Dogma --->
Dogma --->
Tra l'altro, sembrano due affermazioni in antitesi tra loro.
Per questo ribadisco (cit.) che può capitare che la verità processuale coincida con quella dei fatti. Cosa che è difficile riconoscere se a monte c'è un pregiudizio ideologico, quasi religioso, nei confronti della verità della legge.
Sono d'accordo quando dici che il problema è il modo in cui la verità viene percepita da parte dell'opinione pubblica. In questo caso io tendo a pensare che la responsabilità sia da imputare nell'ordine: alla scuola che non forma più il senso critico nei futuri cittadini, ai mezzi di informazione, alla cultura dominante che si alimenta con la scarsa professionalità dei media e la perdita di senso critico dei cittadini. In questo contesto la legge sta facilmente dalla parte del più forte e facilmente ricostruisce una verità parziale dei fatti. Ma è una conseguenza, non la causa.
presunto dogma n.1, serve il buzzi di turno:
il tipo di reati di cui discutiamo avvengono in buona parte nell'informalità.
proprio per questo è molto difficile da dimostrare la responsabilità soggettiva.
Senza un buzzi, ovvero senza uno direttamente implicato che decide di parlare, difficilmente si arriverà ad un loro riscontro.
E, come vediamo, anche così è molto difficile perché le altri parti in causa hanno gioco davvero facile nel far sparire le poche prove trattandosi, come detto, in larga parte di accordi informali.
Non mi sembra affatto un dogma, è un'opinione circostanziata, se per dogma diamo l'accezione comune
Principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussionepresunto dogma n.2, la verità processuale non corrisponde alla verità dei fatti:
la verità processuale (o giuridica) non corrisponde alla verità dei fatti come non corrisponde ad essa la verità politica (compresa la mia ovviamente), quella amministrativa, la verità personale dei singoli coinvolti, ecc.
L'affermazione, che anche qui non mi pare un dogma, non significa che la verità processuale dica il falso. Ma che ogni verità racconta solo una parte di realtà (la verità dei fatti), mediata per giunta da giudizi di valore specifici e come tale va presa.
Quando l'essere umano pretende di avere la realtà in pugno non va mai a finire bene.
Che sia un religioso, un politico, uno pseudo-scenziato (uno vero non dirà mai di avere la realtà in pugno).
Perché proprio lì si arriva ad un dogma.
La verità dei fatti (realtà) è semplicemente inafferrabile, per quanto esistano delle più che soddisfacenti approssimazioni parziali.
Le due affermazioni non si contraddicono proprio perchè buzzi è essenziale all'emersione di UNA verità parziale, la quale non potrà mai corrispondere alla Realtà complessiva.
Inoltre tale approccio permette proprio di non ergersi indebitamente a giudice del Vero e del Falso in base ai propri gusti sulle sentenze (e non solo).
Prendiamo l'esempio della recente sentenza di torino, assoluzione dall'accusa di stupro perché la vittima non ha urlato. Una vergogna inaudita.
Non è che quella sentenza è falsa o non racconta la verità per il semplice motivo che non ci piace la sua impostazione a differenza di altre.
Quella sentenza attraverso una verità estremamente parziale ma pur sempre verità (non ha urlato) ne offusca altre, altrettanto vere e, almeno per me sulla base della mia visione del mondo, ben più rilevanti.
Uscirei dalla pericolosa dialettica Vero-Falso tipica dei dogmi, religiosi politici o pseudo-scientifici, perché totalizzante. Parziale non vuol dire privo di valore.
Su responsabilità e possibili rimedi non posso che essere d'accordo.