L'Italia post apocalisse

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #60 il: 15 Nov 2017, 09:07 »
La presenza in tutte le trasmissioni rai,  sportive e non,  di marco tardelli negli ultimi due giorni potrebbe offrire qualche indicazione sulla successione
Tardelli era presente anche appena finita la partita. Chiedeva a gran voce le dimissioni di Ventura, con duro attacco; ed allo stesso tempo scagionava i giocatori.
Anch'io ho avuto strane sensazioni..

Offline NEMICOn.1

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #61 il: 15 Nov 2017, 09:37 »
@Gentleman

Tra i responsabili , io metterei anche la stampa e le varie trasmissioni sportive con i loro conduttori e opinionisti che non hanno fatto che sopravvalutare questa squadra , nonostante debacle simili c'erano già state con altri CT e sempre con questo gruppo di giocatori , eppure era impossibile non qualificarsi per il Mondiale.
Il 4-2-4 in Spagna è anche figlio loro , ricordiamoci come l'hanno presentata quella partita dove dovevamo andare a vincere a imporre il nostro gioco e i vari paragoni dei nostri giocatori con i loro .
Cominciamo a chiedere le dimissioni anche di questa gente e ricordiamoci che 5 mesi fa , dicevano e scrivevano che avevano la nazionale Under 21 piu forte di tutti i tempi e poi si è visto la figura che hanno fatto , per non parlare del fatto che di vittorie a livello giovanile dalla Under 20 fino al Under 15 non c'è ombra  .
Il calcio italiano va riformato anche da questi che non fanno la giusta informazione anzi .

Offline tommasino

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #62 il: 15 Nov 2017, 09:58 »
Cose da fare:
1) Investire sulle scuole calcio; non è possibile che un istruttore di scuola calcio per insegnare ai bambini prende, quando va bene, un misero rimborso spese da € 200. Un istruttutore di scuole calcio, che deve essere preparato, formato ed aggiornato, deve riuscire a farlo come lavoro principale; ed inoltre ogni scuola calcio, dalla più piccola a quella delle grandi squadre, deve essere dotata di campo in sintetico di ultima generazione;
2) Divieto assoluto per i calciatori fino ai 21 anni di affidarsi a qualsivoglia tipo di procuratore; non deve più esistere che un ragazzo va avanti perchè ha gli appoggi giusti;
3) Blindatura dei giocatori fino ai 21 anni presso le società che li hanno formati e/o lanciati; non deve esistere, ad esempio un bernardeschi che va a fare panchina alla juve, bernardeschi continua a giocare ed a crescere nella florentia;
4) riduzione delle squadre della serie A da 20 a 18;
5) istituzione del supervisore unico per tutte le nazionali della FIGC, in nazionale, dalla under 15 alla maggiore, si utilizza un modulo, ci si comporta allo stesso modo;
6) affidamento dell'incarico di CT ad una persona che ha dimostrato molta competenza e gran carattere durante la propria carriera, senza utilizzare come parametro principale l'ingaggio;
7) nuova organizzazione dei vertici della FIGC.

E la cosa tragicomica sapete qual'è?
E' che se il palo di darmian fosse entrato saremmo tutti contenti ed andrebbe tutto bene!!
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #63 il: 15 Nov 2017, 11:37 »
@Gentleman

Tra i responsabili , io metterei anche la stampa e le varie trasmissioni sportive con i loro conduttori e opinionisti che non hanno fatto che sopravvalutare questa squadra , nonostante debacle simili c'erano già state con altri CT e sempre con questo gruppo di giocatori , eppure era impossibile non qualificarsi per il Mondiale.
Il 4-2-4 in Spagna è anche figlio loro , ricordiamoci come l'hanno presentata quella partita dove dovevamo andare a vincere a imporre il nostro gioco e i vari paragoni dei nostri giocatori con i loro .
Cominciamo a chiedere le dimissioni anche di questa gente e ricordiamoci che 5 mesi fa , dicevano e scrivevano che avevano la nazionale Under 21 piu forte di tutti i tempi e poi si è visto la figura che hanno fatto , per non parlare del fatto che di vittorie a livello giovanile dalla Under 20 fino al Under 15 non c'è ombra  .
Il calcio italiano va riformato anche da questi che non fanno la giusta informazione anzi .

