L'identità italiana da difendere...

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Offline galafro

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #20 il: 27 Lug 2017, 03:44 »
Certo a voi se ve sentisse Garibaldi o Mazzini direbbero: è stato tempo perso!
E si che questi parlavano inglese, francese, spagnolo, andavano a combattere per gli altri popoli, insomma erano erano cittadini del mondo nell'ottocento non oggi.
Chi lo sa perché sti cazzoni assieme a tanti loro compagni hanno rischiato la vita, l'hanno persa, hanno fatto la prigione per fare una patria, cioè per non essere figli di nessuno?
Mah vallo a capire

Offline Rugiule

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #21 il: 27 Lug 2017, 10:09 »
Rispetto il pensiero di ParisSn, ma non concordo su nulla e lo trovo qualunquista, lo stesso si può dire su qualsiasi senso di appartenenza, incluso quello per la nostra Lazio. Se andiamo a vedere gli aspetti negativi dei nostri tifosi altro che identità da difendere...
L'identità è anche riconoscersi nello statuto della fondazione, nel caso dell'Italia nei pilastri della Costituzione, ad esempio, i cui principi universali vanno ben oltre i concetti espressi da ParisSN. Lo dico con immutata stima, eh!  ;)
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #22 il: 27 Lug 2017, 20:24 »
Difendo (attenzione dico difendo e NON propagando) SOLO la mia identita' .

Unica . Irripetibile . Non certo la migliore ma la MIA .

A fanculo la patria , Roma , Prati Delle Vittorie e soprattutto l'europa .

A proposito del risorgimento e similia .

Abbiamo combattuto una guerra per avere il SUD Tirolo .

Andassero a fanculo in Austria e poi voglio vedere se avranno le stesse prerogative che hanno con l'Italia (di cui non vogliono neanche parlare la lingua) .

La costituzione ? l'identita' la fanno i principi o la loro applicazione ?

Magari c'e' un francese o un inglese che la pensa come me . O un moldavo .

Statisticamente poco probabile che lo sia con un merdoso riomanista  :p



 

Offline Warp

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #23 il: 27 Lug 2017, 21:02 »
Penso che l'Italia abbia un duplice problema. La scarsa coesione nazionale dovuta al fatto che siamo comunque un paese "giovane" e storicamente multiculturale e dall'altro il nostro fosco passato fascista che fa guardare con sospetto ogni richiamo italico.
Io mi sento assolutamente europeo ma ci tengo alla mia italianità. Abitando all' estero vedo che qui in olanda pur senza sfociare in becero nazionalismo o sciovinismo odioso c'e una forte identità nazionale che non riguarda religione colore della pelle o altre forme di pregiudizio ma alla loro cultura arte sport tradizioni ci tengono tantissimo.
Per esempio a parte casi marginali nello sport si tifa per tutti gli olandesi anche se sono di altre squadre.
Questo manca in Italia. Il richiamo alla razza italiana per quanto sgrammaticato e superficiale raccoglie una verità. L'Italia è un paese in drammatico crollo demografico, dovuto a varie ragioni, ma porsi il problema è già in modo per cercare di trovare una soluzione. Chi accusa la piddina di razzismo lo solo a scopo denigratorio ed elettoralistico.

Offline Rugiule

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5847
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #24 il: 28 Lug 2017, 09:44 »
Penso che l'Italia abbia un duplice problema. La scarsa coesione nazionale dovuta al fatto che siamo comunque un paese "giovane" e storicamente multiculturale e dall'altro il nostro fosco passato fascista che fa guardare con sospetto ogni richiamo italico.
Io mi sento assolutamente europeo ma ci tengo alla mia italianità. Abitando all' estero vedo che qui in olanda pur senza sfociare in becero nazionalismo o sciovinismo odioso c'e una forte identità nazionale che non riguarda religione colore della pelle o altre forme di pregiudizio ma alla loro cultura arte sport tradizioni ci tengono tantissimo.
Per esempio a parte casi marginali nello sport si tifa per tutti gli olandesi anche se sono di altre squadre.
Questo manca in Italia. Il richiamo alla razza italiana per quanto sgrammaticato e superficiale raccoglie una verità. L'Italia è un paese in drammatico crollo demografico, dovuto a varie ragioni, ma porsi il problema è già in modo per cercare di trovare una soluzione. Chi accusa la piddina di razzismo lo solo a scopo denigratorio ed elettoralistico.
Per quanto riguarda lo sport, comunque, anche in Italia si tifa per tutti gli italiani, lascia perdere il calcio, in cui intervengono altre ragioni quali campanilismo o forti antagonismi. Pensa alle olimpiadi o ai recenti mondiali di nuoto o di scherma, ognuno ama i suoi campioni, ma se c'è l'italiano in pedana o in vasca si tifa per lui.
Sono d'accordo che porsi il problema è già un modo per cercare di trovare una soluzione.
Riguardo la piddina forse non è razzista, ma è stupida. Uscita infelice e da censurare senza se e senza ma.

