il comunismo, inteso in senso marxista, cioè la fase che supera il socialismo (o fase inferiore del comunismo), quindi il comunismo inteso come società organizzata non è un utopia e quindi è un processo di trasformazione di cui se ne possono tratteggiare alcune caratteristiche generiche di principio ma di cui si sa ben poco.
Altro discorso è il comunismo come movimento, concetto ancora più ampio che parte da lontano e che integra quello di una società realizzata, che non sarebbe comunque una società statica.
Rimanendo a questa ultima accezione -la società realizzata- il comunismo non prevede divisioni sociali cosi come le conosciamo, non prevede divisione del lavoro cosi come la conosciamo, non prevede lo stato e non prevede un sistema di produzione capitalistico.
Per il resto ben poco si può sapere, essendo una cosa ancora a divenire.
Ma perché una società comunista?
Da dove nasce l'intuizione dell'elaborazione scientifica che porta a prevedere che la lotta ed il conflitto tra le classi, tra capitale e lavoro, potrebbe avere (sottolineo il condizionale, questo perché nella storia umana una civiltà può bloccarsi in un determinato modo di produzione praticamente in eterno, ne abbiamo degli esempi ma si divergerebbe troppo dal discorso) uno sbocco verso una società comunista?
Dall'analisi delle contraddizioni stesse del capitalismo. Capitalismo che trasforma, distrugge, crea, ricrea, ridistrugge, aumentando sempre più la posta e fagocitando nel proprio processo tutto l'esistente, tutta l'umanità. Nei fatti, in un certo senso, sembrerà quasi paradossale, il capitalismo già di suo pone in essere processi in un certo senso collettivi.
Ma si badi bene, ciò che deve interessarci è la collettivizzazione dei grossi mezzi di produzione.
Non una società totalitaria, che collettivizza tutto e tutti, anche se il processo rivoluzionario ha degli aspetti inevitabilmente totalizzanti passando, per forza di cose, per la presa del potere.
Interessante notare a margine, che anche alcune correnti "comunitaristiche" potrebbero avere, quanto meno sul piano dello spirito delle idee, dei risvolti totalizzanti, se non proprio totalitari.