Dai, che ieri abbiamo spazzato via la Russia Under 21 in amichevole con un gol al 94° di Orsolini

http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcio/super-orsolini-l-under-21-spazza-via-la-russia_1182426-201702a.shtml

Offline mdfn

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #64 il: 15 Nov 2017, 12:12 »
La parola apocalisse è fuori luogo. Il calcio è un gioco, bisogna saper perdere. Che male c'è se una volta ogni sessant'anni non partecipiamo al Mondiale?
Anzi, forse ci fa pure bene.

Mi hanno sempre fatto ridere gli inglesi, che questo gioco l'hanno inventato e che molto prima di noi hanno vissuto la delusione di scoprirsi meno bravi di altri. Abbiamo una nazionale meno forte di quella svedese, e allora? L'Inghilterra agli Europei è stata eliminata dall'Islanda. Qualche anno fa non ci avremmo creduto, ma oggi tutti sono organizzati e hanno giocatori decenti. Il pallone è diventato globale.

Per me non mancano l'organizzazione o la programmazione, mancano i giocatori di qualità.
Serve talento, serve passione. Non abbiamo più giocatori che stoppano bene la palla, che tirano da fuori, che sanno dribblare o fare un cross. Cioè, lo sanno fare ma solo se è previsto dal programma. Se devono risolvere da soli una situazione di difficoltà non sanno che fare.
Non mancano le scuole calcio o le strutture, manca che i bambini giochino per strada (o in cortile, o al parco, all'oratorio, in spiaggia).
Perché dovremmo essere più bravi degli altri se facciamo le stesse cose?

Anzi, per me i giovani di oggi hanno vite troppo organizzate. Quindi basta scuole calcio, facciamoli tornare a giocare negli spazi angusti, o comunque in ambienti non codificati, è lì che s'impara a trovare nuove soluzioni, e chi non ha figli non rompa le scatole se quelli degli altri disturbano o fanno rumore.
Mettiamoli di fronte alla noia, alla scelta.
(Sto dando per buono che i bambini di oggi giocherebbero a pallone sotto casa, se potessero scegliere, ma non ne sono così sicuro.)

Offline SSL

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Offline SSL

Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #65 il: 15 Nov 2017, 12:25 »
Io anche non vedo alcuna apocalisse.
L'Italia ha giocatori di buon livello ma nulla di più (per altro sopravvalutati).
A questo si è aggiunta una direzione tecnica quanto meno sciagurata e la frittata è fatta.
L'impegno è stato sottovalutato. Poi una volta sotto 1-0 è scattato il panico.
Nessuna capacità di reagire e prendere in mano la situazione.
Svezia ordinata, che aveva studiato bene. Non davano nemmeno l'aria di compiere l'impresa.

Adesso si riparte con gli stessi, anticipando il cambio generazionale di un anno.

Offline paolo71

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #66 il: 15 Nov 2017, 13:50 »
La parola apocalisse è fuori luogo. Il calcio è un gioco, bisogna saper perdere. Che male c'è se una volta ogni sessant'anni non partecipiamo al Mondiale?
Anzi, forse ci fa pure bene.

Mi hanno sempre fatto ridere gli inglesi, che questo gioco l'hanno inventato e che molto prima di noi hanno vissuto la delusione di scoprirsi meno bravi di altri. Abbiamo una nazionale meno forte di quella svedese, e allora? L'Inghilterra agli Europei è stata eliminata dall'Islanda. Qualche anno fa non ci avremmo creduto, ma oggi tutti sono organizzati e hanno giocatori decenti. Il pallone è diventato globale.

Per me non mancano l'organizzazione o la programmazione, mancano i giocatori di qualità.
Serve talento, serve passione. Non abbiamo più giocatori che stoppano bene la palla, che tirano da fuori, che sanno dribblare o fare un cross. Cioè, lo sanno fare ma solo se è previsto dal programma. Se devono risolvere da soli una situazione di difficoltà non sanno che fare.
Non mancano le scuole calcio o le strutture, manca che i bambini giochino per strada (o in cortile, o al parco, all'oratorio, in spiaggia).
Perché dovremmo essere più bravi degli altri se facciamo le stesse cose?