Offline PARISsn

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #25 il: 29 Lug 2017, 12:51 »
Rispetto il pensiero di ParisSn, ma non concordo su nulla e lo trovo qualunquista, lo stesso si può dire su qualsiasi senso di appartenenza, incluso quello per la nostra Lazio. Se andiamo a vedere gli aspetti negativi dei nostri tifosi altro che identità da difendere...
L'identità è anche riconoscersi nello statuto della fondazione, nel caso dell'Italia nei pilastri della Costituzione, ad esempio, i cui principi universali vanno ben oltre i concetti espressi da ParisSN. Lo dico con immutata stima, eh!  ;)

Capisco che  il mio pensiero puo' sembrare qualunquista ma è anche vero che spesso si liquida con questa parola o con populismo delle verita' scomode  a cui è difficile dare una risposta, io ho maturato il pensiero che la  nostra  identita' di italiani ha subito via via nel tempo ( e parlo di italiani in quanto abitanti della penisola  italica da sempre quindi da prima dell'unita' nazionale) molti e troppi inquinamenti dovuti a diversi fattori che hanno portato " geneticamente " ( lo so non è il termine giusto ma non ne torvo un altro adatto ) a diventare il popolo dei furbetti, egoisti, piagnoni ect che dicevo nell'altro post. Troppe dominazioni hanno portato le popolazioni italiche ad abituarsi e trasmettere alle successive generazioni l'idea del " tiramo a campa'" oggi sotto questo e oggi sotto quell'altro  ( a tal fine serve da esempio un periodo storico molto vicino....prima tutti fascisti...poi tutti partigiani  8) ). Per secoli i nostri avi hanno leccato il culo al signore di turno..nel feudo..nel comune..nel principato e via dicendo...chiunque fosse e nel contempo imparando a farsi furbi per fregarlo o attutirne gli effetti egoisticamente perche " se sto bene  io stanno bene tutti del resto sti grancazzi". Esta cosa è stata trasmessa nei secoli di generazione  in generazione e gli italiani attuali ne sono figli. Garibaldi Mazzini ect tutte brave persone animate da grande spirito ma erano 4 gatti...al resto della gente di creare la nazione  italiana  non fregava una  minchia al contrario di tedeschi inglesi e francesi . Mezza italia ( quella del sud ) fu liberata controvoglia e dando vita  a un fenomeno di banditismo che raggiunse  i termini di una vera e propria guerra civile, avendo come parole d'ordine che sotto i Borboni non se pagavano le tasse !! ( guarda caso fenomeno che tutt'oggi unici in europa accomuna praticamente tutti gli italiani ). Se siamo il paese piu' corrotto e inefficiente dell' intera Europa che  pure gli Estoni e i Lituani dopo 70 anni de comunismo ( o forse grazie a quello ) ci danno lezioni, un motivo ci sara'. Siamo stati governati male?? abbiamo avuto cattivissimi esempi da chi nel corso dei tempo c'ha governato?? sicuramente ma spesso  li abbiamo votati e voluti e questo la dice lunga...e poi  la coscienza  è di ognuno di noi quando non emette uno scontrino, quando chiede una raccomandazione, quando si lamenta dei cassonetti pieni e poi butta la cartaccia per terra e via dicendo....prendiamocela qualche responsabilita' come  italiani...perche anche questo è un altro nostro difetto d'identita' rispetto a tanti altri popoli...per noi la colpa  è sempre di qualche altro  ;)

Offline Rugiule

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5847
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #26 il: 30 Lug 2017, 15:47 »
Come diceva qualcuno, Warp forse, già iniziare a parlare di questo è un passo avanti.
Questa consapevolezza non mi fa sentire fuori dall'essere italiano, tuttavia.
Tipo sto godendo della doppietta Ferrari in questo momento...

