E apriamolo un topico sul 6 nazioni va. Cosi ci riposiamo dagli sforzi del calciomercato.
Si ricomincia, come ogni anni da 20 anni. Quest'anno peraltro si festeggia il quinquennale dell'ultima vittoria dell'Italia nel torneo. Bella prospettiva. Sullo scudo tricolore ricamato sulle magliette dell'Italia, pero', anche se non si legge c'é scritto "Speranza". E' quello che ci muove, ogni anno, a metterci davanti alla TV oppure su un freddo seggiolino per sperare che i nostri virgulti possano strappare una vittoria.
Si comincia oggi pomeriggio con il Galles. Con un nuovo selezionatore, Franco Smith. Uno che conosce bene il rugby italiano per aver già allenato una franchigia qualche anno fa. Ci conosce bene.
Nell'anno post mondiale molte grandi squadre hanno sempre qualche problema di ricambio generazionale. Qualche sorpresa é sempre dietro l'angolo. Non per noi va detto. Ma non si sa mai.
Il Galles é una nazionale che respira rugby, per chi conosce il gioco e lo ama é sempre uno spettacolo vederli giocare. Sono capaci di tutto. Ma in vent'anni di 6 nazioni due volte siamo riusciti a sorprenderli. L'ultima volta, va detto, 13 anni fa. Una volta riuscimmo anche a strappare un pareggio in casa loro, nel meraviglioso Millenium di Cardiff, il non plus ultra degli stadi in mezzo alla città dove il concetto di tribune verticali prende tutto il suo spessore. Ci lasciai il cuore e un iPhone che candendomi dalla tasca in cima alla tribuna rischio di finire in campo tanto sono verticali.
Oggi é complicata. Non potrebbe essere altrimenti. Anche se Franco Smith ha messo una bella formazione spericolata, con la doppia apertura. Semplificando il mediano d'apertura é il regista della squadra, quello che deve inventare la giocata, che detta i tempi (assieme al mediano di mischia che é più un regista della prima linea). In genere una squadra ne schiera uno, che porta il numero 10. Oggi Smith ne mette due, Allan, che é il titolare da anni, e Carlo Canna, che dopo un paio d'anni bui sembra vivere un buon momento con le Zebre, che porterà la maglia numero 12, ossia quella del centro. Questo potrebbe portare a qualche difficoltà in difesa ma offrire anche soluzioni più interessanti, fosforo e fantasia (cit.), a una terza linea di buon livello dove spicca il redivivo Minozzi che due anni fa giocò un grande torneo e che lo scorso anno, malgrado la rottura del crociato, é stato acquistato dai Wasps dove gioca titolare e fa faville.
Come ogni anno attacchiamoci a qualche nota positiva, e questo a arriva dalle nostre franchigie che non sono più le sparring partners nel torneo celtico, anzi, spesso le danno a squadre più titolate, tanto che il Benetton, lo scorso anno, é riuscito anche a qualificarsi per i playoff. Prima volta nella storia del torneo. Quest'anno anche le zebre sembrano riuscire a ottenere qualche risultato positivo e qualche scalpo eccellente. Vincere aiuta a vincere. I nostri ragazzi sembrano non subire più la sorte della sconfitta ineluttabile. Altra nota positiva é il percorso della nostra Under 20 che da un paio di anni é entrata nel lotto delle prime 8 squadre mondiali e si comporta benissimo nel campionato del mondo.
Ieri ha vinto in Galles all'esordio nel 6 nazioni Under 20. Grande risultato che sembra sia arrivato anche grazie a un dominio in tutte le fasi del gioco. Lo scorso anno i ragazzi avevano preso 40 punti dal Galles in casa. Va detto che quest'anno ci saranno i mondiali di categoria in Italia. Quindi c'é molta attesa e molta preparazione dietro i ragazzi. L'inizio é stato meraviglioso. Vediamo il seguito.
Grande attesa c'é anche per le ragazze che lo scorso anno avevano creato la sorpresa nel 6 nazioni femminile inclinandosi soltanto alle inglesi e arrivando seconde con 3 vittorie contro Scozia, Irlanda e soprattutto Francia nell'ultimo emozionante scontro vinto a Padova
https://www.dailymotion.com/video/x74dh3cInsomma, qualche cosa di buon c'é.
Un pronostico per questo torneo, ragionevolmente non può che essere una serie di onorevoli sconfitte senza concedere bonus offensivi. Si spera in una vittoria contro la solita Scozia, che sembra in calo e dovrà fare a meno di alcuni suoi giocatori simboli come Laidlaw, che ha smesso con la nazionale, e Fin Russell che é stato messo da parte per ragioni disciplinari.
Ma l'importante, fedeli alla parola nascosta sotto allo scudo tricolore, é sperare sempre.
Ed é quello che gli amanti italiani di questo sport non hanno mai smesso di fare.
Ah, una postilla, contro l'Inghilterra a Roma il rugby italiano saluterà il più grande giocatore della nostra storia, Sergio Parisse. Un mito. L'unico giocatore azzurro che avrebbe tranquillamente giocato titolare nella Nuova Zelanda. Spero di esserci. L'ho visto giocare tantissime volta dal vivo. Non l'ho mai visto vincere una partita.