FMI: Il Neoliberismo è morto

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Offline Giako77

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FMI: Il Neoliberismo è morto
« il: 22 Giu 2016, 14:31 »
da wallstreet italia: http://www.wallstreetitalia.com/fmi-rinnega-il-ruolo-della-troika-ora-ha-dubbi-sullausterity/

Fmi rinnega ruolo troika? “Neoliberismo è morto”



ROMA (WSI) – I principi del neoliberismo hanno fallito. Sono stati forse sopravvalutati? A porsi questo interrogativo è un articolo scritto da alcuni economisti dell’Fmi, che ha fatto saltare sulla sedia diversi sostenitori del concetto di libero mercato e della cosiddetta “agenda neoliberale”. D’altronde l’Fmi è stato spesso criticato per essere stato un grande promotore di tale dottrina.

Ma ora, forse, starebbe cambiando pelle, e starebbe riprendendo in considerazione quello stesso principio di austerity che ha imposto a diverse economie mondiali, in passato e, più recentemente, nel caso della crisi dei debiti in Eurozona.

In questa crisi – mai finita e ancora in corso, grazie all’occhio severo della Germania ossessionata dai conti pubblici – l’Fmi è andata a braccetto con l’Ue e la Bce, creando insieme a loro una vero e proprio team che ha fatto a pezzi la sovranità nazionale dei PIIGS, i paesi con i conti più disastrati in Europa (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna).

Così è nata la troika, pool di ispettori pronti a bacchettare e far saltare governi, a tassare i cittadini, a tagliare pensioni e sanità. Risultato: debiti ancora non risanati, disoccupazione, povertà, disperazione, disuguaglianze, suicidi, e una crescita del pil non pervenuta.

Forse ora l’Fmi ha capito. O qualcuno dell’Fmi ha capito, dal momento che la troika, un tempo espressione di sodalizio tra l’istituzione di Washington e gli altri ‘ispettori’ europei (Bce e Ue), ora è in forte difficoltà, divisa a metà, tra i falchi tedeschi che continuano a chiedere austerità, e l’Fmi, che invece ora auspica addirittura il perdono del debito della Grecia, presentando tra le opzioni la possibilità che Atene ripaghi il debito anche tra 60 anni.

La morte del neoliberismo

L’analisi appena pubblicata del Fondo Monetario Internazionale sembra avallare questa sorta di mutazione genetica. Scritta dagli economisti Jonathan D. Ostry, Prakash Loungani e Davide Furceri, mette in evidenza i limiti del neoliberismo, pensiero economico che propone, tra le ricette, il consolidamento fiscale, ergo, l’austerity.

Così si legge nell’articolo:

    “Invece di assicurare la crescita (dell’economia), alcune politiche neoliberiste hanno ampliato le disuguaglianze, minacciando in questo modo le fasi di espansioni durevoli”. L’esempio che viene riportato come successo del neoliberismo è quello del Cile, “miracolo economico”, così come lo definì Milton Friedman nel 1982, per gli incredibili progressi compiuti nel suo percorso di crescita. Merito, per l’appunto, dell’adozione delle politiche del neoliberismo, della cosìddetta agenda neoliberale, imperniata sulla deregulation, sull’apertura dei mercati domestici inclusi i mercati finanziari alla competizione straniera e sul ruolo minore dello Stato, ed espressa attraverso l’attribuzione di “poteri” ai privati, dunque attraverso i processi di privatizzazione e le limitazioni alle competenze statali”.

Libertà economica, libertà soprattutto dallo Stato. Il liberismo originario era stato ridiscusso e riadattato alla realtà; di qui il nuovo pensiero economico di liberismo, il neoliberismo, che vide per l’appunto tra i più ferventi sostenitori Friedmann, il noto monetarista che auspicò un sistema flessibile di rapporti di cambio e che scrisse libri come “Capitalismo e Libertà”.

Ora l’Fmi sembra mettere in discussione il concetto di neoliberismo, che di per sé fu già una rivisitazione del liberismo. Ferma restando la strenua difesa del libero mercato, il neoliberismo è rimasto fedele ai principi di privatizzazione del patrimonio statale e ai tagli alla stessa spesa del welfare e in generale della spesa pubblica, ma è nato come  dottrina che non esclude a priori e non del tutto un certo controllo dei mercati da parte dello Stato e che volge la sua attenzione anche al sociale. Detto questo, ora è criticato per aver esasperato invece il liberismo, di cui originariamente aveva voluto smussare gli angoli più forti.