Online FatDanny

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #27 il: 31 Lug 2017, 09:43 »
Certo a voi se ve sentisse Garibaldi o Mazzini direbbero: è stato tempo perso!
E si che questi parlavano inglese, francese, spagnolo, andavano a combattere per gli altri popoli, insomma erano erano cittadini del mondo nell'ottocento non oggi.
Chi lo sa perché sti cazzoni assieme a tanti loro compagni hanno rischiato la vita, l'hanno persa, hanno fatto la prigione per fare una patria, cioè per non essere figli di nessuno?
Mah vallo a capire

Garibaldi e Mazzini sono stati funzionali ad una conquista ignobile che oggi viene celebrata per il semplice fatto che la storia la scrive chi vince.
Ma il processo unitario se nel Nord si configurò come lotta di liberazione da un potere "straniero", al sud fu invece a sua volta una becera conquista coloniale pagata a caro prezzo dal meridione.
Siamo gli Austro-ungarici di noi stessi.
Buona parte della "questione meridionale" e dei problemi conseguenti deriva esattamente da questo.
Ed il fatto che invece vengano attribuiti all' "identità meridionale", alla sua presunta cultura, alla sua "razza" coincide perfettamente con la vulgata sui migranti e le accuse a loro lanciate per problemi creati squisitamente da noi.
I terroni li hanno creati i Savoia, ma a finire sul banco degli imputati sono i terroni.
I "migranti economici" li ha creati il neocolonialismo occidentale, ma a finire accusati di invasione sono loro.
Paradossi della vergognosa vulgata del potere.

E si rischia la vita e si muore per ogni causa minimamente rilevante. Pure per il nazismo si muore, pure per la repubblica di Salò si muore, questo non ne fanno buone cause.
La causa di Mazzini e Garibaldi fu giusta a metà e non ci mise nulla a trasformarsi da liberatoria a oppressiva. E in nome di chi? Dei capitali in formazione del nord italia.
E' questo che dovrei difendere?
Io dell'identità italiana non so che farmene.
I principi della costituzione sono un compromesso astratto per tenere in piedi un accordo politico contingente tra DC e PCI, ma nel concreto le due componenti sono contraddittorie e infatti una parte risulta irrealizzata e irrealizzabile senza mettere in discussione l'altra.

Sulla piddina è facile: è tanto razzista quanto stupida.
Perché immagina un legame tra cultura e biologia che è razzismo puro (l'Italianità di cui parlate, al di là del giudizio su essa, non dipende dalla nascita o dal gruppo di appartenenza) oltre ad assolutizzarne il valore in termini molto discutibili.

Non c'è alcuna invasione, ma a vedere chi sono oggi gli italiani io aggiungo un enorme "PURTROPPO".

Offline Rugiule

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5847
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #28 il: 31 Lug 2017, 10:17 »
La tua analisi, FD, è lucida e la storia è quella, ma è valida in molti altri contesti e non rende meno valido il ragionamento di chi invece questo senso di identità ce l'ha. L'identità ha a che fare con i sentimenti, con ciò che unisce piuttosto che ciò che divide, con le radici, con le tradizioni. C'è chi non sente nulla di tutto questo, niente di male, ma non dia lezioni a chi invece questi sentimenti li ha. Perché sono gli stessi sentimenti che uniscono altri popoli, né più né meno; ladri, delinquenti, razzisti, ricchi, poveri, corruttori, sfruttatori e sfruttati esistono in tutte le comunità, a prescindere dal senso di identità e dalla storia di ciascuna comunità.
Quello che io contesto è dare un'accezione esclusivamente negativa al senso di identità, che invece prescinde totalmente dalla biologia e dalla "razza", per chi ancora crede a sta cazzata (anche nel PD, pensa te!  :x) , si tratta di un'empatia verso una comunità, un luogo e delle tradizioni. Un senso di famiglia, forse, che non ci impedisce di valutare lucidamente i comportamenti e i caratteri di chi la compone.
Ora, però, dopo i nazisti e la Repubblica di Salò non tiratemi fuori il crocefisso perché andate fuori tema  :)

