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E' perché avoja a parlà de materialismo, la sinistra italiana resta immersa co tutte le scarpe nell'idealismo.
Senza andare OT io non voglio fare l'esaltazione della classe lavoratrice, la quale, come diceva il barbuto, è abbrutita dalle sue condizioni e quindi è spesso bestiale, a differenza della sua controparte.
La questione non ruota attorno alle "idee" che possono avere gli uni o gli altri, ma alla condizione materiale che vivono. Perché quella pesa più di qualsiasi idea (alla lunga anche sul piano politico).
Per intendersi vado su un esempio personale: qualche anno fa stavo con una ragazza di Parioli (di cui per altro credo tu conosca il fratello per ragioni lavorative
). Compagna, famiglia storicamente di sinistra e politicamente attiva, persone di una gentilezza, cordialità, generosità estreme. Davvero nulla da dire in merito.
Enniente, il muro di cui parlo io lo sentivo tutto, un disagio scaturito dal reprimere quel che pensavo anche solo mettendo piede in quella zona e che mi portava ad un imbarazzo costante ad ogni pasto condiviso. Forse mi sentivo in colpa per un rancore per il classico "salotto di sinistra romano" che loro individualmente non meritavano, chissà, non te lo so manco dire. Ma il dato di fatto è questo: non ero a casa mia, ero straniero all'estero.
Oggi convivo con una ragazza di Vigne Nuove. Famiglia di origini contadine, in buona parte oggi in divisa (carabinieri e finanza). Oh, mi ci trovo da paura. Baci, abbracci, confidenza estrema nel dialogare e confrontarsi. Sono a casa mia, a mio agio. Nella mia patria e non all'estero.
La politica c'entra fino a un certo punto kelly, la questione non è legata al marxismo, ma è tutta materiale e di conseguenze emotive che tale materialità comporta.
Altro esempio personale: pure io mi sono trovato nelle situazioni che descrivi tu. A militare fianco a fianco con i figli della borghesia romana (anche se devo dire che i fascisti che ho conosciuto all'univesità avevano origini analoghe. CPI e FN, almeno gran parte dei loro volti noti, so' tutti della Romabene).
Ho sempre diffidato de sta gente. Per me le origini hanno sempre contato tanto e di base me so sempre fidato più di un@ compagn@ delle case popolari di Quarticciolo che un@ di Prati.
E alla fine devo dire che la mia diffidenza non era infondata.
Perché poi quando s'è trattato di pagare conti quello delle case popolari è rimasto fottuto, quello de Prati si è salvato. Ha trovato la via d'uscita alla propria vita. Perché puoi anche rinnegare le tue origini da giovane ribelle, ma poi quando se tratta de salvasse il culo quelle te tornano utili.
Puoi anche aver fatto il matto pe anni ma anche così da ndo vieni conta. Conta eccome.
Colpa loro? Certamente no, di certo non penso che dovevano fa na vita demmerda solo per tenere il punto. Se ti puoi salvare ti salvi, anche per semplice istinto di sopravvivenza.
Ma resta il rodimento de culo, la disparità di trattamento, e quel muro resta in piedi.
Il punto non è che le ggenti comuni so' meglio e i benestanti so' merda.
Né conta come la pensano. Conta l'identità di destino comune, che tu sia dannato, salvo o estremamente fortunato. Un destino comune che produce comunità, identità... Patria.
E pesa più di un'Idea politica. Se non a parole, pesa poi nei fatti.
Ed è poi il motivo, tornando per un secondo alla politica, che quello stesso Barbuto diceva che la classe non la po' salvà nessuno, se non se stessa.
Anderz, la penisola italiana è un luogo meraviglioso. E' casa mia.
La nazione italiana è un'altra cosa.