L’Fmi ora ripensa alla sua stessa identità?

    “La privatizzazione delle aziende di proprietà dello stato ha, in diversi casi, portato al miglioramento dei servizi, riducendo il carico fiscale sui governi. Tuttavia, ci sono aspetti dell’agenda neoliberale che non hanno dato i risultati sperati. La nostra valutazione dell’agenda si riferisce agli effetti di due politiche: quella che tende a rimuovere le restrizioni sui movimenti di capitali tra i confini di un paese (dunque il capitale viene reso libero di circolare) e il consolidamento fiscale, a volte chiamato “austerity”, per indicare quelle politiche che tendono alla riduzione dei deficit fiscali e dei debiti pubblici. Una valutazione di queste specifiche politiche (più che l’agenda neoliberale in senso ampio) è arrivata a tre conclusioni inquietanti”.

    I benefici in termini di aumento della crescita sembrano difficili da individuare, nel momento in cui si esamina un gruppo ampio di paesi.
    Prominenti sono i costi in termini di aumento delle diseguaglianze.
    L’aumento delle diseguaglianze a sua volta provoca danni alla sostenibilità della crescita. Anche se il solo o principale scopo dell’agenda liberale fosse quello della crescita, i sostenitori di questa agenda dovrebbero comunque prestare attenzione agli effetti di distribuzione (della ricchezza).

A un certo punto il caso dell’Europa è chiaramente affrontato:

    “Sicuramente, molti paesi (come quelli del Sud Europa) sono costretti ad avviare un processo di consolidamento fiscale, dal momento che i mercati non permettono loro di rifinanziarsi. Ma il fatto che ci sia bisogno di consolidamento fiscale in alcuni paesi, non significa che tutti i paesi abbiano questa necessità (…) e, tra l’altro, in alcuni paesi i benefici che derivano dalla riduzione del debito, in termini di garanzia contro una eventuale futura crisi fiscale, sono decisamente bassi, anche nei casi di elevato livello del rapporto debito/Pil. Per esempio, tagliare il rapporto debito/Pil dal 120% al 100% nel corso di pochi anni riduce in modo decisamente lieve il rischio che una crisi colpisca il paese”.

E l’ammissione:

    “Le politiche di austerity provocano danni anche alla domanda, peggiorando dunque l’occupazione e la disoccupazione”.

Conclusione: l’Fmi inizia a rinnegare se stessa? Se fosse così, sarebbe un grave colpo per la Germania, ma un sollievo per tutto – o quasi – il resto dell’Europa.


Offline sigurd

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #1 il: 23 Giu 2016, 22:44 »
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #2 il: 24 Giu 2016, 08:10 »
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #3 il: 26 Giu 2016, 12:29 »
era chiaro, non ce lo dovevano mica dire da WS

il punto è: questa lunga fase di transizione (complessa e complessiva) che esiti avrà?

due sistemi sono morti, sono quelli novecenteschi

mi domanderei sul prossimo o sui prossimi, più esattamente

Offline Giako77

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #4 il: 27 Giu 2016, 13:30 »
era chiaro, non ce lo dovevano mica dire da WS

il punto è: questa lunga fase di transizione (complessa e complessiva) che esiti avrà?

due sistemi sono morti, sono quelli novecenteschi

mi domanderei sul prossimo o sui prossimi, più esattamente

Ovvio che non ce lo doveva dire l'FMI...però è un dato importante che lo dicano anche loro!

Manca un nuovo modello di sviluppo o meglio io lo avrei ma noi occidentali dovremmo capire che non possiamo vivere su questi livelli di consumo: economia pianificata su scala globale, per la salvezza dell'uomo, della natura e del mondo.

P.s.: bentornato!  :)

Offline Sonni Boi

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #5 il: 27 Giu 2016, 14:08 »
Ovvio che non ce lo doveva dire l'FMI...però è un dato importante che lo dicano anche loro!