Online FatDanny

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36759
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #29 il: 31 Lug 2017, 10:42 »
La tua analisi, FD, è lucida e la storia è quella, ma è valida in molti altri contesti e non rende meno valido il ragionamento di chi invece questo senso di identità ce l'ha. L'identità ha a che fare con i sentimenti, con ciò che unisce piuttosto che ciò che divide, con le radici, con le tradizioni. C'è chi non sente nulla di tutto questo, niente di male, ma non dia lezioni a chi invece questi sentimenti li ha. Perché sono gli stessi sentimenti che uniscono altri popoli, né più né meno; ladri, delinquenti, razzisti, ricchi, poveri, corruttori, sfruttatori e sfruttati esistono in tutte le comunità, a prescindere dal senso di identità e dalla storia di ciascuna comunità.
Quello che io contesto è dare un'accezione esclusivamente negativa al senso di identità, che invece prescinde totalmente dalla biologia e dalla "razza", per chi ancora crede a sta cazzata (anche nel PD, pensa te!  :x) , si tratta di un'empatia verso una comunità, un luogo e delle tradizioni. Un senso di famiglia, forse, che non ci impedisce di valutare lucidamente i comportamenti e i caratteri di chi la compone.
Ora, però, dopo i nazisti e la Repubblica di Salò non tiratemi fuori il crocefisso perché andate fuori tema  :)

Certo che è valida anche in altri contesti.
E sono sentimenti che hanno tutt* eccetto forse gli eremiti, perché sono sentimenti caratterizzanti ogni essere umano in qualità di animale sociale, quello che cambia è esattamente il contesto.

L'identità non ha una connotazione negativa, mai pensato (tanto da dirmi d'accordissimo con il discorso di IB), ma di sicuro qualifica i suoi componenti.
Perché è attraverso le identità (o in contrapposizione ad esse) che si formano e sviluppano i soggetti.
Quindi, in parole povere, toccherebbe assumere consapevolezza e "accollarsi" le proprie identità e cosa generano/producono.

La domanda non è quindi se l'identità è negativa, ma se le proprie identità hanno effetti negativi: le identità che ti attraversano ti rappresentano? Ti sono utili? A chi o cosa sono utili? Che effetti producono attorno a te?
In base alle risposte si sosterranno alcune identità, se ne negheranno altre, si metteranno in discussione altre ancora al fine di rielaborarle.
Alcuni esempi personali in rapporto alle identità:

- identità positiva/rivendicata: identità di classe.
Se qualcuno mi dà del classista non mi offendo, al contrario lo rivendico pienamente (almeno alla pari di un fascista che rivendica la sua "italianità").
Io ODIO la classe avversa in quanto classe e aspiro razionalmente alla sua distruzione totale e irreversibile. E' evidente che questa identità consapevole non rappresenta per me alcun problema, ma altri sicuramente ne daranno un'accezione esclusivamente negativa.

- identità negativa/rifiutata: identità nazionale (ragioni già espresse)

- identità critica: identità di genere e orientamento sessuale
Ho serie difficoltà a riconoscermi nell'identità maschile ed eteronormata perché derivato di una cultura oppressiva, pur indubbiamente mantenendone diverse caratteristiche.
Ragione per cui la ritengo un'identità in fieri.
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #30 il: 31 Lug 2017, 12:41 »

La mia patria è la classe lavoratrice perché è nei suoi luoghi che mi sento a mio agio, mentre mi sentirei totalmente straniero al circolo Aniene o al rotari.
La mia patria è quella selva di spazi occupati, squat, fabbriche e fattorie autogestite, baretti e locande che io chiamo "casa".


Si pero' ogni tanto è bello anche ( se se ne ha l'occasione ) farsi un giro in contesti completamente diversi e opposti da quelli abituali, anche solo per curiosità.
Osservare da vicino come ragiona il tuo "nemico di classe" potrebbe essere interessante e riservare non poche sorprese.

Online FatDanny

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36759
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #31 il: 31 Lug 2017, 14:31 »
Si pero' ogni tanto è bello anche ( se se ne ha l'occasione ) farsi un giro in contesti completamente diversi e opposti da quelli abituali, anche solo per curiosità.
Osservare da vicino come ragiona il tuo "nemico di classe" potrebbe essere interessante e riservare non poche sorprese.


Attenzione però, non ho detto che mi sento a mio agio solo nei luoghi che sento come "casa", altrimenti avrei un'identità unica e assoluta, quella del militante/kommunista/zecca.
Non a caso ho specificato in termini generici "i luoghi della classe lavoratrice".
Per me anche il bar dello sport o il muretto o l'oratorio sono luoghi "diversi" ma in cui mi ritrovo pienamente, che sento far parte della mia "patria".
non ho il mito della riserva indiana, anzi lo considero un problema.

