Nasce in una birreria il Torino dei ribelli Fu fondato in un locale di piazza Solferino da ventitrè amici appassionati, guidati dall’imprenditore Alfredo Dick ex presidente transfuga dalla Juventus. L’anno dopo la nuova squadra vincerà tutti e due i derby all’ombra della Mole
Giuseppe Culicchia
E’ il 1906, l’anno del Premio Nobel per la Letteratura a Giosuè Carducci. Il 10 febbraio il varo dell’HMS Dreadnought dà inizio alla rivalità navale tra Regno Unito e Germania. Il 10 marzo a Courrières in Francia un’esplosione in una miniera di carbone fa oltre mille vittime. Il 2 aprile, Dorando Pietri vince la maratona di qualificazione per i Giochi Olimpici. Il 18 dello stesso mese, un terremoto di magnitudo 8,3 distrugge San Francisco uccidendo circa 3.000 persone e lasciando prive di un tetto altre 300.000. Il 6 maggio in Sicilia si corre la prima edizione della Targa Florio. Il 7 giugno viene varato il transatlantico Lusitania, destinato a essere affondato da un sottomarino tedesco nove anni più tardi. Il 12 luglio in Francia viene riconosciuta l’innocenza di Alfred Dreyfus. L’11 settembre il Mahatma Gandhi conia il termine Satyagraha per definire il movimento non violento in Sud Africa. Il 1° ottobre, mentre in Italia nasce la Confederazione Generale Italiana del Lavoro, la Finlandia diventa il primo Paese al mondo in cui le donne possono non solo votare ma anche candidarsi. Il 2 novembre nasce a Milano Luchino Visconti.
Il 3 dicembre invece, a Torino, nella Birreria Voigt – oggi Caffè Norman in via Pietro Micca – viene fondato il Torino Football Club, destinato nel giro di pochi decenni a diventare il Grande Torino. Ma lì per lì la nascita della società oggi presieduta da Urbano Cairo non fa notizia. «A che punto è la crisi dell’amministrazione comunale di Roma»: così titola quel giorno in seconda pagina La Stampa. Tema sempre attuale, verrebbe da dire. In prima invece campeggia «Il programma delle ferrovie di Stato», in cui il Commendator Bianchi afferma: «Certamente, in questo primo anno di funzionamento, l’esercizio ferroviario di Stato non può aver soddisfatto tutte le esigenze dei trasporti richiesti dal pubblico».
Foot-ball
E il calcio? Sta in terza pagina, e si chiama all’inglese Football: «Genovesi contro milanesi. Ci telefonano da Genova, 2, ore 23.30: Sulla pelouse di Ponte Carrega si svolse il match di foot-ball tra milanesi e genovesi. Vinse L’Unione Sportiva Milanese con sei goals contro uno del Genoa Crichet. Terreno pesante. Forte vento». Un resoconto piuttosto stringato, rispetto al qui e ora. In cronaca, da segnalare un tentativo di suicidio in una camera di via Bertola – un’operaia in tappezzeria, per dispiaceri d’amore – e dei colpi di fucile sparati nel corso di una rissa tra ubriachi in via Po, a testimonianza del fatto che la movida torinese era già assai movimentata allora. Stato Civile: «nascite 31, cioè maschi 16, femmine 15». A pagina cinque ecco la pubblicità della Lotteria Nazionale, primo premio un milione di Lire, con estrazione il 24 gennaio 1907. Della nascita del Toro, nessuna menzione. Neppure nei giorni successivi.
