La formula della Champions League

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La formula della Champions League
« il: 27 Ago 2015, 09:46 »
Premettendo che mai avrei scritto questo topic se avessimo vinto, è comunque un pensiero che mi agita da un po'.

La Champions League si chiamava Coppa dei Campioni, un tempo, ed aveva un suo senso. Le squadre che vincono i campionati si sfidano. Poi la UEFA ha deciso di monetizzare l'interesse a questa Coppa. Il ragionamento è: "che senso ha, che interesse può avere se in una Coppa c'è la vincitrice del campionato lussemburghese e non - ad esempio - un Real, un Bayern, un Manchester Utd che non abbiano vinto il proprio campionato?" Si è passati dal concetto di "sfida tra le vincitrici dei campionati" a "coppa per decretare la squadra più forte". E non è la stessa cosa.

Può essere accettabile, comunque, a patto che realmente le 32 squadre che si incontreranno nella fase a gironi siano le più forti d'Europa. In realtà no, si è optato per un contraddittorio sistema per il quale, oltre alle migliori dei campionati più importanti, si impone una "quota pippe" obbligatoria, per cui alla fase a gironi poi ci va un Maccabi Tel Aviv, o un'Astana, o un Gent. Degli sparring partner per dimostrare una sorta di democrazia calcistica. Lo sappiamo che queste squadre non sono tra le prime 32 d'Europa, ma così dimostriamo che "il calcio è aperto a tutti", che "tutti possono vincere", eccetera.

Per me è un ibrido e una contraddizione, tra l'altro non vista benissimo dalle squadre più forti, che spingono (non da oggi) per una vera SuperLiga, dove si scontrino annualmente le squadre migliori d'Europa. E invece ci troviamo a vedere spareggi per entrare tra le "elette" da una parte Monaco-Valencia e Lazio-Bayer, dall'altra Astana-Apoel o Dinamo Zagabria-Skënderbeu. Non si capisce allora cosa dovrebbe esprimere, alla fine, la Champions League. Dal "campione tra i campioni" si passa alla "più forte". Ok, ma allora fai sfidare davvero le più forti. Che poi alla fine si vadano ad incontrare un Barcellona e un Bayern, con qualsiasi formula si sarebbe andati a finire là. Ma è il metodo per determinare le partecipanti che mi sembra altamente a cappero. Mi sembra un po' come quelle Olimpiadi in cui vengono iscritti partecipanti delle Isole Salomone, che finiscono gli 800 doppiati tra la commozione del pubblico e gli articoli di colore della Gazzetta, o della rappresentante dodicenne di Timor Est che termina i 1500 di nuoto quando in piscina hanno già spento le luci, o il pesista del Burundi che fa 6 metri. Per me questo non è sport. Si dirà: in questo modo si dà una chance a tutti. Fino ad un certo punto. Ciò dà adito al contrario, quando il principio non è il "vinca il migliore" a storture imbarazzanti, come i mille kenioti o etiopi che finiscono sotto bandiere arabe (cambiando nome), generose nella concessione delle nazionalità, o a ciclisti italiani che partecipano ai mondiali con vessilli sudafricani o moldavi.

Facciamolo davvero, allora, un Campionato Europeo per Club, dove ci sia una Serie A, una Serie B, e si istituisca un sistema di promozioni e retrocessioni analogo a quello dei campionati nazionali. Eliminiamo questa pagliacciata dell'Europa League, coppa inutile a livello della Coppa Italia, dove non frega niente a nessuno fino alla finale, e le squadre, dopo aver lottato un anno per raggiungerla, mandano in campo la Primavera.

Oppure facciamo una Coppa all'inglese. Ci stanno tutte, e a tutte è data una chance. Un tabellone come l'ATP, a partire - che so - dai centoventottesimi di finale. Fino alla finalissima. Nel rispetto del ranking, mica possono partecipare migliaia di squadre.

Così definita, la Champions League, imho, ha un solo senso. Quello di permettere alla roma di beccarsi il suo 7-1 stagionale. In effetti, ripensandoci...


Offline Nanni

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #1 il: 27 Ago 2015, 10:38 »
Ci si è sempre sempre pensato, anche abbastanza recentemente, a una sorta di Super-Lega Europea.