Anzi, per me i giovani di oggi hanno vite troppo organizzate. Quindi basta scuole calcio, facciamoli tornare a giocare negli spazi angusti, o comunque in ambienti non codificati, è lì che s'impara a trovare nuove soluzioni, e chi non ha figli non rompa le scatole se quelli degli altri disturbano o fanno rumore.
Mettiamoli di fronte alla noia, alla scelta.
(Sto dando per buono che i bambini di oggi giocherebbero a pallone sotto casa, se potessero scegliere, ma non ne sono così sicuro.)

bellisimo post.
Molto lucido, infatti non c'è nè traccia sui media.
Anch'io credo che aldilà delle incapacità tattico7tecniche scaturite nel doppio confronto con gli svedesi, pare che siamo arrivati a 0 punti nel girone di qualificazione.
In Italia siamo sempre pronti a buttare l'acqua sporca assieme al bambino invece che analizzare a mente fredda una sconfitta, che nella vita come nello sport deve essere prevista.
I responsabili hanno un nome e cognome, Tavecchio e Ventura, in un paese normale oggi si erano già dimessi, da ieri pare che in Italia non si sappia più giocare a calcio invece.

Offline Pomata

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #67 il: 15 Nov 2017, 15:58 »
Cose da fare:
1) Investire sulle scuole calcio; non è possibile che un istruttore di scuola calcio per insegnare ai bambini prende, quando va bene, un misero rimborso spese da € 200. Un istruttutore di scuole calcio, che deve essere preparato, formato ed aggiornato, deve riuscire a farlo come lavoro principale; ed inoltre ogni scuola calcio, dalla più piccola a quella delle grandi squadre, deve essere dotata di campo in sintetico di ultima generazione;
2) Divieto assoluto per i calciatori fino ai 21 anni di affidarsi a qualsivoglia tipo di procuratore; non deve più esistere che un ragazzo va avanti perchè ha gli appoggi giusti;
3) Blindatura dei giocatori fino ai 21 anni presso le società che li hanno formati e/o lanciati; non deve esistere, ad esempio un bernardeschi che va a fare panchina alla juve, bernardeschi continua a giocare ed a crescere nella florentia;
4) riduzione delle squadre della serie A da 20 a 18;
5) istituzione del supervisore unico per tutte le nazionali della FIGC, in nazionale, dalla under 15 alla maggiore, si utilizza un modulo, ci si comporta allo stesso modo;
6) affidamento dell'incarico di CT ad una persona che ha dimostrato molta competenza e gran carattere durante la propria carriera, senza utilizzare come parametro principale l'ingaggio;
7) nuova organizzazione dei vertici della FIGC.

E la cosa tragicomica sapete qual'è?
E' che se il palo di darmian fosse entrato saremmo tutti contenti ed andrebbe tutto bene!!

d'accordo con tutti i punti (tranne che con la serie A a 18 ma questo perche' voglio vedere la Lazio giocare 100 partite l'anno).

Specialmente il primo punto. Bisogna partire dalla base, da chi il calcio lo sappia insegnare.

Offline Sonni Boi

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #68 il: 15 Nov 2017, 16:46 »
Buon riassunto di quanto si legge in questi giorni:
http://www.ultimouomo.com/le-peggiori-analisi-della-sconfitta-dellitalia/

Sui troppi stranieri in Italia:
http://www.ilpost.it/2017/11/15/stranieri-campionato-italiano/

Che poi è un discorso che ricorda molto quello che viene fatto, in maniera ugualmente miope, anche nel basket.

Offline gesulio

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #69 il: 15 Nov 2017, 17:37 »
Cose da fare:
1) Investire sulle scuole calcio; non è possibile che un istruttore di scuola calcio per insegnare ai bambini prende, quando va bene, un misero rimborso spese da € 200. Un istruttutore di scuole calcio, che deve essere preparato, formato ed aggiornato, deve riuscire a farlo come lavoro principale; ed inoltre ogni scuola calcio, dalla più piccola a quella delle grandi squadre, deve essere dotata di campo in sintetico di ultima generazione;


la questione scuole calcio è fuorviante, dato che dalle scuole calcio esci a 12 anni.
il problema magari sono i settori giovanili, quelli che culminano nelle primavere (per i club pro) o nelle juniores (per i club dilettanteschi).

e non vedo nemmeno come il "calcio di strada" possa dare nuova linfa secondo la logica del movimento non codificato e la ricerca di nuove soluzioni di tecnica individuale: è tutto molto bello e poetico, ma non sei davvero nessuno quando, daje e daje, ti sei imparato a far passare la palla in mezzo alle recchie ai soliti pischelli tuoi amici del campetto di strada.

