Fu quella la prima volta in cui mi resi conto di quanto fossero pieni solo di loro stessi. Avevano già vinto, non c'erano ragioni.
In quel pomeriggio ero uscito a fare un giro, probabilmente a trovare un mio compagno di scuola a Nuovo Salario. Se non ricordo male, a piazza Filattiera, di fronte al capolinea del 38 barrato, qualcuno aveva dipinto un'enorme Coppa dei Campioni sull'asfalto. Ed un'altra, in pura stagnola, faceva bella mostra di sé, sospesa su via Conca d'Oro, altezza ufficio postale, a mo' di decorazione "natalizia", tra nastri gialli e rossi.
Questa qui l'hanno fatta spari' in fretta. Ma quella dipinta sull'asfalto è rimasta lì almeno tutta l'estate... e tutte le volte che ci passavo davanti non potevo non pensare, ridacchiando, a quanto fossero stati cojo...ehm...intempestivi.
Ricordo pure le facce dei miei vari compagni di scuola riommici, il 31 maggio... Un dialogo esemplificativo
Io (sfoggiando un sorrisetto compiaciuto
): "Ciao, Paole', bella partita ieri, no?"
il malcapitato (con un'espressione di vero dolore): "Senti, Ste', parlamo d'altro per favore..."
P.S. Poi, magari, la coppa di piazza Filattiera era in realtà uno scudetto preparato alla vigilia di rioma-Lecce dell'86... il tempo passato è tanto, ed i ricordi sbiadiscono. Però, pure se fosse così, poco cambierebbe, anzi: sarebbe dimostrato come non riescono nemmeno ad imparare dagli errori...