Leo Turrini
Voglio raccontarvi una storia ambientata in una domenica di inizio primavera.
Stavo, causa impegni televisivi on Sky, in uno studio milanese. Ma avevo la testa da un'altra parte. Infatti, ogni due per tre mi sporgevo verso il cameraman e lo imploravo di informarmi: ehi, ma cosa sta facendo Modena?!?
Il giovanotto lì per lì non capiva. Infatti prima mi ha detto che il Modena aveva pareggiato con lo Spezia, poi che il Sassuolo aveva perso con la Roma, eccetera.
Alla fine, aiutandomi a gesti in occasione degli spot pubblicitari, sono riuscito a trovare la sospirata conferma: eh sì, sotto rete avevamo eliminato Trento!
Ora, abbiate pazienza.
Accade, talvolta, di imbattersi, da lontano, in eventi che restituiscono l'orgoglio. L'orgoglio di appartenere, in senso pallavolistico, ad una terra, ad una tradizione, ad una cultura.
Naturalmente non ho la benchè minima competenza per azzardare previsioni sullo sviluppo di una cronaca che sta trasformandosi in una favola allegra.
Mi ha raccontato chi c'era che alla partita contro i trentini si respirava una atmosfera vagamente 'brasiliana'. E non per esclusivo merito di Bruninho.
Credo sia giusto esprimere a questo gruppo, partendo dalla Zarina Catia (della quale sono il moderno Rasputin, ehm ehm) e passando per la società intera e per Angelo Lorenzetti e per Sarto e per i giocatori, credo sia giusto, dicevo, esprimere un ringraziamento.
Ci state restituendo la felicità della memoria, ragazzi.
Mica è poco.
Ps. Agli amici di Macerata voglio sommessamente rammentare che forse sono più forti, per carità. Ma la Storia siamo noi. E non abbiamo più voglia di dimenticarcene.