Le azzurre si giocano la qualificazione ai Mondiali di calcio. E la diretta tv?
scritto da Tiziana Pikler il 20 Novembre 2017
Gli addetti ai lavori lo avevano detto: se la nazionale di calcio di Gian Piero Ventura non si fosse qualificata per il Campionato del Mondo Russia 2018 sarebbe stata l’apocalisse. E “apocalisse” è stata. Dopo l’esclusione, la seconda della storia del calcio maschile italiano dopo quella del 1958, l’”apocalisse” sta continuando con scambi di accuse, rimpalli di responsabilità, richieste di rifondazione del calcio italiano. Insomma, si vorrebbe ripartire da una sorta di anno zero.
Se da una parte c’è chi si lecca le ferite, l’altra metà del sole continua a lavorare con passione e dedizione per raggiungere l’obiettivo fallito dagli uomini. Sì, perché una nazionale maggiore l’Italia può ancora averla in un Campionato del Mondo di calcio. È la nazionale femminile di Milena Bertolini in corsa per Francia 2019. Al momento le azzurre hanno ottenuto tre vittorie in altrettante partite, con 9 reti fatte e 0 subite, guidano la classifica del girone di qualificazione. Saranno qualificate le prime classificate dei sette gironi, mentre le quattro migliori seconde si sfideranno negli spareggi. La qualificazione ai mondiali femminili all’Italia manca dal 1999 quando le azzurre parteciparono al mondiale negli Stati Uniti e uscirono al primo turno.
La prossima sfida per le ragazze del ct Bertolini sarà contro il Portogallo, in trasferta, il prossimo 28 novembre. È proprio per vedere in televisione questa partita, e le seguenti, che Assist, l’Associazione Nazionale Atlete, che vanta tra le sue fondatrici e sostenitrici icone dello sport italiano come Carolina Morace, Manù Benelli, Josefa Idem, Patrizia Panico, Antonella Bellutti e Tania Di Mario, ha lanciato sul web la campagna #AzzurreSuRaiUno. L’hashtag sta spopolando in rete: un milione e mezzo di visualizzazioni e oltre 15mila condivisioni solo su Facebook e oltre 8.000 condivisioni su Twitter.
“Assist combatte per i diritti delle donne nello sport da ben 17 anni. E tra questi diritti c’è il dare allo sport femminile le stesse opportunità di visibilità delle discipline maschili. Per noi quindi è una vecchia storia, non una trovata dell’ultimo minuto. Sicuramente però in questi giorni c’era un sentimento diffuso e da cogliere nel desiderio dei tantissimi tifosi che amano sostenere i colori Azzurri e che hanno vissuto, come tutti noi, una grande delusione con l’uscita dai Mondiali dell’Italia maschile. La nostra campagna si è rivolta a loro, ma anche a chi in Italia pensa (ancora e ostinatamente) che il calcio sia solo uno sport “per uomini”, dichiara la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli.
In termini di audience l’ultima edizione della Coppa del Mondo di calcio femminile, negli Stati Uniti, ha registrato numeri da record: la finale tra USA e Giappone è stata vista, solo negli States, da una media di 23 milioni di telespettatori ed è l’incontro di calcio più seguito in assoluto (maschile o femminile) nella storia statunitense. Si conta che i Campionati del Mondo del 2015 siano stati visti, nel mondo, da 750 milioni di persone.
“#AzzurreSuRaiUno non è una campagna “contro” ma una campagna “per”. Il servizio pubblico, tra l’altro, detiene già i diritti di queste partite, quindi la nostra richiesta è semplice: date alla Nazionale femminile la visibilità che le spetta, utilizzando le tre reti più viste (RaiUno, RaiDue e RaiTre) al di là dell’ottimo lavoro che fanno ogni giorno i giornalisti di RaiSport. Chiederemo un incontro alla presidente Maggioni perché ci consenta questo piccolo grande passo. Noi di Assist (volontari e volontarie) crediamo che questo risultato si possa raggiungere e la quantità straordinaria di condivisioni e di reazioni positive all’iniziativa ci sta confortando molto. In questa settimana chiederemo a grandi campioni e a grandi campionesse di sostenerci e di sostenere questa richiesta. Perché, tra l’altro, è del tutto evidente che a trarne vantaggio non sarebbe solo una delle discipline sportive maggiormente tartassata da stereotipi e dicerie, ma tutto lo sport italiano. Perché le donne non solo vincono, ma soprattutto offrono modelli umani straordinari, dove i valori dello sport sono la vera chiave che crea ascolto, passione e interesse.”, continua la Rizzitelli.
Una nuova battaglia, quindi, dopo quella vinta pochi giorni fa con l’istituzione, con la prossima Legge di Bilancio, del Fondo nazionale per la tutela della maternità delle atlete, che avrà una dotazione di 2 milioni di euro per il 2018.