La moviola dei ruffiani

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #20 il: 06 Feb 2015, 17:06 »
Quando ci sono i funerali di sto Pippo? Vorrei partecipare

Offline Palo

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #21 il: 06 Feb 2015, 18:01 »
Se dovesse accadere fatelo sapere a tutti: alla colletta per una bella corona parteciperemmo volentieri in molti.

Offline spook

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #22 il: 06 Feb 2015, 18:42 »
Prima la testa di cavallo, come da procedura.
Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #23 il: 06 Feb 2015, 19:16 »
OT
Lui oltre ad essere forte valorizzava molto gli altri (tipo quella mezza sega polacca...)
Ricordo un intervista nello spogliatoio dove Michel fumava e il giornalista lo riprendeva. Lui rispose :"L'importante è che non fumi Bonini":.
fine OT

La citazione é giusta, ma non era un giornalista che lo riprendeva, ma l'avvocato Agnelli.
Se non sbaglio.

Offline Kappa

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2757
http://space.tin.it/scienza/decos
Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #24 il: 06 Feb 2015, 21:23 »
OT
Lui oltre ad essere forte valorizzava molto gli altri (tipo quella mezza sega polacca...)
Ricordo un intervista nello spogliatoio dove Michel fumava e il giornalista lo riprendeva. Lui rispose :"L'importante è che non fumi Bonini":.
fine OT
mi dispiace un po' alimentare l'OT, ma quella è stata la Polonia più forte di sempre e Zibi un cursore di fascia della madonna (che poi sia uno zozzo difettoso è un'altra storia. ..)

Offline Cervino

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #25 il: 06 Feb 2015, 23:20 »
mi dispiace un po' alimentare l'OT, ma quella è stata la Polonia più forte di sempre e Zibi un cursore di fascia della madonna (che poi sia uno zozzo difettoso è un'altra storia. ..)

OT Sara' pure arrivata in semifinale nel 1982, ma quella di Boniek neanche per niente e' stata la Polonia piu' forte di sempre. Quella dei primi anni 70 con Deyna, Lato, Szarmach, Gadocha, Lubanski, Zmuda, il mitico Tomaszewsky. era di un'altra categoria. EOT

Offline Palo

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13896
Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #26 il: 07 Feb 2015, 00:28 »
OT Sara' pure arrivata in semifinale nel 1982, ma quella di Boniek neanche per niente e' stata la Polonia piu' forte di sempre. Quella dei primi anni 70 con Deyna, Lato, Szarmach, Gadocha, Lubanski, Zmuda, il mitico Tomaszewsky. era di un'altra categoria. EOT
ot vero /ot
Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #27 il: 07 Feb 2015, 02:13 »
Dal sito calciomercato.com di oggi, questa lucida analisi di Pippo Russo sull uso distorto della moviola in Italia ad uso e consumo dei club  più potenti (incappucciati giallorossi inclusi):

Ci si affanna a chiedere la moviola in campo e non ci si accorge che c’è già. È presente in un modo particolare, diverso da come i sostenitori della svolta tecnologica vorrebbero. Se si pensa a una situazione in cui lo strumento è disponibile a margine della gara, attivabile in caso di circostanze controverse, allora esso non è ancora disponibile. E mi auguro che, Goal Line Technology a parte, il calcio non oltrepassi mai la soglia dell’assoggettamento costante alla dittatura dell’immagine. Se invece si guarda alla capacità della moviola di egemonizzare la costruzione della realtà e delle versioni ufficiali e  di creare opinione a proposito dei fatti che si stanno svolgendo sul terreno di gioco, ecco che allora scopriamo quanto essa sia già – e pesantemente – in campo. Di più: la moviola è il super-giocatore dell’epoca in cui il calcio si è trasformato in fenomeno innanzitutto televisivo, riservando alla dimensione del campo da gioco un’importanza complementare.

