"Stanno distruggendo il calcio", questo ci piace dire. Senza capire che il calcio lo stiamo distruggendo noi.
Sono in Germania, per un weekend di grande, grandissimo calcio.
Oggi Amburgo, finalmente riesco ad entrare al Millerntor per un match del St. Pauli dopo un infinità di tempo che cerco un biglietto senza successo. Domani Gelsenkirchen per lo Schalke, e domenica torno a Roma per la mia Lazio.
Il Millerntor mi ha riappacificato con il calcio.
Metà classifica di seconda divisione tedesca, non si trova un biglietto a pagarlo oro.
Stadio per due terzi in piedi, come la parte bassa delle vecchissimo curve dell'Olimpico, prezzi comunque alti, un freddo che ti taglia le gambe, campionato altro che spezzatino... si gioca ogni giorno della settimana, squadra imbarazzante.
Eppure tifo incessante di tutto lo stadio, coreografie, striscioni, neanche un fischio o un cenno di disappunto, un clima da calcio anni settanta meraviglioso.
Nonostante la sconfitta in casa, pure meritata, lo stadio intero che canta "you'll never walk alone" a fine match. Mi sono quasi commosso.
Domani andrò a vedere lo Schalke, li so già cosa aspettarmi. Uno stadio perfetto, devi raccomandati alle alte sfere per un biglietto. Per un abbonamento, fare la fila per anni.
Ho visto numerose partite dello Schalke, un clima meraviglioso... Certo, diverso dal St. Pauli, qui si parla di una delle grandi di Germania e di uno degli stadi più belli del mondo. Ma un calcio che è un piacere vivere.
Evito, per decenza, il confronto con l'olimpico.
Certo, le norme assurde solo italiane (tdt, biglietti nominali, tornelli, limitazioni e amenità varie) che se le racconti ad un tedesco ti guarda come un marziano, hanno contribuito non poco.
Ma siamo sicuri di non essere tutti noi colpevoli dello schifo che sta avvenendo nel calcio italiano?
Confrontiamo i nostri stadi con gli stadi del resto d'Europa, e riflettiamoci su.
Che oggi mi è venuta voglia di emigrare in Germania solo per rivivere certe emozioni allo stadio...