le rinunce degli italiani

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Offline PARISsn

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #20 il: 08 Dic 2016, 13:52 »
quindi da 10 anni non ti muovi dal paesino sardo in cui vivi?

esatto..a meno che per  muoversi non intendi andare a fare la spesa all' Auchan piu' vicino ( Sassari 70 km ) :) ..se consideriamo anche questi spostamenti mi muovo una volta  al mese

Offline carib

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #21 il: 08 Dic 2016, 14:03 »
Honore bis!  :beer:

Offline Tornado

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #22 il: 08 Dic 2016, 19:48 »
ma ci mancherebbe altro !! io appartengo a tutte le categorie !! non faccio vacanze da 10 anni...me scaldo con camino e stufa a legna....pago le bollette come fai te...l'unica cosa che riesco a non tagliare so' la carbonara e  l'amatriciana...almeno quello  8)

se ci leviamo pure il piacere di carbonare e amatriciane....! Rispetto a te...faccio vacanzine...fuitine al massimo di 5 giorni. Stavolta in sicilia per il battesimo del figlio di mio cugino! Tra gli inviti dai parenti...le spese sono state contenute! Ma ammetto che c'è chi sta peggio...quindo non mi piango addosso. E come hai detto tu fa strano invece chi lamenta miseria e poi si ritrova tra le mani con il cellulare di ultima generazione...mah....
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #23 il: 08 Dic 2016, 21:06 »
Sei non sei scemo del tutto , puoi rinunciare a qualcosa , specie se hai visto il baratro .

Quello a cui non puoi rinunciare e' la speranza del futuro .

Questo ci hanno tolto .

Perche' a me leggere che MOLTI stanno diventando poveri e POCHI stanno diventando ricchi mi fa girare i colleoni .

Offline Rugiule

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #24 il: 09 Dic 2016, 09:06 »
La fortuna di avere due redditi in famiglia mi permette di non rinunciare alle vacanze, cerco di sfruttare tutte le ferie per star fuori con moglie e ragazzi, foss'anche a Ladispoli (cosa che avviene spesso). Ciò a cui rinuncio (ma chissenefrega, non è affatto una rinuncia per come siamo fatti noi) è spendere in vestiti, oggetti tecnologici e in generale tutte le cose che vanno di moda. Prendo l'essenziale e non di marca, e la spesa la faccio basandomi sui prodotti in offerta. Le nostre due auto sono state immatricolate nel 2000 e nel 2003, e hanno ancora tanta strada da fare  :=))
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #25 il: 09 Dic 2016, 09:17 »
Un aspetto da non sottovalutare é che l'invecchiamento della popolazione fa si che oggi, in un'elezione, votano anche milioni di persone di 70/80 anni che non hanno vissuto questo e che non si rendono conto cosa é diventato il mondo del lavoro e il livello del potere d'acquisto oggi.
E quindi sono impermeabili a tematiche fondamentali che andrebbero affrontare diversamente.
Paradossalmente io toglierei il diritto di voto a chi é andato in pensione.


Offline PARISsn

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #26 il: 09 Dic 2016, 09:46 »
Un aspetto da non sottovalutare é che l'invecchiamento della popolazione fa si che oggi, in un'elezione, votano anche milioni di persone di 70/80 anni che non hanno vissuto questo e che non si rendono conto cosa é diventato il mondo del lavoro e il livello del potere d'acquisto oggi.
E quindi sono impermeabili a tematiche fondamentali che andrebbero affrontare diversamente.
Paradossalmente io toglierei il diritto di voto a chi é andato in pensione.

non sono tanto d'accordo !! ci sono 8 milioni di pensionati che campano con meno di 1000 euro al mese, pensare che non capiscano i tempi difficili e il potere d'acquisto la vedo difficile.....e poi i 70/80 enni hanno nipoti se non addirittura figli che non lavorano e forse non capiranno le dinamiche moderne ma che qualcosa non va si ....

Offline Rugiule

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #27 il: 09 Dic 2016, 09:50 »
Capisco che è un'iperbole, ma non scherziamo proprio...
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #28 il: 09 Dic 2016, 10:04 »
non sono tanto d'accordo !! ci sono 8 milioni di pensionati che campano con meno di 1000 euro al mese, pensare che non capiscano i tempi difficili e il potere d'acquisto la vedo difficile.....e poi i 70/80 enni hanno nipoti se non addirittura figli che non lavorano e forse non capiranno le dinamiche moderne ma che qualcosa non va si ....

