Io invece Nanni lo capisco. Lo schifo è tale da portare a uno sconforto desolante, quasi a una voglia incondizionata di rimozione.
Esiste però il rovescio della medaglia. Di fatto, malgrado il mio livello di nausea sia tracimato da molto tempo, mi sto scannando (civilmente) sull'Ansa. Non lo faccio solo per la Lazio, per Vincenzo e per Ciro: lo faccio soprattutto perché potrei scrivere un'enciclopedia sul lutto e sue conseguenze. Su ciò che un essere umano deve improvvisare, elaborare, strutturare per difendersi dal dolore e trasformarlo in qualcosa che non sia solo morte. Per ritrasformarlo in qualcosa che abbia ancora il profumo della vita e non il tanfo della decomposizione. Perché, a un certo punto, qualcuno deve pur urlare il livello intollerabile di degrado e impunità di quegli sciagurati. E' quasi un dovere, anzi, è proprio un dovere. E i doveri, anche controvoglia, anche turandosi il naso mille volte al giorno, vanno necessariamente espletati. Però. Gianni, hai tutta la mia comprensione. L'eremitaggio è bello perché coincide con un 'fanculo a tutto. E' però una scelta cui pochi possono aderire. Perciò, prenderò il tuo per lo sfogo sacrosanto che è, poiché so che l'ascesi non è nella tua natura. La civiltà, sì.
Ora, però, chiedo il permesso di dare voce a un piccolo sfogo personale.
OT
Per inciso, purtroppo, "lavali cor foco" è una frase che ho sentito anche durante Lazio - Napoli. Spero sia l'ultima volta, perché altrimenti alla prossima sparirò sul serio. Sì, un grande sticazzi mi seppellirà.
La Lazio è la mia squadra del cuore, il Sud è la mia terra, è il mio sangue e la mia carne. Ho iniziato a tifare Lazio da sola, posso continuare a farlo. Non voglio, perché vi voglio bene, ma la prossima volta che qualcuno, anche solo uno, farà l'apologia di questa frase di merda, toglierò il disturbo.
EOT