è quando affronti i più forti che impari: principalmente a capire se sei davvero di un altro pianeta o il tuo universo è quello dell'asfalto sotto casa e delle porte fatte coi giacchetti della tuta.

che lo si voglia o no, i più forti non stanno sotto casa tua, ma nei campi delle scuole calcio e dei settori giovanili.

sempre parlando di scuole calcio, il movimento calcistico spagnolo, che trova nel real, nel barcellona e nell'atletico i principali serbatoi per le nazionali, ha una solida piattaforma proprio nell'insegnamento fin dalle giovani età. 

le tre realtà più titolate della penisola iberica sono una vera e propria punta di un iceberg: si caratterizzano come tali per la grande ricchezza a disposizione, ovviamente, ma sotto di loro c'è un movimento organizzato e capillare che proviene da lontano e che affonda le radici già nelle scuole dell'obbligo, dove il futsal (il calcio a 5) è praticamente quasi una materia.

non è un caso che la Spagna, prima di diventare una potenza assoluta nel calcio, sono già una ventina d'anni che domina la scena del calcio a 5 a livello planetario (stiamo parlando di una cosa come 2 titoli mondiali, tre secondi posti, 6 titoli europei e un secondo posto a partire dal 1996).

la federazione Spagnola tra l'altro, come sappiamo prevede le squadre B disseminate tra le varie categorie inferiori, e se è vero che non possono salire in Liga, è altresì vero che possono retrocedere, per cui i campionati che disputano sono altamente competitivi e formativi, molto più delle nostre competizioni primavera, dove ci sono sei o sette squadre di un altro pianeta e le altre abbastanza scarse, per cui il giovane che milita in una delle prime, gioca campionati in cui 3/4 delle partite vengono vinte tanto a poco contro avversari non allenanti (non è un caso che in Italia cominciano a scarseggiare forte i difensori, se è vero che la nostra retroguardia vista all'opera durante gli spareggi è composta da ultra trentenni e che non si vede alle loro spalle chi possa ricambiarli degnamente... del resto il difensore X della squadra Y che ha vinto il suo girone ed è andato alle final eight con la pippa in bocca, ma quanto può aver imparato giocando quasi tutto l'anno contro avversari che a malapena riescono a superare il centrocampo?).

stesso discorso per il calcio tedesco, in cui l'esperimento delle squadre B alimenta quel serbatoio tecnico alla base di un movimento letteralmente rinato.

in Francia, dove non esiste la logica delle squadre B, ci sono invece i centri federali che fanno capo a Clairefontaine (una sorta di Coverciano transalpina) e che formano i giovani più promettenti in età da settore giovanile (13/19 anni). qui in italia, il centro federale della figc dell'acqua acetosa è stato abolito da qualche anno e non aveva mai davvero ingranato.

in Italia tutto questo è pura utopia: in un ambiente dove le serie minori servono unicamente come lavatrici di soldi di dubbia provenienza, e dove non c'è alcuna mutualità tra i club di serie A e gli altri, in un panorama dove la sperequazione tra le risorse a disposizione del giro di squadre abitualmente nel massimo campionato e tutte le altre è clamoroso, dove retrocedere in serie B diventa un vero e proprio dramma, non solo sportivo ma anche economico, tanto che difficilmente una retrocessa si riprende il posto nel breve volgere di una stagione, anzi, abbiamo molti più casi di squadre che falliscono o che annaspano eternamente tra B e C, anche tra quelle residenti in medie/grandi città (Bari, Lecce, Brescia, Perugia, Pescara, Foggia, Parma, Verona, Venezia ecc. ecc.), in un mondo del genere, è ovvio che il primo obiettivo è non perdere e quindi calcisticamente la priorità diventa la tattica e non più la tecnica.

ci lamentiamo perché i nostri giocatori sembrano tecnicamente più scarsi di quelli spagnoli, tedeschi e francesi: non è solo una sensazione, è la realtà.

nelle scuole calcio (ed io ho fatto l'istruttore un paio di anni in una di quelle abbastanza titolate qui a Roma) la priorità già negli esordienti seconda fascia (11 anni) è la tattica: diverse volte mi è capitato di essere convocato assieme agli altri istruttori di secondi e terzi gruppi per riunioni di "aggiornamento tecnico" dove il direttore della scuola calcio ci intratteneva con lezioni sulle tattiche migliori per non andare a fare figure di m. sugli altri campi.