Ovviamente era un paradosso. Non sto dicendo che se ne vanno a Miami mentre i "giovani" lavorano.
Quello che dico é che esiste un'intera generazione che non conosce e non capisce le problematiche del mondo del lavoro di oggi e gli scenari futuri. Perché negli ultimi 10/15 anni il mondo del lavoro é cambiato profondamente nelle sue dinamiche.
E cambia in continuazione. Cambiano gli indicatori che riescono a fotografare la situazione attuale.
C'é un'intera generazione per cui l'indicatore fondamentale era, ed é, il "posto di lavoro".
C'é un'intera generazione per cui se hai un posto di lavoro vuol dire che stai bene.
Perché era cosi una o due generazioni fa. E il posto di lavoro era, in fondo, per sempre.
Fino alla meritata pensione.
Oggi é ancora cosi ? Non credo.
Esiste una generazione per cui se sei licenziato é perché, in fondo, hai fatto qualcosa.
Perché quando lavoravano loro era cosi. Funzionava cosi.
Oggi é ancora cosi ? Non credo.
Che queste generazioni capiscano che i loro figli e i loro nipoti stiano soffrendo non lo metto in dubbio.
Quello che metto in dubbio é che siano in grado di capirne le ragioni profonde. Le ragioni contingenti.
Lo ripeto, é un paradosso, non voglio togliere il diritto di voto a nessuno.
Pero', a mio avviso, il problema esiste.
Qui in Francia, ogni mese, uno degli indicatori che vengono considerati come termometro della situazione del paese é il tasso di disoccupazione. E' un totem che viene annunciato nei telegiornali a reti unificate, atteso da tutti come l'informazione fondamentale per poter essere ottimisti o pessimisti.
Ed é sbagliato. Perché é una maniera di vivere la questione che non funziona più ormai da 30 anni.
Perché é solo un aspetto del problema. E neanche il più importante.
Perché più della metà delle persone considerate sotto la soglia di povertà HANNO un posto di lavoro.
HANNO un posto di lavoro.
Lavorano.
Cazzo, lavorano.
E sono poveri.
C'é un problema.


Offline Rugiule

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #29 il: 09 Dic 2016, 10:10 »
Certo che c'è un problema, viviamo in una società che lavora ma che non è in grado di badare appieno alla propria sussistenza. Ma non si vota solo per le politiche del lavoro.
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #30 il: 09 Dic 2016, 10:18 »
Certo che c'è un problema, viviamo in una società che lavora ma che non è in grado di badare appieno alla propria sussistenza. Ma non si vota solo per le politiche del lavoro.

Quindi se ho capito bene il problema principale é che "agggente che c'ha l'iphone in tasca" ?
Se parliamo di rinunce degli italiani di quello parliamo. Di politiche del lavoro, di potere d'acquisto dei salari. Solo di quello.
Se citiamo un articolo in cui si fanno le pulci al governo in carica significa che il governo in carica ha un ruolo fondamentale nell'affrontare queste problematiche.

Offline Rugiule

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #31 il: 09 Dic 2016, 10:44 »
Quindi se ho capito bene il problema principale é che "agggente che c'ha l'iphone in tasca" ?
Se parliamo di rinunce degli italiani di quello parliamo. Di politiche del lavoro, di potere d'acquisto dei salari. Solo di quello.
Se citiamo un articolo in cui si fanno le pulci al governo in carica significa che il governo in carica ha un ruolo fondamentale nell'affrontare queste problematiche.
Hai capito male, non volevo proprio dire quello.
Mi riferivo al tuo paradosso per cui i pensionati non dovrebbero votare, mica si vota solo per le politiche del lavoro, la politica si occupa anche del sociale, ad esempio, o della salute, vogliamo sentire i pensionati su questo? Ho capito che era un paradosso e ho capito che non vuoi togliere il diritto di voto a nessuno, però il discorso va esteso oltre il lavoro, questo intendevo dire.
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #32 il: 09 Dic 2016, 10:50 »
Hai capito male, non volevo proprio dire quello.
Mi riferivo al tuo paradosso per cui i pensionati non dovrebbero votare, mica si vota solo per le politiche del lavoro, la politica si occupa anche del sociale, ad esempio, o della salute, vogliamo sentire i pensionati su questo? Ho capito che era un paradosso e ho capito che non vuoi togliere il diritto di voto a nessuno, però il discorso va esteso oltre il lavoro, questo intendevo dire.

Se parli delle rinunce degli italiani devi parlare del lavoro.
Di cos'altro vuoi parlare ?
E' tutto legato.

Offline Rugiule

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #33 il: 09 Dic 2016, 11:04 »
Non è affatto vero, se parlo di rinunce parlo eccome delle pensioni, e parlo del sociale, e parlo del welfare, e parlo della sanità, e parlo del costo della vita con tutte le implicazioni del lavoro. Tutta la società è coinvolta appieno, altro che!
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #34 il: 09 Dic 2016, 11:34 »
Non è affatto vero, se parlo di rinunce parlo eccome delle pensioni, e parlo del sociale, e parlo del welfare, e parlo della sanità, e parlo del costo della vita con tutte le implicazioni del lavoro. Tutta la società è coinvolta appieno, altro che!

Ma é tutto legato dalla stessa concezione.
Il sociale lo paghi con i contributi, la sanità la paghi con i contributi.
Sempre alla stessa questione arriviamo.