Manca un nuovo modello di sviluppo o meglio io lo avrei ma noi occidentali dovremmo capire che non possiamo vivere su questi livelli di consumo: economia pianificata su scala globale, per la salvezza dell'uomo, della natura e del mondo.

P.s.: bentornato!  :)

Alla faccia della novità  :D
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #6 il: 27 Giu 2016, 14:32 »

P.s.: bentornato!  :)

come Napoleone dopo l'esilio  :)

ps
te faccio 'na previsione: un giorno ti pentirai di quanto hai scritto e detto ultimamente

Offline FatDanny

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #7 il: 27 Giu 2016, 14:36 »
Alla faccia della novità  :D

Io anche credo che la pianificazione economica di per sè non possa essere la panacea, anzi...
Quando è stata applicata ha prodotto altre distorsioni e effetti collaterali che sarebbe folle non considerare.

Credo che accanto ad un nuovo modello economico e un nuovo mercato (articolato sui bisogni sociali e non sui profitti), vada ripensato il sistema democratico.
Questa democrazia rappresentativa fa acqua da tutte le parti, va trasformata radicalmente con forme di partecipazione e istituzioni diverse da quelle attuali.
Il che non vuol dire teorizzare la democrazia diretta rigidamente intesa, ma sicuramente interrogarsi su come ci sia un maggiore protagonismo dei soggetti sociali.
E' un dato presente in praticamente tutti i movimenti contemporanei, europei, africani e americani.

Offline PARISsn

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #8 il: 27 Giu 2016, 15:08 »
ma gli esempi di economia  pianificata che abbiamo a riferimento ...credo quelli dei paesi come l' URSS o la Cina di Mao....non credo appunto possano essere un riferimento applicabile al mondo occidentale di oggi...credo che per pianificazione economica si possa applicare pero' un sistema di decrescita felice che non tocchi beni primari o cmq diventati primari ma se ne controlli e indirizzi l'utilizzo ( faccio un esempio scemo tanto per farmi capire...chi rinuncerebbe al cellulare oggi ? ormai nessuno credo...ma vi garantisco che ci sono ancora in commercio cellulari che fanno chiamate e mandano messaggini e costano 25 euro e fanno quello che dovrebbe fare  un cell...chiamare e mandare messaggi....quindi non si priverebbe nessuno della comodita' e dell'utilita del cell....se si evitasse di produrre e commercializzare cell che ormai sono PC ambulanti con il costo che ne consegue in termini di utilizzo risorse rare...sfruttamento della produzione di quelle risorse ect ect...)

Offline Sonni Boi

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #9 il: 27 Giu 2016, 15:24 »
Credo che accanto ad un nuovo modello economico e un nuovo mercato (articolato sui bisogni sociali e non sui profitti), vada ripensato il sistema democratico.

Sapresti articolare una proposta convincente e realistica?

Offline pan

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #10 il: 27 Giu 2016, 15:47 »
ma gli esempi di economia  pianificata che abbiamo a riferimento ...credo quelli dei paesi come l' URSS o la Cina di Mao....non credo appunto possano essere un riferimento applicabile al mondo occidentale di oggi...credo che per pianificazione economica si possa applicare pero' un sistema di decrescita felice che non tocchi beni primari o cmq diventati primari ma se ne controlli e indirizzi l'utilizzo ( faccio un esempio scemo tanto per farmi capire...chi rinuncerebbe al cellulare oggi ? ormai nessuno credo...ma vi garantisco che ci sono ancora in commercio cellulari che fanno chiamate e mandano messaggini e costano 25 euro e fanno quello che dovrebbe fare  un cell...chiamare e mandare messaggi....quindi non si priverebbe nessuno della comodita' e dell'utilita del cell....se si evitasse di produrre e commercializzare cell che ormai sono PC ambulanti con il costo che ne consegue in termini di utilizzo risorse rare...sfruttamento della produzione di quelle risorse ect ect...)

