molto d'accordo con pentiux.
E' vero che i passaggi elettorali possono essere utili anche solo su un piano organizzativo e comunicativo MisterFaro, ma è altrettanto vero che quando ti costruisci sulle elezioni a quel modello, volente o nolente, ti adatti. E non so quanto sia efficace oggi.
ti strutturi su una base territoriale che risponde alla necessità di presentazione nei collegi e non, magari, sulla base di insediamenti e casematte che non rispondono a criteri territoriali ma politico-sociali. E' funzionale al conflitto politico-sociale un'organizzazione di questo tipo?
Articoli il rapporto tra gruppi sulla base di un criterio rappresentativo-assembleare, in cui ogni gruppo cerca anche giustamente di affermare i suoi convincimenti e ti perdi una possibile organizzazione sinergico-funzionale, che valorizzi invece soprattutto le sedimentazioni pregresse e la loro possibile cooperazione, non su un piano propagandistico ma di lavoro sociale.
Limiti e problemi già visti nelle organizzazioni partitiche precedenti (in particolare PRC ma non solo).
Io credo che invece occorra ripartire in primo luogo sul piano pedagogico politico, in cui elezioni e rappresentanze istituzionali davvero tornano ad essere aspetti meramente strumentali e di conseguenza in cui il focus reale è tutto centrato su:
- conquiste materiali e come ottenerle
- relazioni, connessioni, sinergie che hanno feedback altrettanto materiali
Le elezioni divengono, una volta che si è un qualcosa di socialmente rilevante, il modo per difendere quanto fatto dall'aggressività del mercato e del diktat proprietario (privato).
Né più né meno al momento. Questo costruisce le premesse per un reale assalto al cielo.
Per dirla con una battuta, guarderei più ai Sem Terra che a Syriza per le necessità attuali.
l'errore è sempre partire dalle elezioni