per la difesa della Juve me sa tanto fumo e niente arrosto con ste carte Covisoc...
Il lungo tira e molla tra la Federcalcio ed i legali della ex dirigenza della Juventus è giunto alla fine. In mattinata, infatti, sarebbe arrivata ai legali di Cherubini e Paratici la seconda carta della Covisoc, quella relativa alla richiesta di chiarimenti alla procura federale. Il documento sarebbe alla base della nota di Chinè, parte cruciale della richiesta di cancellazione della penalizzazione di 15 punti. Ora che questa carta, parte dei 9 punti alla base del ricorso al Collegio di Garanzia, è a disposizione dei legali, sarà possibile cercare un possibile vizio di procedura.
Non ci sono reazioni ufficiali ma il fatto che in nessuno dei documenti acquisiti si citi mai direttamente la società torinese potrebbe complicare non poco il lavoro della difesa. Senza la cosiddetta “notitia criminis”, invalidare la sentenza della Corte d’Appello dello scorso 20 gennaio e la conseguente penalizzazione in classifica potrebbe rivelarsi un’impresa ardua. La situazione, quindi, potrebbe ingarbugliarsi ancora di più, per la “gioia” dei tifosi della Vecchia Signora, che magari avrebbero preferito occuparsi della trasferta di Giovedì a Friburgo in Europa League.
A quanto riportato da vari organi di stampa, nella comunicazione del 31 Marzo scorso, la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche aveva richiesto alla procura federale un intervento istituzionale su alcune operazioni sospette, senza però mai citare reati specifici. Dal documento si legge come il presidente Paolo Boccardelli avrebbe “individuato situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc”. Nel mirino, specificamente, le “operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli) in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione”. Il sospetto insomma è che i “prezzi di compravendita” sarebbero stati determinati in modo non trasparente.
La risposta della procura arrivò 14 giorni dopo, citando specificamente le “plusvalenze fittizie”, i casi Chievo-Cesena e gli scambi tra Perugia ed Atalanta. Cosa c’entra la Juve? Niente, a dire il vero, il che ha creato attriti tra vari organismi ufficiali. Il Tar del Lazio ha infatti obbligato la federazione a metterla a disposizione delle difese ma nel merito del processo il documento sarebbe “irrilevante”, visto che non cita il club bianconero. Anche in questo caso, però, la difesa avrebbe rilevato alcune irregolarità nel contenuto di questo scambio di e-mail, tali da contestare non solo la forma ma anche la sostanza. Non è dato, però, sapere quali siano le altre strade sulle quali punterebbe il team di avvocati della società torinese.