Mi pare che il Milan di Berlusconi nell'epoca del suo fulgore ne fosse stato uno dei promotori. Come dici tu, una Super-Serie A con le migliori (16?), con le promozioni, le retrocessioni, etc.

Certo, i costi aumenterebbero, i tempi sarebbero ristretti (andare a giocare a Mosca, quattro ore d'aereo, invece che a Napoli o a Firenze in treno o... a Pescara o a Siena in pullman, c'è una bella differenza...) ma parallelamente aumenterebbe l'interesse, aumenterebbero a dismisura gli introiti televisivi, le sponsorizzazioni, etc.

E poi, sulla questione delle distanze, in America giocano da una vita attreversando ogni settimana migliaia di kilometri in aereo da una costa all'altra, per le partite di basket, di football e baseball, perché non possiamo farlo anche noi?

Offline cosmo

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #2 il: 27 Ago 2015, 11:35 »
Guy, Platini ha introdotto questa regola perché il voto della federazione moldava vale come il voto della federazione spagnola. Non per amore del calcio.

Sulla superliga: beh mi auguro che non succeda, noi ne saremmo esclusi per anni e anni.

Offline Omar65

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #3 il: 27 Ago 2015, 11:45 »


Sulla superliga: beh mi auguro che non succeda, noi ne saremmo esclusi per anni e anni.

Offline Gio

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #4 il: 27 Ago 2015, 13:42 »
La formula attuale, per me, é un ottimo compromesso. Garantisce molte partite decisive e quindi televisive ed offre possibilitá a tutti.
La formula a campionato produce molte partite inutili, specie alla fine, mentre quella a tabellone all'inizio prevede partite inutili e scontate che hanno un senso a livello nazionale meno a livello europeo.
Direi poi che il calcio piú bello in assoluto negli ultimi anni si vede in CL e non é un caso. Cambierei davvero poco.
Re:La formula della Champions League
« Risposta #5 il: 27 Ago 2015, 15:23 »
Premettendo che mai avrei scritto questo topic se avessimo vinto, è comunque un pensiero che mi agita da un po'.

La Champions League si chiamava Coppa dei Campioni, un tempo, ed aveva un suo senso. Le squadre che vincono i campionati si sfidano. Poi la UEFA ha deciso di monetizzare l'interesse a questa Coppa. Il ragionamento è: "che senso ha, che interesse può avere se in una Coppa c'è la vincitrice del campionato lussemburghese e non - ad esempio - un Real, un Bayern, un Manchester Utd che non abbiano vinto il proprio campionato?" Si è passati dal concetto di "sfida tra le vincitrici dei campionati" a "coppa per decretare la squadra più forte". E non è la stessa cosa.

Può essere accettabile, comunque, a patto che realmente le 32 squadre che si incontreranno nella fase a gironi siano le più forti d'Europa. In realtà no, si è optato per un contraddittorio sistema per il quale, oltre alle migliori dei campionati più importanti, si impone una "quota pippe" obbligatoria, per cui alla fase a gironi poi ci va un Maccabi Tel Aviv, o un'Astana, o un Gent. Degli sparring partner per dimostrare una sorta di democrazia calcistica. Lo sappiamo che queste squadre non sono tra le prime 32 d'Europa, ma così dimostriamo che "il calcio è aperto a tutti", che "tutti possono vincere", eccetera.

Per me è un ibrido e una contraddizione, tra l'altro non vista benissimo dalle squadre più forti, che spingono (non da oggi) per una vera SuperLiga, dove si scontrino annualmente le squadre migliori d'Europa. E invece ci troviamo a vedere spareggi per entrare tra le "elette" da una parte Monaco-Valencia e Lazio-Bayer, dall'altra Astana-Apoel o Dinamo Zagabria-Skënderbeu. Non si capisce allora cosa dovrebbe esprimere, alla fine, la Champions League. Dal "campione tra i campioni" si passa alla "più forte". Ok, ma allora fai sfidare davvero le più forti. Che poi alla fine si vadano ad incontrare un Barcellona e un Bayern, con qualsiasi formula si sarebbe andati a finire là. Ma è il metodo per determinare le partecipanti che mi sembra altamente a cappero. Mi sembra un po' come quelle Olimpiadi in cui vengono iscritti partecipanti delle Isole Salomone, che finiscono gli 800 doppiati tra la commozione del pubblico e gli articoli di colore della Gazzetta, o della rappresentante dodicenne di Timor Est che termina i 1500 di nuoto quando in piscina hanno già spento le luci, o il pesista del Burundi che fa 6 metri. Per me questo non è sport. Si dirà: in questo modo si dà una chance a tutti. Fino ad un certo punto. Ciò dà adito al contrario, quando il principio non è il "vinca il migliore" a storture imbarazzanti, come i mille kenioti o etiopi che finiscono sotto bandiere arabe (cambiando nome), generose nella concessione delle nazionalità, o a ciclisti italiani che partecipano ai mondiali con vessilli sudafricani o moldavi.

