aveva perso tutti gli alleati che aveva.

L'unico disponibile era Hitler, il Manifesto fu il 'prezzo' da pagare.

Offline surg

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #92 il: 06 Nov 2019, 04:38 »


1) Mussolini ha gasato i negri in Abissinia con le armi chimiche. Così ti è più chiaro?
2) Se anche le vittime fossero state di origine mediorientale, questo non le renderebbe meno gasate dai fascisti di Mussolini.
3) Per orientarti meglio potresti iniziare dal testo di "Faccetta nera"
La citazione di un testo così autorevole e di grande spessore culturale mette fine alla inutile discussione

Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #93 il: 06 Nov 2019, 10:30 »
Che il fascismo abbia gasato i negri non lo avevo mai sentito


1) Mussolini ha gasato i negri in Abissinia con le armi chimiche. 

3) Per orientarti meglio potresti iniziare dal testo di "Faccetta nera"
Invece è molto esplicativa e di facile comprensione per chiunque. Non parla di mediorientali ma di negri - a partire dal titolo. Era solo un consiglio

Offline FatDanny

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #94 il: 06 Nov 2019, 11:32 »
"Faccetta nera" è un brano del 1935, utilizzata dalla propaganda di regime durante la campagna di Abissinia.
Risulta perciò essere un documento storico autorevole di spessore culturale per comprendere come venne giustificata agli occhi della popolazione italiana (e a chi partiva per il fronte) quella campagna militare in cui l'esercito italiano si macchiò di crimini orrendi, compresi stermini di civili di carattere genocida.
Interessante analizzare anche come il testo venne modificato a tal fine.

Questo se parliamo di Storia.
Se invece ci attestiamo alle chiacchiere vale, as usual, tutto.
Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #95 il: 06 Nov 2019, 11:35 »
Sul tema anche il romanzo "tempo di uccidere" di Flaiano vale la pena.
Oppure, più recentemente, "Sangue giusto" di Francesca Melandri.

Offline carib

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Re:Libertà di pensiero e insegnamento
« Risposta #96 il: 06 Nov 2019, 13:40 »
Io consiglio i lavori e le ricerche di Valeria Deplano

Davvero molto brava e competente anche come divulgatrice
 

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