bel post.. infatti sarebbe interessante scoprire come si pongono le persone su questa tematica. soprattutto alcuni di quelli che si professano antagonisti, anarchici, compagni e magari fanno il pelo e contro pelo a chi loro reputano taaaanto borghesi e meno compagni de loro. come era? portafoglio a destra cuore a sinistra..ecco.. me piacerebbe sapere se c'hanno il cell. da 25 euro che dici tu.. o se vanno in bici o in macchina..
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #11 il: 27 Giu 2016, 20:00 »
io quando sento parlare di decrescita felice metto mano alla pistola
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #12 il: 28 Giu 2016, 08:51 »
Quindi torniamo tutti ai vecchi Nokia ? Apple e Samsung, per fare 2 esempi, spazzati via....immagino il beneficio all'economia globale. Sto tutto il giorno fuori per lavoro e non posso controllare l'email , non posso veriricare qualcosa al volo su internet , non posso fare acquisti o monitorare la borsa...
ma siete seri? A sto punto propongo di vestirci tutti con un saio(ancora meglio una foglia di fico), niente scarpe, niente occhiali,niente tatuaggi,orecchini,anelli.
Come mezzo di locomozione I piedi o al massimo I cavalli(niente carrozze che sarebbero uno spreco di risorse).

Sapete quanto lavoro e quanta ricerca ci sta dietro uno smartphone? Quanto sia complicato un sistema operativo, un kernel e quante persone ci lavorano ?

Offline FatDanny

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #13 il: 28 Giu 2016, 10:45 »
bel post.. infatti sarebbe interessante scoprire come si pongono le persone su questa tematica. soprattutto alcuni di quelli che si professano antagonisti, anarchici, compagni e magari fanno il pelo e contro pelo a chi loro reputano taaaanto borghesi e meno compagni de loro. come era? portafoglio a destra cuore a sinistra..ecco.. me piacerebbe sapere se c'hanno il cell. da 25 euro che dici tu.. o se vanno in bici o in macchina..

Scusami Pan, ma se stiamo al marxismo e non alla morale cristiana quanto dici non c'azzecca nulla con la condizione borghese vs "proletaria". Oltre al fatto che stai facendo un discorso che forse girava nel 1970 ma oggi, boh, io non lo sento da nessuna parte (e ti assicuro che bazzico la sinistra radicale da un bel po'...)


1) hai preso ad esempio merci (cellulare, automobile) che sono merci di consumo di massa, non certo merci esclusive della borghesia. Anzi, cellulare e automobile sono considerabili come beni-status della classe lavoratrice, quelli attraverso cui si palesa maggiormente il feticcio delle merci.
Uno Yacht o una ferrari sono beni di lusso della borghesia, che ricordo essere quella che detiene i mezzi di produzione, quindi gli Squinzi, i Marcegaglia, non l'impiegato o il quadro anche con buoni salari.

2) Un cellulare o un automobile sono invece beni indirizzati proprio alla classe, ma basta vedere i quantitativi prodotti per dimostrarlo, non ci vuole manco tutta sta scienza economica. E' una dimostrazione lapalissiana.
Sono parte delle merci necessarie alla sua riproduzione che, ricordo ancora, essere storicamente data (ossia non c'è secondo marx un tot di beni necessari, ma la necessità è data dalla fase storica e dalla percezione sociale).
Tanto che buona parte delle persone pur di raggiungere questi status si indebita, non disponendo immediatamente della liquidità necessaria all'acquisto (stesso dicasi per le auto).
Oggi dire che il cellulare, anche quello da 800 euro, è un bene di lusso borghese quando ha linee di produzione da milioni di pezzi fa letteralmente ridere.


3) Io vado in bici (ma ho la macchina per i viaggi), ho un cellulare da 300 euro (perché non mi voglio indebitare per un telefono) e non faccio peli e contropeli sui consumi delle persone.
Il problema è che la definizione di "borghesia" è proprio falsata e per una motivazione politica.
Se parte consistente della classe non si sente tale ma "middle class", "media borghesia", è chiaro che non si riconoscerà politicamente come classe lavoratrice e svilupperà una coscienza mutuata dalla borghesia (il che non significa siano borghesi). Si vedano gli stati uniti dove gran parte degli operai nelle indagini statistiche dichiara di essere middle class. Questa è una falsa percezione che ci parla di una vittoria politica della controparte.