E "mi sono fatto un giro" anche in contesti più altolocati, per quanto già l'espressione me metta i brividi perché mi sa tanto di visita allo zoo urbano per la noia del proprio contesto ("guarda mamma, un coatto de tuscolana! Che mangiano quelli nel loro habitat naturale? Andiamo a vedere come si riproducono a torbella?").
e il risultato è stato quello di accrescere esponenzialmente il sentimento suddetto.
La sorpresa è stata proprio quella di scoprire un mondo che è compiutamente "antagonista" al mio.

In questi contesti proprio non so stare, mi infastidisce praticamente tutto.
Il modo di comportarsi, di divertirsi, di pensare, addirittura il modo di parlare lo stesso dialetto. Anche quando trovo posizioni "illuminate" ci sono derivati di quella condizione che mi risultano del tutto intollerabili.
Mi scatta l'impulso della prepotenza fine a se stessa, solo per il gusto di farli sentire in una posizione diversa da quella che occupano abitualmente.
Io lì mi sento straniero. E loro sono stranieri ai miei occhi.

e' un fatto di patrie, di identità, di sedimentazione esperenziale.
Non ne faccio una colpa individuale a chi si trova dall'altra parte, ognuno è prodotto del suo contesto, né dico che non ci siano persone valide e degne della massima stima. Anzi sono sicuro che ce ne siano a palate.
Ma registro il dato di fatto: tu stai dellà, io sto dequà, due mondi paralleli che non se toccano e che in larga parte si ignorano vicendevolmente (nel senso letterale che non concepiscono proprio come se vive nella condizione opposta).
E che voglio ignorare appositamente almeno fino al giorno in cui si potrà chiedere il conto con tutti gli arretrati.
Non c'è nazionale sportiva o tradizione che mi possa far sentire un'identità comune con essi. Siamo due realtà separate che condividono un territorio e una lingua. STOP.
La Lazio è l'unica identità interclassista che concepisco, ma fortunatamente non ce tiri su una risultante sociale con un club calcistico ;)

Un confine invalicabile? Niente affatto, ma la scelta di scavalcarlo è davvero poco attraente, soprattutto per chi ha la fortuna di trovarsi dellà. Le condizioni materiali difficilmente si lasciano andare ai sentimentalismi, per quanta solidarietà umana ci possano mettere.
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #32 il: 31 Lug 2017, 15:31 »
Sono pure più radicale di FD, che leggo sempre con piacere aldilà delle differenze ideologiche.

L'unicà identità che conta davvero, l'unica che ha davvero un peso e un valore, è quella individuale, con i suoi affetti e le sue caratterizzazioni dettate dal proprio percorso di vita.
Tutto il resto è fuffa, è una creazione artificiale e mendace di una realtà che si basa sull'eterna contrapposizione tra gli individui e le sovrastrutture che ambiscono limitarne diritti, libertà e potenzialità.
Il concetto di nazione, di confine, lo stesso concetto di classe avanzato da FD sono costrutti che si basano sul fatto che un potere terzo ha stabilito un recinto attorno a me e a ciò che io possa/debba/voglia fare o pensare.
E' lo stato che mi impedisce di arricchirmi tassandomi, rapinandomi, espropriandomi dei frutti del mio lavoro e delle mie fatiche, nessun'altro individuo ne avrebbe un tale interesse.
Quindi invece di distruggere solo la classe avversa, per poi, immagino, sostituirsi ad essa, converrebbe distruggere la sovrastruttura e lasciare gli individui a prosperare in pace e concordia, secondo la propria natura.
L'invenzione ideologica secondo cui sul capo degli individui vi debba essere una entità superiore (religiosa o laica che sia) a dirigerli, opprimerli e guidarli nell'ottica di un falso interesse comune che sia considerato superiore, con lo scopo di blandirli e impedire loro di perseguire la propria libertà.
la stessa sovrastruttura che ci ricorda che la nostra identità è quella che essa ci impone essere, mediante un sistema di propaganda e indottrinamento chiamato istruzione pubblica.
La risultante finale è abbastanza chiara.

Da quì le fonti stataliste, corporativiste, socialiste e i loro artifici dialettici volti a ridurre gli esseri umani in schiavitù, dentro recinti colorati e pieni di belle parole vuote nel significato e nella forma.

