La Regular season è buffa, soprattutto a Est.
Cleveland va a strappi, e anche Chicago non sembra devastante. Le favorite, secondo tutti. In questo periodo sono quinta e quarta.
Poi arriva lo scontro diretto (senza Varejao e Noah) e lo si usa per mandarsi messaggi in chiave finale di Conference.
E il messaggio dei Cavs sembra forte e chiaro.
Però sembrano due ciclisti da maglia gialla che si marcano stretti mentre gli altri se ne vanno in fuga. Siamo a metà stagione, e non vorrei che avessero già cominciato a studiarsi le griglie dei playoffs per spartirsi i due lati del tabellone.
Nel frattempo, gli underdogs se la comandano:
Atlanta, a inizio stagione "interessante quanto i Lakers"(*), che domina con 810, un record molto Western, anzi il secondo in assoluto;
Washington, con un Wall ancora più solido;
e Toronto, anche se un po' in calo dopo un inizio strepitoso.
A Ovest è caciara, i Warriors avanti ma non in maniera decisiva. Comunque i complimenti a Kerr, che l'anno scorso stava al microfono, sono doverosi.
Memphis così in alto non era attesa, anche se ultimamemente ha pagato caro prezzo l'infortunio del mio amico Zach, tornato in campo solo da poco.
San Antonio in ritardo (7^). Mi sbilancio e dico che per quest'anno non ha speranze, ripetersi è roba per pochissimi.
OKC ha pagato gli infortuni e per ora è fuori dai PO, ma tornerà dentro, verosimilmente a spese di PHX.
(*) Teague, Korver, Millsap, Carroll, Horford.
Chi erano costoro?
Non lo so, ma mi sono concesso il brivido di votare Horford al ballot per l'All Star Game.