4) direi però che questo discorso è estremamente esplicativo per capire quanto determinate categorie si siano fatte confuse e che se oggi non vengono applicate non è tanto per la loro inattendibilità, ma perchè hanno perso di significato per buona parte delle persone, che le reinterpretano in modo bislacco, o meglio, nel modo caricaturale in cui le racconta la controparte.
(basti pensare all'immaginario del comunista evocato nelle principali produzioni di intrattenimento culturale)
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #14 il: 28 Giu 2016, 13:53 »
e invece li senti parlare di blablabla e la sostanza è la medesima di cui sono fatti i borghesi
ma questo Pasolini lo aveva capito mentre accadeva
non esiste redenzione perchè la merda è interclassista
morirete tutti

Offline pan

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #15 il: 28 Giu 2016, 14:06 »
(ah non lo senti più sto discorso? ammazza evidentemente viviamo in due dimensioni diverse e frequentiamo anche due forum diversi.. ma se addirittura si sono fatte le discettazioni sui quartieri e chi ci vive cosa ha votato in base quindi al suo essere borghese.. se si parla , esempio, delle Hogan come simbolo negativo, vedasi Giancane (un netter ha postato il video proprio ieri). porelli a quelli che le Hogan je piacciono ma non le indossano perché si fanno condizionare dall'eventuale gogna socioculturale)

ma no il mio è un discorso più terra terra. è un discorso di pose, di coerenza. ed anche di asticelle.
l'asticella. ci sarà sempre qualcuno che te la alzerà/abbasserà in linea diversa dalla tua come tu farai con qualcun altro.. che ti farà sentire dall'altra parte della barricata come tu ci farai sentire qualcun altro, chi comprerà meno merci di te, abiterà in un quartiere più popolare del tuo, si metterà la maglietta più sintetica della tua de un euro invece di 7.99..
pose, asticelle e pure piedistalli. non si giudica nessuno sui vari possessi e gusti.. perché qualcuno ti spacca il sederino sempre.
tu magari giudichi il cellulare bene consumo di massa ed io invece potrei inorridire a pensare che hai speso 300 euro per fartelo.. pensa un pò.. chi stabilisce cosa, scusa? chi stabilisce Hogan no, 300 euro il tuo cellulare invece si, i rayban come occhiali ni, San Giovanni come quartiere dove abitare.. aspetta stiamo in riunione per deciderlo .. ad libitum..

è ovvio che sono tutte stronzate.. ma lo dovrebbero essere sempre,  sempre e comunque, no?

detto questo il discorso di paris sarà pure esagerato, io pure avrò ecceduto con il paradosso però..ammazza a me questo pezzo  di We. Are 1900 sembra molto esplicativo:

Sto tutto il giorno fuori per lavoro e non posso controllare l'email , non posso veriricare qualcosa al volo su internet , non posso fare acquisti o monitorare la borsa...

eh vabbè no.. la mail non te la controlli, internet te lo guardi quando torni a casa, gli acquisti li fai al negozio e la borsa te la guardi sul Sole24. cioè è una cosa divertente da avere, è un tuo diritto possedere quello che te pare (come dicevo prima) ma non è una NECESSITA' sto cacchio de cellulare ultima generazione. essù.

i

Offline pan

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #16 il: 28 Giu 2016, 14:07 »
(scusate ho dimenticato di quotare.. è per fatdanny)

Offline FatDanny

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #17 il: 28 Giu 2016, 14:13 »
...

ma chi dice infatti che le Hogan sono un prodotto borghese?!?!?!!?
Anche perché vorrebbe dire che tutti i cari amici degli Uffici Digos di mezza Italia so' borghesi.
Non regge, dai...  :=))

te l'ho spiegato dove si fissa l'asticella.
Sui consumi è abbastanza semplice: basta guardare il targert delle merci. Un prodotto di massa non è un prodotto borghese. Per definizione. Dobbiamo anche spiegare il perché?
Sui redditi esistono come misuratori da una parte il salario medio, dall'altra il possesso di mezzi di produzione e la possibilità di accedere a determinati beni di lusso.

E' molto meno soggettivo e aleatorio di come dici, non creare una confusione che non c'è.

Sapresti articolare una proposta convincente e realistica?