figuriamoci cosa avviene quando i giovani calciatori entrano nei settori giovanili, dove la cultura del non perdere è quella che viene ereditata dal 90% delle prime squadre di riferimento.

ci lamentiamo di Ventura che ha messo a cazzo i giocatori durante lo spareggio; chiediamo un allenatore con i contro c..., quando invece vediamo i titolati ct di spagna, germania o francia essere semplicemente dei discreti allenatori di club (aragones, del bosque, loew, deschamps).
è chiaro che per una squadra tecnicamente inferiore ci voglia l'allenatore top, e infatti conte non a caso lo è.

ma anche ingaggiando l'ancelotti della situazione, la questione non cambierebbe: qui il problema è alla base e non si vede alcuna soluzione strutturale in campo, se non quella relativa al solito valzer di teste che cadono e incarichi che vengono assegnati.

Offline adiutrix

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #70 il: 15 Nov 2017, 18:24 »
la prima cosa da fare nell'immediato è di portare le squadre della serie A da 20 a 19 e cioè retrocedere subito la roma in Lega Pro e subito dopo abolire la stessa Lega Pro.
Per me sarebbe un bella base di inizio.  :D

poi facessero come gli pare.

Offline tommasino

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #71 il: 15 Nov 2017, 19:20 »
la questione scuole calcio è fuorviante, dato che dalle scuole calcio esci a 12 anni.
il problema magari sono i settori giovanili, quelli che culminano nelle primavere (per i club pro) o nelle juniores (per i club dilettanteschi).

Sono da 8 anni istruttore di scuola calcio e, almeno nella mia realtà, le possibilità e le infrastrutture per far un bel lavoro con i bambini/ragazzi sono molto limitate.
Io credo che sia proprio quella l'età nella quale si capisce se un ragazzo potrà fare della propria passione una professione.
Poi è logicamente più avanti che dovranno essere migliorati, svezzati, seguiti, ma la scuola calcio ha una sua grande importanza.
La linea comune delle varie società, quasi sempre, è di assegnare gli istruttori più qualificati alle categorie dove conta il risultato e lasciare a giovani che gli costano poco o niente i primi calci.
Credo che sia anche questo uno dei motivi per cui il 95% dei ragazzi che passano a società professionistiche dopo poco tempo fanno il percorso inverso: gli mancano le basi, non solo tecniche ma anche mentali, di comportamento, fisiche, per reggere il salto.
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #72 il: 15 Nov 2017, 19:42 »
Nessuna apocalisse, solo la tempesta perfetta. Innanzitutto la formula ti mette con la Spagna quindi qualsiasi Italia di oggi con qualsiasi allenatore si gioca il mondiale in due gare secche. Anzi che ci siamo classificati bene quindi incontriamo squadre del tipo Svezia, Irlanda del Nord, Grecia ecc. Ci dice male con la Svezia perche', mentre le altre squadre sono mediocri in tutto cioe' hanno lati positivi e negativi in tutti gli aspetti e in tutti gli aspetti sono inferiori a noi, la Svezia anche se con piedi quadrati ci sovrasta in Altezza, Atletismo e gioco aereo. Ottimi per una gara difensiva. Alla tempesta perfetta si unisce un allenatore mediocre, come abbiamo sempre saputo, abituato a non prenderle con squadre mediocri e incapace di organizzare gioco offensivo e che si intestardisce a far giocare fuori ruolo molti dei nostri. Riguardo ai giocatori non ci sono fuoriclasse alla Baggio o del Piero pero' giocatori specializzati che interpretano il ruolo a livello altissimo penso a Immobile e a Belotti che insieme valgono tutta la Svezia ma non possono fare da soli devono essere serviti adeguatamente. Uniamo il fatto che sono capitati molti acciaccati e che non siamo neanche stati fortunati tra palo e salvataggi sulla linea e diverse palle che lisciano il palo specie al ritorno e abbiamo avuto la tempesta perfetta nella quale siamo affondati. Occhio pero' ora alle zazzaronate, alle malagolate alle tommasate e compagnia bella che non aspettavano altro per imporre i loro amichetti al potere, e sappiamo che tra gli amichetti loro, noi non ci siamo, qualcun altro di nostra infima conoscenza si'

Offline Omar65

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #73 il: 15 Nov 2017, 20:50 »



e chi non ha figli non rompa le scatole se quelli degli altri disturbano o fanno rumore.