Offline PARISsn

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Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #35 il: 09 Dic 2016, 11:44 »
ma il fatto che si impoverisce pure chi c'ha  il lavoro al giorno d'oggi è un po da analizzare !! io sono in dipendente statale e non so quando prenda  un operaio in fabbrica...pero' pochi giorni fa è stato firmato il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con 95 euro di aumento mi pare....che per carita' non sono la manna dal cielo ma manco nulla....e in fabbrica cmq si hanno orari di lavoro decenti, le ferie, la cassa malattia ect ect...io non credo che  l'operaio della fiat si stia  impoverendo...anzi..considerando la deflazione e i prezzi in discesa dovrebbe sta meglio oggi che  ieri...il problema è che si impoverisce chi ha  un lavoro che non è un lavoro...quelli a tempo determinato, con i voucher..a progetto...ect ect...tutte dinamiche volute da questo o dai governi precedenti...chi ha la fortuna di avere un lavoro legato alle dinamiche di una volta ( facevo appunto esempio dell'operaio in fabbrica...chiaro ammesso la fabbrica non chiuda )...non si sta impoverendo piu di tanto..ma tutti gli altri saranno impoveriti per sempre sia che lavorino sia che no...
p.s : discorso a parte è la colpa della gente che ha  l'iphone7 e fa i LSU....  l'edonismo imperante dell'importanza dell'apparire rispetto all'essere che la fa da padrona ha altri colpevoli che c'entrano nulla col mondo del lavoro, la crisi, ect ect...se dopo 30 anni di martellamento e lavaggio del cervello, l'input che  bisogna essere tutti belli fighi magri coi capelli e vestiti alla  moda per essere considerati, ha fatto breccia mi pare normale...ma qui si entra nel giro vorticoso dei discorsi sul consumismo ect ect..

Alex_k

Alex_k

Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #36 il: 09 Dic 2016, 12:01 »
ma il fatto che si impoverisce pure chi c'ha  il lavoro al giorno d'oggi è un po da analizzare !! io sono in dipendente statale e non so quando prenda  un operaio in fabbrica...pero' pochi giorni fa è stato firmato il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con 95 euro di aumento mi pare....che per carita' non sono la manna dal cielo ma manco nulla....e in fabbrica cmq si hanno orari di lavoro decenti, le ferie, la cassa malattia ect ect...io non credo che  l'operaio della fiat si stia  impoverendo...anzi..

Non è questo il punto, secondo me. La situazione che sta via via peggiornado è da rivedere nella possibilità, sempre più concreta e sempre per una più larga fetta di popolazione, di perdere il lavoro, anche per chi ha contratti a tempo indeterminato.
Ci sono addirittura settori (l'IT per esempio, ma non solo) dove il contratto a tempo indeterminato non dà più garanzie nemmeno a breve termine. A questo ci si aggiunga anche il tema delle pensioni che, una volta, tra scivoli, mobilità e tric&trac, ti offriva un salvagente. Oggi manco più quello.

Porto inoltre il mio esempio: io fino a 5 anni fa potevo considerarmi assolutamente tranquillo economicamente, anche un pelino privilegiato, per esempio se volevo farmi un weekend all'estero non mi facevo problemi. Da un anno a questa parte, con mia moglie in part-time da 4 anni, arrivo a fine mese pelo-pelo.
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #37 il: 09 Dic 2016, 12:02 »
Ma é tutto legato dalla stessa concezione.
Il sociale lo paghi con i contributi, la sanità la paghi con i contributi.
Sempre alla stessa questione arriviamo.

Il welfare generale si finanzia con tasse e imposte, i contributi servono (servirebbero) a finanziare le rendite pensionistiche personali.
Meno lavoro vuol dire meno welfare generale e pensioni ridotte, se non addirittura eliminate, per la gran parte della popolazione.
Lo scontro generazionale non è ancora scoppiato solo perché ancora resiste una certa solidarietà familiare, ma i dati incrociati del Censis e del risultato referendario mostrano che le crepe prodotte dalla crisi iniziano ad allargarsi. 
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #38 il: 09 Dic 2016, 12:11 »
Il welfare generale si finanzia con tasse e imposte

La tasse con che le paghiamo ?
Con i buoni della coop ?
Meno welfare non é solo con meno lavoro, ma anche con lavoro sottopagato, con potere d'acquisto ridotto all'osso.
Re:le rinunce degli italiani
« Risposta #39 il: 09 Dic 2016, 12:18 »
La tasse con che le paghiamo ?
Con i buoni della coop ?
Meno welfare non é solo con meno lavoro, ma anche con lavoro sottopagato, con potere d'acquisto ridotto all'osso.

Le imposte le paghi sul reddito se ne hai uno.
Il lavoro sottopagato è frutto di strategie precise che sono state perseguite da almeno un quarto di secolo.
 

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