Una proposta convincente di modello democratico post-rappresentativo?
Assolutamente no. Sostenendo che la democrazia non è una forma ma la capacità partecipativa di una società alle scelte politiche, non credo che esista IL modello.
Anche il modello rappresentativo attuale ha una valenza molto diversa da quella che aveva trent'anni fa.
La forma è rimasta più o meno la stessa, ma la sostanza (ossia la relazione dell'architettura istituzionale con le forze sociali) è fortemente mutata.

Di conseguenza delineare "il modello" sarebbe un'opera piuttosto vana.
Le nuove forme della democrazia saranno conseguenti alle istituzioni che rappresenteranno la nuova partecipazione dei cittadini. E' un qualcosa che definisce la Storia, non la filosofia politica.
Esattamente come i parlamenti sono venuti alla ribalta non come "forma in sé" ma come principale espressione politica delle borghesie nazionali.
Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #18 il: 28 Giu 2016, 14:19 »
(ah non lo senti più sto discorso? ammazza evidentemente viviamo in due dimensioni diverse e frequentiamo anche due forum diversi.. ma se addirittura si sono fatte le discettazioni sui quartieri e chi ci vive cosa ha votato in base quindi al suo essere borghese.. se si parla , esempio, delle Hogan come simbolo negativo, vedasi Giancane (un netter ha postato il video proprio ieri). porelli a quelli che le Hogan je piacciono ma non le indossano perché si fanno condizionare dall'eventuale gogna socioculturale)

ma no il mio è un discorso più terra terra. è un discorso di pose, di coerenza. ed anche di asticelle.
l'asticella. ci sarà sempre qualcuno che te la alzerà/abbasserà in linea diversa dalla tua come tu farai con qualcun altro.. che ti farà sentire dall'altra parte della barricata come tu ci farai sentire qualcun altro, chi comprerà meno merci di te, abiterà in un quartiere più popolare del tuo, si metterà la maglietta più sintetica della tua de un euro invece di 7.99..
pose, asticelle e pure piedistalli. non si giudica nessuno sui vari possessi e gusti.. perché qualcuno ti spacca il sederino sempre.
tu magari giudichi il cellulare bene consumo di massa ed io invece potrei inorridire a pensare che hai speso 300 euro per fartelo.. pensa un pò.. chi stabilisce cosa, scusa? chi stabilisce Hogan no, 300 euro il tuo cellulare invece si, i rayban come occhiali ni, San Giovanni come quartiere dove abitare.. aspetta stiamo in riunione per deciderlo .. ad libitum..

è ovvio che sono tutte stronzate.. ma lo dovrebbero essere sempre,  sempre e comunque, no?

detto questo il discorso di paris sarà pure esagerato, io pure avrò ecceduto con il paradosso però..ammazza a me questo pezzo  di We. Are 1900 sembra molto esplicativo:

Sto tutto il giorno fuori per lavoro e non posso controllare l'email , non posso veriricare qualcosa al volo su internet , non posso fare acquisti o monitorare la borsa...

eh vabbè no.. la mail non te la controlli, internet te lo guardi quando torni a casa, gli acquisti li fai al negozio e la borsa te la guardi sul Sole24. cioè è una cosa divertente da avere, è un tuo diritto possedere quello che te pare (come dicevo prima) ma non è una NECESSITA' sto cacchio de cellulare ultima generazione. essù.

i
Le necessità sono Cibo, acqua, sonno, sicurezza,(sesso?) e poche altre. Torniamo al paleolitico?

Offline pan

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Re:FMI: Il Neoliberismo è morto
« Risposta #19 il: 28 Giu 2016, 14:40 »
se vabbè. un cellulare da 300 euro è un lusso se esiste l'opzione di un cellulare a 19.99. ed il fatto che una massa di persone scelga di concedersi questo lusso non fa automaticamente del cellulare ultima generazione un bene necessario o di consumo di massa. "massa" come numeri, ma non certo altro.

Le necessità sono Cibo, acqua, sonno, sicurezza,(sesso?) e poche altre. Torniamo al paleolitico?

ma no al paleolitico non ce tornerai.. (anche se..) ma non possiamo definire i gadget che accompagnano le nostre vite (più le vostre a dire il vero  :)) NECESSARI. essù due.
 

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