La vittoria di Vale avrebbe anche il sapore della favola. Già con un trascorso da fuoriclasse assoluto, tra i primi cinque della storia di questo sport, decide di regalare un sogno a sé stesso e, prima ancora, ad una Nazione intera, passando alla Ducati. Avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta di una carriera pressoché perfetta, e invece questa decisione rischia di metterlo definitivamente nell'album dei grandi ex. Forse è anche vero che non riesca più a dare il meglio di sé e i primi tempi dopo il ritorno in Yamaha sembrerebbero confermarlo. Non è più il numero uno e forse neppure il due o il tre. Il vecchio (si fa per dire, è molto più giovane di lui) rivale Lorenzo gli è costantemente davanti, ma lo sono anche gli altri giovani fenomeni. Riesce a dare un paio di zampate qua e là, da vecchio leone ferito, e ogni volta a chiederci se sia stato il canto del cigno del grande campione che fu. Dichiara di voler puntare a rivincere il Mondiale, ma gli sguardi delle platee sono per lo più scettici: come, battendo quel purissimo talento di Marc Marquez oppure il tostissimo Porfuera?? Naaaaa, grazie, Vale, per tutto quello che ci hai saputo regalare, ma ti saremo ancora grati se solo sapessi tagliare ancora per una volta, una sola, il traguardo per primo. Sarebbe già moltissimo.
E invece la classe del Campione è ancora intatta, il suo coraggio da ragazzino ancora a un millimetro (ma non oltre) dall'incoscienza, le sue traiettorie ancora immaginifiche e capaci di stranire pure le nuove fenomenali leve.
Anche chi, come un mio amico che aveva sempre trovato (per me, inspiegabilmente) il Dottore antipatico, troppo idolatrato dai media, meno tecnico di un Biaggi o di un Dovizioso e meno talentuoso di uno Stoner, quest'anno non può fare a meno di tifare per il Dottore. Di tifare per la favola che diventa realtà e che fa delle competizioni sportive una delle meraviglie della vita