Conferenza-stampa del direttore FBI sullo scandalo FIFA: "Le indagini sono appena iniziate". Il Procuratore Generale USA fa sapere: "Blatter non è sotto accusa".
La FIFA è finita in queste ore nella bufera per una vicenda di corruzione, con l'arresto di alcuni esponenti di spicco della massima organizzazione calcistica mondiale. Il Procuratore Generale statunitense Loretta Lynch ha parlato in conferenza-stampa di "un sistema corrotto generalizzato", puntando l'indice contro un giro di tangenti "che interessano gli ultimi 20 anni del calcio".
Lo scandalo, insomma, parte da lontano: "Tutto è iniziato nel 1991, sono coinvolte due generazioni di dirigenti calcistici, compresi i direttori e i presidenti di confederazioni come la Concacaf e la Conmebol, che hanno abusato delle loro posizioni per 20 anni per intascare milioni di dollari in tangenti".
"Vogliamo che il mondo del pallone resti libero - ha aggiunto la Lynch - L'indagine sui membri della FIFA si è resa necessaria per evitare frodi a livello internazionale. Il presidente della Concacaf ha incassato circa 10 milioni di dollari illegalmente, in molti casi attraverso incontri qui negli Usa".
Qualcosa, però, si muove e l'inchiesta sta già producendo risultati importanti: "Due arrestati si sono già dichiarati colpevoli. Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale. Hanno corrotto il sistema per arricchire sè stessi".
Per ora le indagini vanno soltanto a lambire il presidente Blatter: "Al momento non è sotto accusa ma la FIFA deve indagare al proprio interno per capire cos'è successo. Abbiamo ringraziato le autorità svizzere per la collaborazione, il passo successivo sarà che le persone accusate arrivino negli USA per difendersi e presentare le proprie posizioni in tribunale".
Discorso diverso per il vicepresidente FIFA Jack Warner che, secondo il Procuratore generale, "ricevette dal governo sudafricano una tangente di 10 milioni di dollari per ospitare i mondiali del 2010".
Al fianco della Lynch è intervenuto anche il direttore FBI James Comey: "Come affermato nell'indagine, i sospettati hanno incoraggiato una cultura di corruzione e avidità che ha creato un campo di gioco iniquo nello sport più grande del mondo. Pagamenti segreti e illeciti, tangenti e mazzette sono diventate il modo di fare affari nella FIFA".
Poi l'affondo: "Quando i leader di un'organizzazione arrivano a ingannare gli stessi membri che dicono di rappresentare, allora devono rispondere delle loro azioni". Secondo Comey l'importanza dell'inchiesta sta in un aspetto: "Questo caso non si basa sul calcio, ma sull'equità e sul rispetto delle leggi. Tifosi, giocatori e sponsor che amano questo sport non dovrebbero preoccuparsi di funzionari che corrompono il loro sport".
Il capo dell'FBI lancia quindi un avvertimento: "Le indagini sono appena iniziate, proseguiremo l'azione per estirpare la corruzione generalizzata dal calcio internazionale. Nessuno è al di sopra della legge". Secondo il capo della sezione criminale dell'Irs, l'Agenzia del fisco americana, Richard Weber, "questa è davvero la coppa del mondo della corruzione. Oggi è stato mostrato il cartellino rosso alla FIFA".
L'operazione in questione è scattata all'alba in quel di Zurigo, portando all'arresto di 7 dirigenti che verranno estradati negli Stati Uniti. Trattasi di Jeffrey Webb (Gran Bretagna, vicepresidente FIFA e numero uno della Concacaf), Eduardo Li, Julio Rocha (responsabile dello sviluppo della FIFA), Costas Takkas (Ufficio di presidenza della Concacaf), Eugenio Figueredo (vicepresidente FIFA ed ex presidente della Conmebol), Rafael Esquivel (presidente della Federcalcio venezuelana) e Josè Maria Marin (fino ad un mese fa a capo della Federazione brasiliana).
Tutto questo a due giorni dalle elezioni presidenziali che vedranno fronteggiarsi Blatter, in corsa per il quinto mandato, e lo sfidante Ali bin Al Hussein, principe giordano.