Quindi fanculo al corporativismo e allo statalismo che hanno prodotto questi concetti nefasti e milioni di corpi senza vita nel corso della storia, non esiste alcuna società ai miei occhi, esisto io e ciò che mi circonda, con i miei affetti, il mio carattere e si, i miei fottuti interessi.
Se vorrò aderire a qualcosa lo farò di mia sponte, volontariamente, come volontariamente potrò decidere di uscirne, senza che mi debba essere imposto un pegno in denaro o in qualsiasi altra forma.

La mia identità individuale si colloca nell'eterna lottà tra libertà e oppressione, tra individualismo e la prepotenza e l'invadenza dello stato e dei suoi cronies che nel perseguire i loro interessi schiacciano quelli di quanti non accettano di uniformarsi ad esso.

Certo a voi se ve sentisse Garibaldi o Mazzini direbbero: è stato tempo perso!


No, continuerebbero a ringraziare i vari personaggi, più o meno grandi (da Palmerstone a Napoleone 3rzo al cancelliere Bismarck...) con cui hanno avuto la fortuna di incrociare il periodo storico comune e i cui interessi, sebbene temporaneamente, combaciavano, nonostante i due da te citati fossero in realtà poco più che comparse della storia, fregandosene di ciò che desiderano i popoli come fecero quando fu il momento di decidere, e ci mancherebbe altro.
Saprai sicuramente da dove provenissero le navi da cui sbarcarono i famosi mille, saprai sicuramente chi diede all'allora regno di sardegna, in prestito, i soldi per armare e pagare l'esercito nel corso delle varie "guerre di indipendenza", come saprai che garibaldi non combattè gratuitamente in francia, contro i prussiani, nonostante fossero questi i più recenti alleati dell'italia a cui si dovette l'acquisto del veneto...
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #33 il: 31 Lug 2017, 15:57 »

Le condizioni materiali difficilmente si lasciano andare ai sentimentalismi, per quanta solidarietà umana ci possano mettere.



Vedi Fat, non so se poi andiamo troppo ot, ma il discorso è interessante, perchè riguarda una questione che ci arrovella almeno dal 1968.
E' meglio uno della tua classe sociale che però ragiona con la logica della classe dominante, ovvero applica lo sfruttamento e il dominio appena gli è possibile, o uno appartenente alla medio-alta borghesia che però anela a una trasformazione della società in senso egalitario e libertario?
Io sono nato e cresciuto in una terra di confine , una striscia di 5 palazzine abitate da impiegati e operai specializzati, esattamente in mezzo tra i benestanti di balduina e i lumpenprolet della borgata di valle dell'inferno ( prima che li trasferissero nei palazzoni grigi e rossi).
A scuola elementare io ero il più povero di tutti in assoluto, ma sotto casa c'erano i brutti sporchi e cattivi che mi pestavano ogni giorno perchè mi vedevano come un damerino.
Crescendo ho militato in centri sociali gomito a gomito con figli di professionisti affermati e ho preso le bastonate da fascisti che facevano gli scaricatori ai mercati generali.
E adesso che sono un uomo di mezza età vivo in quartiere borderline come il flaminio alto, e a scuola di mio figlio ce vanno proletari del villaggio olimpico e avvocati dei parioli.
Mio figlio ha fatto amicizia col figlio di uno di questi, un avvocato che lavora per le aziende CONTRO i lavoratori ( l'ho scoperto a una festa di bambini dove era presente un mio caro amico che invece DIFENDE i lavoratori, e lo conosceva perchè si trovavano spesso in tribunale da antagonisti ).
Insomma per quelli che sono i miei valori il diavolo in persona.
Mi sono sforzato di odiarlo. Non ci sono riuscito: è una persona dolcissima e intelligentissima perfettamente cosciente della lotta di classe di cui è ingranaggio ( conosce Marx meglio di me )
ma allo stesso tempo incapace di uscire da un ruolo in cui il peso di generazioni hanno collocato come in un destino ineluttabile.
E allo stesso tempo odio delle cose di primavalle, quartiere che frequento per lavoro: certa sciatteria, certa mentalità prevaricatrice, mafiosetta.
Forse tu vivi a roma sud dove le cose sono più nette: a roma nord le contraddizioni corrono più sul filo del rasoio.

