Nella confusa fase che ci attende si dimentica che esiste un terzo incomodo nella dialettica politica italiana.
Oltre alla maggioranza, frutto di uno schieramento eterogeneo e frastagliato, e l'opposizione, anche essa eterogenea e frastagliata, abbiamo a che fare con quella Ue che allenta o stringe i vincoli sui conti italiani condizionando di fatto l'azione di qualsiasi governo che possa ricevere la fiducia in parlamento.
Chiunque riuscirà a formare una nuova maggioranza per approvare una nuova legge elettorale, condivisa da quanti più soggetti possibili, potrebbe uscire con le ossa rotte dalla situazione economica generale.
Quale partito vorrebbe, potrebbe, sopportare un nuovo commissariamento europeo come quello che nel 2011 ci regalò Monti?
I numeri del Senato sono lì a dimostrare la precarietà di qualsiasi maggioranza e appoggiare un nuovo governo che non esaurisca il suo scopo per arrivare al voto rischia di bruciare qualsiasi base elettorale passata.