ottimo giro per basso e la liquigas, non c'è che dire.
un giro la cui salita decisiva, oltre allo zoncolan, si è rivelata quella dell'aprica, non certo lo scenario più pronosticabile per essere designato come quello più importante di tutta la corsa.
e in cui una singola tappa bidone è riuscita a portare un corridore sul secondo gradino del podio, uno in maglia bianca e tre tra i primi dieci (range, tra l'altro, non centrato dal serpa in grande spolvero visto al giro per la semplice inezia di un'ora e dieci minuti, un vero peccato...
).
tutto sommato uno spettacolo godibile, fin dall'inizio in terra olandese.
parecchie le tappe da ricordare, oltre quelle citate, l'aquila, zoncolan e aprica, grande spettacolo c'è stato nel fango di montalcino, tra le nebbie del terminillo, sulla discesa del monte grappa e ovviamente tra gli sterrati e i ghiacci di kronplatz e passo gavia.
un ruolo di grande protagonista va riconosciuto al meteo: il maggio pazzo a cui abbiamo assistito quest'anno ha fatto saltare i copioni di molte tappe e reso ancora più emozionante l'esito finale delle stesse.
edizione da ricordare anche per il gran numero di tappe che hanno visto cambiare il titolare della maglia rosa: ben otto cambi (wiggins, evans, vinokourov, nibali, ancora vinokourov, porte, arroyo e basso), di cui l'ultimo, quello definitivo, appena alla terzultima tappa.
insomma, un giro molto movimentato e sorprendente, in cui saranno anche mancati alcuni grandi nomi della specialità a tappe, ma che, non avendo avuto un vero e proprio mattatore designato fin dall'inizio, ha permesso a molti corridori di provare a giocarsela fin dai primi km.
dubito che il tour p.v. sarà così spettacolare e dall'esito altalenante e pieno di suspense come il giro appena concluso. l'unico che potrebbe far saltare davvero il copione già scritto della corsa gialla è basso, che andrà in francia assieme alla corazzata liquigas per tentare un'impresa disperata e pressoché impossibile, il bis alla marco pantani.