Se l'analisi della sconfitta porta a questa risposta, non andiamo molto avanti direi.
Se ci riduciamo a organizzare corsi di hackeraggio etico e concerti alternativi, avremo gli spazi pieni ma di gente che poi esce e se ne va a votare 5s e Salvini, lasciandogli la gestione del potere.
La sinistra, tutta la sinistra secondo me a partire da un ipotetico neo PD derenzizzato e deminnitizzato, deve tornare a fare opposizione. Vera, politica, parlamentare e sociale.
Dividersi tra "responsabili" che supportino vari governi e "movimentisti" che se ne fregano della gestione della cosa pubblica chiudendosi nei propri spazi, non serve a molto.
P.S. Aggiungo. Siamo nel 2018, non nel 1800/1900. E' ora che ce ne rendiamo conto, lo dico con profondo livello di autocritica.
Forse per la prima volta, dal 1948, non ci sarà, tra camera e senato neanche un seggio con un rappresentante di ispirazione comunista.
Se il PD renziano ha disintegrato la sinistra moderata, tutta la galassia antagonista non è che sia riuscita a tirar fuori granché in questi anni.
Questo, mentre guardiamo alla rinascita di un presunto fascismo soft e dove, ad oggi, sono in ascesa due movimenti che basano la loro forza elettorale sul territorio (perché lega e 5 stelle sul territorio ci stanno per davvero o comunque sanno ascoltarlo ed interpretarne le istanze).
Cioè fanno semplicemente quello che devono fare, nello spazio di consenso naturale della sinistra.
In sei/sette anni i 5 stelle arrivano a staccare il 32% dei consensi.
Lo spazio di manovra politico extra PD c'era tutto per chi aveva voglia di mandare i messaggi giusti partendo dal basso e fuori dalla logica dell'establishment partitico. Volendo questk spazio c'era pure per un PD diverso da quello Renziano.
Evidentemente la sinistra non è più punto di riferimento per gran parte delle fasce deboli.
Forse è arrivato il momento che la sinistra italiana tutta (lacerata da decenni di sanguinose battaglie scissioniste, dove ognuno diventa il leader di se stesso), azzeri tutto e riparta dalla costruzione di una nuova filosofia politica mutuata sulle mutate esigenze della gente comune.