È il mezzo televisivo stesso a ridisegnare il perimetro di gara, facendolo a propria misura e secondo un codice e un linguaggio suoi. In questo nuovo perimetro la moviola, intesa in senso molto ampio (cioè, come la possibilità di scomporre per immagini il singolo episodio filtrandolo attraverso velocità e angolazioni diverse), è uno strumento di gioco. Che, come ogni strumento, dà effetti in conseguenza dell’uso che ne fa. Queste riflessioni mi tornavano alla mente dopo il sabato televisivo della scorsa settimana. Quando, sintonizzato su Sky Sport, ho visto svilupparsi due episodi che pur nella loro diversità hanno rinsaldato una mia opinione: che nel calcio televisivo di oggi la moviola non è uno strumento neutro e che è un errore clamoroso pensare all’immagine come a un fattore di oggettività nella formazione del giudizio. Un’oggettività che dovrebbe essere legata alla visibilità dell’episodio (vedo coi miei occhi, e ciò mi mette al riparo da ogni manipolazione della mia opinione), e che invece viene spesso inficiata dal modo in cui l’immagine viene confezionata e dai commenti che l’accompagnano.

Soprattutto, mi sono rafforzato nel convincimento che nel calcio televisivo di oggi il ruolo dei commentatori tecnici rischi d’essere sempre più quello degli spin doctor in politica: cioè, diffusori di una versione della verità che non è oggettiva, ma piuttosto viene confezionata a beneficio di un interesse di parte. E con questo non mi spingo a sostenere che i commentatori tecnici assumano consapevolmente e in malafede un ruolo da spin doctor. Mi limito a dire che, sempre più spesso, finiscono per esserlo. Venendo allo specifico degli episodi, il primo si è consumato nel post-partita di Genoa-Fiorentina. Gara terminata 1-1, con gol del pareggio viola irregolare per un fuorigioco di Babacar. Un episodio che è andato a allungare la sequenza di recenti decisioni arbitrali sfavorevoli al Genoa. Collegato da Marassi c’era un infuriato Enrico Preziosi. Personaggio di cui non ho stima alcuna e sul quale continuo a chiedermi perché mai non sia stato radiato nonostante una condanna penale definitiva per frode sportiva. E tuttavia, a dispetto di questa pessima opinione sul personaggio, trovo che le sue parole di sabato scorso siano totalmente condivisibili. A partire da quelle che stigmatizzavano il diverso uso della moviola fatto nelle trasmissioni post-partita a seconda che l’episodio danneggi una squadra mediaticamente potente o un’altra di minore appeal.

Soprattutto, c’è stato un furioso scambio di battute con Giancarlo Marocchi del quale potete trovare traccia su YouTube. Presente in studio, l’ex juventino ha espresso un’opinione quantomeno risibile: a suo giudizio, poiché il Genoa è “una squadra da quinto posto”, il suo presidente dovrebbe smettere di lamentarsi per i torti arbitrali perché tanto a fine campionato la squadra raggiungerà più o meno la posizione che merita. Ovviamente Preziosi lo ha sbranato e con ogni ragione. Per quanto mi riguarda, non ricordo d’aver mai sentito pronunciare un’opinione così sballata sul tema del diritto a reclamare i propri diritti e a pretendere un trattamento uguale a chiunque altro in termini di giustizia. Secondo l’opinione di Marocchi, un club dovrebbe lamentarsi soltanto se dovesse trovarsi danneggiato in una misura che infici il suo (presunto) valore di classifica e non per reclamare un diritto valido secondo principi universali di giustizia. Di fatto, Marocchi ha teorizzato un principio di giustizia di classe, secondo cui ogni soggetto può ambire soltanto al grado di giustizia determinato dal suo rango. Un orrore etico. Ciò che una volta di più sollecita la riflessione sull’adeguatezza degli “opinionisti” allo svolgimento del loro compito.

Il secondo episodio è avvenuto poche ore dopo, in occasione di Roma-Empoli. Sul punteggio di 1-1, nell’area giallorossa, durante un’azione in velocità il difensore romanista Yanga Mbiwa ha allargato il braccio colpendo al volto l’attaccante empolese Pucciarelli e atterrandolo. Era rigore o no? Per quanto mi riguarda, prima di dare un’opinione sull’episodio devo esprimere il mio punto di vista a proposito della logica che porta al giorni d’oggi a concedere i rigori. Ho vissuto un’epoca del calcio in cui per concedere un calcio di rigore bisognava che fosse commessa una scorrettezza palese, anche grossolana. Un’epoca in cui il lavoro dei difensori era rispettato e gli attaccanti dovevano sfidare il fuoco nelle aree di rigore per strappare un tiro in porta. Ne parlai qualche tempo fa con Pietro Vierchowod, chiacchierando a proposito dell’estinta figura degli stopper. E lui espresse un’opinione che contiene una profonda verità: “Ai miei tempi, se un attaccante segnava 15 gol in un campionato era un fenomeno. Oggi vedo attaccanti che segnano 25 e più gol come se nulla fosse”. Opinione ineccepibile. E qui non si tratta di fare i nostalgici richiamando un tempo andato. Le cose evolvono, e il calcio assieme a loro. Piuttosto, voglio sottolineare che a partire dai Mondiali di Italia 90 si è avuta una svolta regolamentare favorevole al gioco d’attacco, espressa attraverso tre leve: la mortificazione del ruolo di portiere; una continua riformulazione della regola sul fuorigioco, resa sempre più cervellotica e interpretabile, ma comunque con l’orientamento a favorire l’attacco; e una repressione cieca dell’azione di contrasto da parte dei difensori, con largheggiamento nella concessione di rigori per fattispecie lunari come il “danno procurato” o addirittura l’”imperizia” (sic!).

