Se da un punto di vista esclusivamente sportivo Inter-Napoli è stata una gara regolare ed avvincente, nella quale la condotta arbitrale è risultata impeccabile, lo stesso non può dirsi per gli eventi non sportivi che l’hanno accompagnata, e per i quali è doveroso tenerli separati da quelli calcistici stessi.
Purtroppo, chiacchiere e vergognose strumentalizzazioni faziose a parte, sul campo rimane un morto, i cui responsabili ancora devono essere individuati, e si spera vengano acclarati nel più breve tempo possibile….se c'è stato un omicidio ci saranno anche degli assassini.
In Italia qualcosa in meglio si muove rispetto al passato, sia a livello di Federcalcio che di Governo, grazie alle dichiarazioni del Presidente della Federcalcio e del Ministro dell'interno, caratterizzate da buonsenso, equilibrio e finalizzate alla concretezza.
Il Ministro dell'interno ha giustamente dichiarato che nell’ottica di una strategia doverosa di lotta alle problematiche di ordine pubblico e criminalità, non devono essere i tifosi sani a pagare un prezzo, in termini di libertà e fruibilità di accesso allo spettacolo calcistico, mediante l’adozione di comprovate e fallimentari strategie basate sui divieti generalizzati.
Nel contempo il presidente della Federcalcio ha ribadito che fermare il campionato oltre che essere una misura inutile ed ingiustificata, significherebbe anche darla vinta ai facinorosi, e quindi una resa dello Stato, che invece ha il dovere di garantire che i cittadini possano regolarmente fruire degli stadi, in casa e fuori.
Misure esagerate e inconsistenti, quali lo stop del campionato, servono solo a buttare fumo, ma soprattutto evitano che le problematiche vengano analizzate seriamente, adottando misure davvero concrete e risolutive.
Nel 2019 ci sono tutti gli strumenti tecnologici per individuare chi, all’interno di un impianto sportivo, si renda responsabile di comportamenti illeciti, ma soprattutto la misura fondamentale per prevenire e reprimere certi fenomeni criminosi è la certezza della pena, in mancanza della quale a pagarne le spese sarà sempre e solamente la maggioranza sana della tifoseria e della cittadinanza.