Ot
Ehm...
Io di figli ne ho due, ma i bimbi che givocano al pallone tutti i santi pomeriggi al parchetto sotto le finestre di casa mia mi rompono di molto i ...joni.


 :=))

Offline Valon92

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Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #74 il: 15 Nov 2017, 21:40 »
Io noto che quando giravano più soldi e in Italia giocavano tra i migliori giocatori europei anni 90-2000 anche i giocatori italiani erano di ottimo livello - tant' è che molti di quelli lì hanno fatto mondiali ed europei ad alto livello sino a vincere (per me, anche con un po' di fortuna, ma serve anche quella in una competizione così breve e concentrata) nel 2006.
Penso quindi che l'abbassamento della qualità generale abbia contribuito ad abbassare quello del livello della selezione nazionale.
La storia del campionato primavera secondo me sta nel fatto che non è utilizzato come si dovrebbe. Molti puntano a costruire squadre per vincere, ma poi i singoli non emergono mai. Far giocare alle prime 7-8 primavera d'Italia una Lega pro sarebbe molto più utile.

La storia dei troppi stranieri nei vivai è una boiata. Se sei scarso o non hai la testa per fare il professionista non arriverai mai in alto che tu sia italiano o straniero.

Offline mdfn

*
2134
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #75 il: 15 Nov 2017, 22:09 »
Ot
Ehm...
Io di figli ne ho due, ma i bimbi che givocano al pallone tutti i santi pomeriggi al parchetto sotto le finestre di casa mia mi rompono di molto i ...joni.


 :=))
Almeno sono bravi a giocare?

Il pallone di strada serve. Il talento se ce l'hai lo tiri fuori quando ti trovi solo con te stesso. Abbiamo troppi insegnanti, a 'sti figli gli vogliamo sempre far trovare la pappa pronta. Mi verrebbe da dire "insegnanti de sta ceppa" (e anch'io faccio l'insegnante, anche se non di pallone). La vita è loro, non nostra. Li possiamo mettere nelle migliori condizioni, ma poi sta a loro. Se non hanno il fuoco dentro, se non regiscono, non possiamo farlo noi al posto loro. E questo è un discorso che potrei estendere ad aspetti più seri della vita sociale.
Una volta il pallone era un gioco popolare, accessibile a tutti. Oggi è il gioco dei borghesi.
Uscivano tanti giocatori di qualità perché quasi tutti da bambini giocavano a pallone, e giocavano dappertutto. L'organizzazione aiuta, è necessaria, ma viene dopo.

Mi viene in mente Insigne, che forse è il giocatore più tecnico che abbiamo. Insigne, inserito in una squadra organizzata come il Napoli, è uno spettacolo da vedere. Ma non è in grado di fare una giocata individuale. All'andata con la Svezia entra in campo sì fuori ruolo, ma con una timidezza, con un'educazione, insomma a noi serviva che facesse impazzire gli svedesi legnosi, che li mettesse in difficoltà con l'abilità tecnica e la vivacità e invece si faceva rubare la palla da Chiellini.
Ecco, secondo me queste cose non s'insegnano.
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #76 il: 15 Nov 2017, 22:53 »
Omar caro, tira fuori dalla polvere i tuoi scarpini e scendi!
;)
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #77 il: 15 Nov 2017, 22:56 »
la prima cosa da fare nell'immediato è di portare le squadre della serie A da 20 a 19 e cioè retrocedere subito la roma in Lega Pro e subito dopo abolire la stessa Lega Pro.
Per me sarebbe un bella base di inizio.  :D

poi facessero come gli pare.

soluzione ottimale
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #78 il: 15 Nov 2017, 23:45 »
La cosa più bella l'ha detta Balotelli: Keita deve cambiare la fidanzata.

Offline bak

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20168
Re:L'Italia post apocalisse
« Risposta #79 il: 16 Nov 2017, 13:39 »
Finchè resta al suo posto quel sepolcro imbiancato di Tavecchio, con tutta il codazzo di presidenti che lo hanno eletto, non riesco proprio a capire come possa iniziare un processo serio di riforma del sistema calcistico. 
 

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