Offline anderz

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8271
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #34 il: 31 Lug 2017, 23:50 »
Italia, già il nome è bello. L'etimologia, sì, è tuttora incerta ma l'effetto scenico c'è tutto. È difficile non guardare indietro alla storia di questa magnifica penisola e delle valli che la cullano senza soffrire di vertigini e provare un senso di invidia per il genio dei nostri padri che hanno fatto di questo paradiso terrestre un luogo chiave per lo sviluppo dell'umanità migliore. I nostri colli ornati di torri e merli, le nostre montagne aspre e imponenti, le nostre pianure fertili e ricche, le nostre coste leggendarie, le nostre città dove i secoli puoi contarli e riconoscerli. Ciò che è incredibile è come siamo pronti, più di chiunque altro popolo che io conosca, a gettare fango su ciò che siamo e che siamo stati, una debolezza che ci priva anche del senso civico minimo necessario a vivere serenamente e far prosperare un grande paese. Ci piacciono i mea culpa, ci piace dire che non esistiamo (quale stato, dunque, esiste?), ci piace sovrapporre alle nostre radici identità certamente più posticce e artificiali. Vogliamo davvero un paese migliore? Basterebbe amare questa terra un po' di più ed esserne pienamente fieri.

Online FatDanny

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36759
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #35 il: 01 Ago 2017, 09:02 »
...

E' perché avoja a parlà de materialismo, la sinistra italiana resta immersa co tutte le scarpe nell'idealismo.  ;)

Senza andare OT io non voglio fare l'esaltazione della classe lavoratrice, la quale, come diceva il barbuto, è abbrutita dalle sue condizioni e quindi è spesso bestiale, a differenza della sua controparte.
La questione non ruota attorno alle "idee" che possono avere gli uni o gli altri, ma alla condizione materiale che vivono. Perché quella pesa più di qualsiasi idea (alla lunga anche sul piano politico).

Per intendersi vado su un esempio personale: qualche anno fa stavo con una ragazza di Parioli (di cui per altro credo tu conosca il fratello per ragioni lavorative ;) ). Compagna, famiglia storicamente di sinistra e politicamente attiva, persone di una gentilezza, cordialità, generosità estreme. Davvero nulla da dire in merito.
Enniente, il muro di cui parlo io lo sentivo tutto, un disagio scaturito dal reprimere quel che pensavo anche solo mettendo piede in quella zona e che mi portava ad un imbarazzo costante ad ogni pasto condiviso. Forse mi sentivo in colpa per un rancore per il classico "salotto di sinistra romano" che loro individualmente non meritavano, chissà, non te lo so manco dire. Ma il dato di fatto è questo: non ero a casa mia, ero straniero all'estero.
Oggi convivo con una ragazza di Vigne Nuove. Famiglia di origini contadine, in buona parte oggi in divisa (carabinieri e finanza). Oh, mi ci trovo da paura. Baci, abbracci, confidenza estrema nel dialogare e confrontarsi. Sono a casa mia, a mio agio. Nella mia patria e non all'estero.
La politica c'entra fino a un certo punto kelly, la questione non è legata al marxismo, ma è tutta materiale e di conseguenze emotive che tale materialità comporta.

Altro esempio personale: pure io mi sono trovato nelle situazioni che descrivi tu. A militare fianco a fianco con i figli della borghesia romana (anche se devo dire che i fascisti che ho conosciuto all'univesità avevano origini analoghe. CPI e FN, almeno gran parte dei loro volti noti, so' tutti della Romabene).
Ho sempre diffidato de sta gente. Per me le origini hanno sempre contato tanto e di base me so sempre fidato più di un@ compagn@ delle case popolari di Quarticciolo che un@ di Prati.
E alla fine devo dire che la mia diffidenza non era infondata.
Perché poi quando s'è trattato di pagare conti quello delle case popolari è rimasto fottuto, quello de Prati si è salvato. Ha trovato la via d'uscita alla propria vita. Perché puoi anche rinnegare le tue origini da giovane ribelle, ma poi quando se tratta de salvasse il culo quelle te tornano utili.
Puoi anche aver fatto il matto pe anni ma anche così da ndo vieni conta. Conta eccome.
Colpa loro? Certamente no, di certo non penso che dovevano fa na vita demmerda solo per tenere il punto. Se ti puoi salvare ti salvi, anche per semplice istinto di sopravvivenza.
Ma resta il rodimento de culo, la disparità di trattamento, e quel muro resta in piedi.