Facciamolo davvero, allora, un Campionato Europeo per Club, dove ci sia una Serie A, una Serie B, e si istituisca un sistema di promozioni e retrocessioni analogo a quello dei campionati nazionali. Eliminiamo questa pagliacciata dell'Europa League, coppa inutile a livello della Coppa Italia, dove non frega niente a nessuno fino alla finale, e le squadre, dopo aver lottato un anno per raggiungerla, mandano in campo la Primavera.

Oppure facciamo una Coppa all'inglese. Ci stanno tutte, e a tutte è data una chance. Un tabellone come l'ATP, a partire - che so - dai centoventottesimi di finale. Fino alla finalissima. Nel rispetto del ranking, mica possono partecipare migliaia di squadre.

Così definita, la Champions League, imho, ha un solo senso. Quello di permettere alla roma di beccarsi il suo 7-1 stagionale. In effetti, ripensandoci...

Io sono d'accordissimo. E non da ora.

Offline Pomata

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #6 il: 27 Ago 2015, 18:26 »
Guy, Platini ha introdotto questa regola perché il voto della federazione moldava vale come il voto della federazione spagnola. Non per amore del calcio.

Sulla superliga: beh mi auguro che non succeda, noi ne saremmo esclusi per anni e anni.


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Offline nordest2

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #7 il: 27 Ago 2015, 18:31 »
stana la vita


dopo 24 ore    qua a tifare leverkusen............ ;)

Offline scintilla

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #8 il: 27 Ago 2015, 22:12 »
Spero non facciano mai la SuperLega.
Per me o si ritorna alla vecchia formula (Campioni, Coppe, UEFA) o si dovrebbero unificare la EL con la CL.
Tenerle distinte e vedere il Liverpool in EL e l'Astana in CL non ha senso.
64 squadre. 16 gironi da 4. Le prime due passerebbero ai sedicesimi.
Sarebbe più affascinante dell'attuale formula, con un turno ad eli azione diretta in più, garantirebbe introiti più equi e farebbe felice pure la federazione moldava cara a a Platini...

Offline fiord

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Re:La formula della Champions League
« Risposta #9 il: 28 Ago 2015, 13:03 »
stana la vita


dopo 24 ore    qua a tifare leverkusen............ ;)

 :beer: :beer: :beer:
Re:La formula della Champions League
« Risposta #10 il: 28 Ago 2015, 15:23 »
Personalmente la trovo una formula "giusta":

Consente la partecipazione anche a chi vince il campionato in paesi "calcisticamente minori", ma comunque lo vince (e partecipa a discapito di qualche squadra che vorrebbe partecipare solo per diritto di ranking nazionale, pur essendo arrivata terza o quarta in campionato)

Ridistribuisce il denaro delle tv anche a squadre di nazioni "calcisticamente minori" favorendo la crescita del movimento in quelle nazioni ed evitando una ridistribuzione "stile Liga" (dove praticamente ogni anno si allarga la forbice tra le due top e tutte le altre)

Dà l'opportunità ad alcune città di poter assistere ad un evento, come quello di ospitare un top club europeo (Barcellona, Real Madrid, Bayern, Manchester etc..)

La superlega euopea avrebbe troppe partite infrasettimanali, la vecchia formula ad eliminazione diretta ne avrebbe troppo poche per soddisfare le esigenze delle tv

A Platini non servono i voti di Moldavia e Cipro per mantenere il posto in quanto praticamente non ha avversari e viene rieletto automaticamente per acclamazione ..
 

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