Gli inglesi
Eppure, la notizia non è banale. Intanto, va detto che in realtà il club granata ha radici ancora più antiche. È il novembre del 1887 quando un gruppo di inglesi residenti a Torino, e impiegati presso la filiale locale di una ditta di Nottingham – la Thomas Adams – decidono di fondare una società sportiva per praticare il canottaggio d’estate e il calcio d’inverno. Prima denominazione, Football & Cricket Club. Nel 1890 gli inglesi si uniscono a un’altra compagine sportiva fondata da nobili torinesi, tra cui il Duca degli Abruzzi e il conte Nasi, e danno vita di fatto alla prima squadra di calcio italiana, la Football Club Internazionale, che nel 1900 viene ribattezzata Football Club Torinese. Ed è questa la società a cui si unisce Alfredo Dick – appena fuoriuscito dalla Juventus, di cui era presidente – per dare vita al Foot Ball Club Torino. Dick, carattere focoso malgrado i natali svizzeri, è un imprenditore del ramo pelli e calzature. È grazie alle sue doti manageriali e organizzative se dal 1905 la compagine bianconera non gioca più sul terreno di piazza d’Armi ma su un vero campo di calcio, quello del Velodromo Umberto I. Ed è sotto la sue presidenza che la società oggi presieduta da Andrea Agnelli vince il primo scudetto.
Piazza Solferino
Tuttavia, l’anno seguente Dick viene estromesso dalla dirigenza bianconera che vuole puntare verso il professionismo. E lui, seguito da un manipolo di dissidenti, decide allora di unirsi ai fondatori del Football Club Torinese per creare il Torino. La riunione in cui viene proclamata la nascita della nuova società si tiene al piano ammezzato della birreria che dà su piazza Solferino. La serata, malgrado il clima rigido dell’inverno torinese, è caldissima. I soci presenti alla cerimonia sono ventitré: oltre a Dick, si tratta dei signori Secondi, Bollinger, De Fernex, Veretto, Debernardi, Rodgers, Ferrari-Orsi, Roth. Pletscher, C. Dick, Kaempfer, Mazzia, Boerner, Muettzel, Depeheuer, Jaquet, Streule, Bart, Quint, Michel, Faelmdrich e Boulaz. Due di loro, e per la precisione Rodgers e Michels, sono i primi goleador del Toro vittorioso dieci giorni più tardi per 3-1 in amichevole a Vercelli (con un’autorete dei padroni di casa).
La prima partita
Il 13 gennaio 1907 invece viene disputata la prima partita ufficiale, che coincide con il primo derby: e nel gelo del Velodromo il Toro prevale per 2-1 con rete di Ferrari-Orsi e Kaempfer. Il quale, nel derby di ritorno disputato il 3 febbraio 1907, sigilla il 4-0 con cui s’impone la squadra granata segnando ben quattro reti, record tutt’ora imbattuto, malgrado le gesta dei campioni che verranno, da Valentino Mazzola a Paolino Pulici.
Sta di fatto che vent’anni dopo la fondazione del club, il nuovo presidente conte Marone Cinzano farà due acquisti straordinari: Adolfo Baloncieri e Julio Libonatti, oriundo arrivato in Italia dall’Argentina. E sarà proprio Libonatti - che con Baloncieri e Rossetti compone il Trio delle Meraviglie - a totalizzare in campionato con la maglia granata ben 154 reti, primato destinato a restare imbattuto fino a oggi e, temo, per un pezzo. Ad ogni modo: proprio a vent’anni dalla sua fondazione, in quel 1926 il Toro inaugura il Campo Filadelfia, oggi in via di ricostruzione. Su quel rettangolo di gioco il Toro vince le partite decisive per aggiudicarsi nel 1927 e nel 1928 i suoi primi due scudetti, anche se il primo viene revocato per un’oscura «combine» che vede coinvolti un dirigente della squadra granata e un terzino bianconero, tale Allemandi (che tuttavia risulta tra i migliori in campo durante il derby vinto dal Torino per 2-1). Sta di fatto che sarà quello l’impianto poi destinato a vedere negli anni Quaranta le gesta immortali del Grande Torino, ovvero di una squadra di calcio destinata a entrare nel mito.
http://www.lastampa.it/2016/07/07/cultura/nasce-in-una-birreria-il-torino-dei-ribelli-qIXEQelBcIZ9JxvW3MP8dJ/pagina.html