Detto tutto ciò, vengo a esprimere la mia opinione sull’episodio che sabato sera ha coinvolto Yanga Mbiwa e Pucciarelli all’Olimpico. Se dovessi giudicarlo col metro regolamentare del calcio di una volta, direi che un tempo certi episodi non sarebbero nemmeno stati presi in considerazione. Ma se lo devo giudicare col metro di adesso, allora dico che quell’episodio è rigore tutta la vita e che negli ultimi anni sono stati concessi rigori per scorrettezze molto più lievi di questa. Per non dire dell’inesistente rigore concesso a favore dei giallorossi dieci giorni prima giusto in un altro Roma-Empoli, di Coppa Italia. Ebbene, secondo telecronisti e commentatori tecnici sia di Sky che di Mediaset quell’episodio non era da rigore. E questa, a dispetto dell’opinione che ciascuno si è fatto guardando le immagini, è diventata la verità televisiva ufficiale. Lo è stata per opinione di Beppe Bergomi su Sky. E lo è stato ancor più per opinione Sebino Nela su Mediaset, le cui frasi tranchant a proposito dell’episodio ho letto sui social network. Questa ciò che la verità ufficiale televisiva ha sancito sull’episodio. Il che aiuta a comprendere perché io parli di “moviola già in campo”. Per questo sostengo che di moviola dovremmo averne di meno anziché aumentarla.
Un’ultima cosa: provate a cercare su YouTube una traccia dell’episodio che ha coinvolto il difensore romanista e l’attaccante empolese. A me non è riuscito. Per chi non lo ha visto in partita, quell’episodio non è mai esistito e non ne rimane traccia. Ma in fondo l’Empoli deve solo salvarsi, e a fine stagione (forse) raggiungerà il risultato che gli compete.
Paro paro

Offline Gio

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #28 il: 08 Feb 2015, 11:41 »
Io non concordo. Di moviola ce ne vorrebbe molta di più, ma usata bene.
La porcheria che hanno fatto in occasione di merxe - Empoli è chiara ed evidente proprio perché tutti l'abbiamo vista e rivista in televisione (compreso il giornalista che scrive).
Se ce l'avessero solo raccontata (come avveniva un tempo), nemmeno ce ne saremmo resi conto.

La moviola non la vogliono non perché si battono per un calcio giusto, ma perché diventa più difficile far vincere chi vogliono loro. Poi, se no, tocca dare pure i rigori all'Empoli.
Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #29 il: 08 Feb 2015, 11:58 »
OT Sara' pure arrivata in semifinale nel 1982, ma quella di Boniek neanche per niente e' stata la Polonia piu' forte di sempre. Quella dei primi anni 70 con Deyna, Lato, Szarmach, Gadocha, Lubanski, Zmuda, il mitico Tomaszewsky. era di un'altra categoria. EOT

Ultra OT. Ma lo sapete che quando sento le formazioni delle squadre dell'est ante caduta del muro mi vengono I lacrimoni?

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Offline spook

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #30 il: 08 Feb 2015, 12:37 »
Ultra OT. Ma lo sapete che quando sento le formazioni delle squadre dell'est ante caduta del muro mi vengono I lacrimoni?

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Mega Ultra OT

Questa formazione mi ricorda l'unico album Panini che io sia mai riuscito a completare. Tempo fa ne postai un PDF completo ma questo piccolo video ne raccoglie l'essenza ed immagino a molti ricorderà parecchie cose...