Il punto non è che le ggenti comuni so' meglio e i benestanti so' merda.
Né conta come la pensano. Conta l'identità di destino comune, che tu sia dannato, salvo o estremamente fortunato. Un destino comune che produce comunità, identità... Patria.
E pesa più di un'Idea politica. Se non a parole, pesa poi nei fatti.
Ed è poi il motivo, tornando per un secondo alla politica, che quello stesso Barbuto diceva che la classe non la po' salvà nessuno, se non se stessa.


Anderz, la penisola italiana è un luogo meraviglioso. E' casa mia.
La nazione italiana è un'altra cosa.




Offline Rugiule

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5847
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #36 il: 01 Ago 2017, 09:36 »
Bello il post di Anderz, non c'è bisogno di troppe parole, in fondo.

Offline anderz

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8271
Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #37 il: 01 Ago 2017, 13:00 »
Anderz, la penisola italiana è un luogo meraviglioso. E' casa mia.
La nazione italiana è un'altra cosa.


Sono cose diverse, ma nel tempo e nello spazio, nel presente, coincidono. l'Italia penisola per me non è divisibile dall'Italia nazione.

Online FatDanny

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #38 il: 01 Ago 2017, 14:17 »
più che coincidere si sovrappongono e coesistono.
Ma non è indispensabile riconoscere lo Stato nazione per il riconoscimento della cultura, della storia, della bellezza naturale di cui parli.
E soprattutto si sottovaluta quante implicazioni abbia concepire un determinato insieme geografico rispetto ad un altro. Una cosa che sembra a prima vista del tutto innocua ha in realtà conseguenze innumerevoli sulle identità riconosciute (ricordo in tal senso un illuminante testo di postcolonial studies sul concetto di India, che non ha nulla di indiano ed è del tutto afferente all'Inghilterra, la quale ha letteralmente creato la nazione indiana e di conseguenza anche quella soggettività che ad essa si è ribellata).

Ad esempio ti posso dire che io, se dovessi individuare un insieme geografico, mi risconosco molto più nel mediterraneo che nell'italia-stato. Tra un sud-tirolese e un tunisino o un greco sicuramente mi sento infinitamente più vicino ai secondi che al primo. Su molteplici aspetti, molti dei quali da te citati.

Tu pensa quanto cambia considerare l'identità mediterranea e non quella italiana, o greca o europea.
Una valanga di implicazioni molto attuali, pensiamo solo al tema delle migrazioni, a partire da un "misero" concetto linguistico.
Ma come dice Lacan, il linguaggio è condizione stessa di un'identità e di un simbolico ad essa legata, micacazzi.

L'italia penisola e stato coincidono? Sul piano dei significati si, purtroppo. Comporta più problemi di quel che supponi.

Offline Thorin

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Re:L'identità italiana da difendere...
« Risposta #39 il: 01 Ago 2017, 14:22 »
Italia, già il nome è bello. L'etimologia, sì, è tuttora incerta ma l'effetto scenico c'è tutto. È difficile non guardare indietro alla storia di questa magnifica penisola e delle valli che la cullano senza soffrire di vertigini e provare un senso di invidia per il genio dei nostri padri che hanno fatto di questo paradiso terrestre un luogo chiave per lo sviluppo dell'umanità migliore. I nostri colli ornati di torri e merli, le nostre montagne aspre e imponenti, le nostre pianure fertili e ricche, le nostre coste leggendarie, le nostre città dove i secoli puoi contarli e riconoscerli. Ciò che è incredibile è come siamo pronti, più di chiunque altro popolo che io conosca, a gettare fango su ciò che siamo e che siamo stati, una debolezza che ci priva anche del senso civico minimo necessario a vivere serenamente e far prosperare un grande paese. Ci piacciono i mea culpa, ci piace dire che non esistiamo (quale stato, dunque, esiste?), ci piace sovrapporre alle nostre radici identità certamente più posticce e artificiali. Vogliamo davvero un paese migliore? Basterebbe amare questa terra un po' di più ed esserne pienamente fieri.

Bravo Anderz.
2000 e passa anni di storia, arte e cultura dalla letteratura alle scienze, nessun altro può dire di aver contribuito al progresso dell'umanità come l'Italia.
E dovrei buttare tutto nel cestino perchè negli ultimi sessant'anni è diventata un paese di somari?
Ma anche no.  ;)

L'Identità Italiana... se ci mettessimo a scrivere anche solo i nomi e cognomi degli Italiani che hanno lasciato il segno nella Storia potremmo starci fino a domani...
 

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