END Mega Ultra OT

Offline GiPoda

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Re:La moviola dei ruffiani
« Risposta #31 il: 08 Feb 2015, 18:32 »
Da calciomercato.com questa polemica inerente la tematica dell uso/abuso dei moviolisti

"08 febbraio alle 17:14
Non accenna a placarsi la polemica fra Juventus e Milan sul gol di Tevez e sull'utilizzo delle riprese televisive. Dopo l'attacco di Galliani e del Milan, e la presa di posizione di Sky per voce di Fabio Caressa, arriva anche un duro comunicato della Juventus.

IL COMUNICATO DELLA JUVENTUS - Sul sito ufficiale del club bianconero: "Il Sig. Geom. Adriano Galliani, Vice Presidente Vicario e Amministratore Delegato dell’AC Milan SpA e Vice Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A è tornato nelle ultime ore alle sue antiche passioni: la televisione e la geometria.

Galliani pare però ignorare leggi dello stato, regolamenti approvati all’unanimità dall’Assemblea della LNPA e soprattutto il “campo”.

Galliani insomma getta in pasto ai media una polemica speciosa e farsesca perché tenta goffamente di mascherare agli occhi dei tifosi milanisti il chiarissimo risultato sul campo della partita di ieri. Tre a uno.

Questa è la sostanza, il resto per completezza di informazione, segue:

Galliani pare ignorare che è la legge Melandri ad affidare ai club la produzione delle immagini televisive e tale indicazione è stata doverosamente ribadita anche nelle "Linee Guida per la vendita centralizzata dei diritti audiovisivi", approvata all'unanimità dall'Assemblea della Lega Calcio. Pare ignorare che la stessa Lega, proprio per evitare qualsivoglia manipolazione, riserva a se stessa la designazione dei broadcaster nelle singole partite e, di conseguenza, dei responsabili della regia e dei producer.

Pare ignorare che la produzione in capo ad un soggetto diverso dal club è un'opzione, che interviene solamente quando il club comunica alla Lega Calcio di non essere in grado di provvedere diversamente. Pare ignorare che molte società hanno scelto di delegare tale produzione, poiché in tal senso sensibilizzate da un soggetto che agisce sul mercato in veste di advisor della Lega stessa, di procacciatore di sponsor per le società e perfino di produttore d'immagini.

A nulla vale la parziale retromarcia compiuta dal Milan (aka da Galliani, che continua ad essere l'unico rappresentante della società in Lega Calcio), che invoca un affidamento a registi indipendenti. Galliani pare ignorare che tale opzione non è prevista da alcun regolamento e dovrebbe essere soggetta ad un dibattito e ad una riforma. Pare ignorare che tale schiera di registi indipendenti sarebbe verosimilmente formata, se non addirittura fornita, dall'advisor/procacciatore/produttore già menzionato che si troverebbe nella singolare posizione di scrivere le regole, eseguirle e trarne anche i profitti.

Galliani, poi, pare ignorare che ogni grafica (linee etc) viene effettuata dai broadcaster in post-produzione e non ha nulla a che vedere con la produzione live delle immagini, che in ogni caso viene gestita operativamente dal regista e dai producer designati dalla Lega, senza intromissioni da parte di altri soggetti.
Galliani, infine, pare ignorare che da decenni la sua figura professionale ha agito in seno a due comparti principalmente: il calcio e la televisione. Quindi pare ignorare che ogni evoluzione, tecnologica, normativa e regolamentare è passata sotto ai suoi occhi, se non addirittura da lui decisa".

16.00 - LA POSIZIONE DI SKY, PARLA FABIO CARESSA - Fabio Caressa, direttore di Sky Sport 24, replica alle parole di Adriano Galliani, ad del Milan, in merito al presunto uso personalizzato delle riprese televisive da parte della Juventus. Galliani e il Milan, fra la serata di ieri e la mattinata di oggi, avevano espresso la loro rabbia in merito al gol di Tevez contro i rossoneri e al modo in cui, a loro dire, era stato rappresentato nelle moviole televisive.

"Bisogna fare chiarezza su un po' di cose - spiega Caressa -. Innanzitutto produzione televisiva: la produzione televisiva significa la produzione tecnica televisiva, ovvero posizionare le camere, mettere le camere e i cameraman. Poi sono i broadcaster che forniscono i registi, 6 Sky, 3 Mediaset-RTI e uno Rai per le 10 partite del campionato. Il regista, per esempio, ieri era un regista Sky, non è quindi la Juventus che sceglie o non sceglie di mandare quelle immagini, come non è il Milan che sceglie di mandare o non mandare immagini quando la partita è prodotta in casa del Milan. Mi sorprende che questa cosa non si sappia, forse c'è stata una distrazione. Il posizionamento delle camere è scelto all'inizio dell'anno ed è approvato dalla Lega, quindi sanno dove sono le camere, perchè c'è un documento che viene approvato all'inizio dell'anno: allo Juventus Stadium le camere verranno posizionate così. Perchè per l'attuativo della Melandri la Lega Calcio ha il controllo sportivo anche delle immagini, quindi può imporre un format a chiunque produca. Le immagini del calcio in Italia sono prodotte per tutte le squadre da una società, che è Infront, tranne il Napoli e la Juventus che se le producono per conto loro. Ma il problema fondamentale è che serve un organo terzo su queste cose. Se la Lega si mette in testa di essere un organo terzo, con un presidente di Lega che fa il commissioner e quando litigano c'è uno della Lega che dice è così o non è così. Oppure se continuano a litigare tra di loro in continuazione, serve che la produzione la faccia un altro, perchè non sono in grado di stabilire loro, tra di loro, chi è terzo. Questa è una cosa molto importante. Andiamo sul tecnico. Vediamo le immagini: c'è stato un tweet del Milan che dice che la linea tracciata da Sky in questo caso, non dalla Juventus, non sarebbe parallela. Guardate il taglio dell'erba: il taglio dell'erba è parallelo, ma non è parallelo nell'immagine, perché la linea parallela si muove. L'ho spiegato a mia figlia, che però fa le medie, quindi non è difficile: questa si chiama prospettiva. E' una cosa molto semplice: il punto di vista è centrale, quindi c'è la focalizzazione sul punto davanti a voi e poi c'è la prospettiva. E' un fattore puramente geometrico. E' per questo che la linea non sembra parallela, perchè la proiezione a causa della prospettiva la rende così. Da questo punto di vista. Guardiamo il cartello degli incontri ravvicinato del terzo tipo, il più importante cartellino pubblicitario di prospettiva. Questa è la prospettiva, nel punto lì in fondo non è che l'aereo si incastra o la macchina si incastra, ma si chiama prospettiva".

12.00 L'ATTACCO DI GALLIANI - Come riferisce stamane il Corriere della Sera, Adriano Galliani è molto polemico all'indirizzo della Juventus per quanto riguarda l'azione che ha portato al momentaneo 1-0 di Tevez, realizzato dall'argentino in una posizione di sospetto fuorigioco. Le prime immagini diffuse non davano la possibilità di stabilire il reale allineamento tra i corpi dell'argentino e di Zaccardo, il difensore rossonero che lo ha tenuto in gioco. In particolare, l'ad del club di via Aldo Rossi se la prende con la gestione delle riprese che allo Stadium è coordinata dalla Juventus stessa: "Al contrario delle altre squadre di A, la produzione delle immagini delle gare della Juve sono gestite dalla società stessa. Che scientemente non fa rivedere il replay dell’azione del primo gol. Solleverò un putiferio nella prossima assemblea di Lega affinché la Lega possa produrre tutte le gare, senza concedere facoltà a un solo club di gestire in proprio le immagini. Contesto il fatto che facciano vedere quello che vogliono". Tornando all'episodio specifico, successivi replay hanno dimostrato come Tevez, seppur per questioni di centimetri, fosse in posizione regolare al momento dell'assist decisivo di Morata.

IL TWEET DEL MILAN - A rincarare la dose ci pensa il Milan con un tweet dal proprio profilo ufficiale, che mostra il fermo immagine dell'azione incriminata facendo rilevare come l'allineamento dell'unica telecamera ad aver ripreso i movimenti di Tevez e Zaccardo non fosse perfetto. E la polemica prosegue..."

Una considerazione su questa polemica, a prescindere da chi ha ragione o torto.
Ovvero che se tirati in mezzo, come ha fatto seppur erroneamente e maldestramente Galliani, questi sono costretti a dare una risposta.
Rimango quindi sempre più convinto che i dirigenti calcistici, a maggior ragione quando vedono episodi importanti che non vengono addirittura mostrati, devono avere il coraggio di denunciarli pubblicamente anche se le pay tv sono il maggior introito delle squadre di calcio che gestiscono.

 

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